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03 maggio 2021 Intervista a Massimo Valentini autore de “Il sogno di Nova”

Ciao amici,

oggi ospitiamo Massimo Valentini, autore di uno dei libri di fantascienza che ho letto in questi ultimi mesi: Il sogno di Nova.

La vita da blogger ti permette di conoscere tanta gente del mondo dell’editoria  e ogni giorno la mia email è piena di richieste.  Valuto attentamente ciò che mi si chiede e soprattutto il romanzo, il racconto o altro che mi si presenta. Quando lessi la trama de “Il Sogno di Nova” ne rimasi colpita, così mi furono inviati i primi due capitoli. Decisi che lo avrei letto e recensito.

Sono passati mesi da allora e finalmente “Il sogno di Nova” ha visto la luce. Nell’attesa della sua uscita si è creato una bella amicizia virtuale tra la sottoscritta e l’autore e questo mi ha portato una certo timore a  dover valutare il suo romanzo, perché non è mai facile dare un giudizio, ancora di più se ci si aspetta un’opinione a trecentosessanta gradi. “Il sogno di Nova” poteva non piacermi e allora avrei dovuto dare un giudizio negativo. Per fortuna il romanzo mi è piaciuto molto e lo consiglio a tutti, perché ricco di spunti di riflessioni. Trovate la mia recensione qui.

Dopo aver letto e recensito Il sogno di Nova, ho chiesto a Massimo Valentini di collaborare ad un progetto:  scrivere un articolo che parlasse delle differenza tra fantascienza e fantastico, argomento che ha caratterizzato molto le nostre lunghe conversazioni.  Sono felice che abbia accettato.

Prima però di scoprire ciò che ne pensa di questi due generi, mi piacerebbe presentarvi l’autore, perché credo che sia importante conoscere chi si nasconde dietro un libro, un articolo, un racconto o una qualsiasi forma d’arte in generale.

L’intervista è molto lunga, perchè le domande e le curiosità su di lui, sono veramente tante. Le risposte date sono varie e interessanti. Massimo Valentini è uno scrittore da scoprire e conoscere. Se siete pronti iniziamo subito.

Intervista a Massimo Valentini autore del romanzo

“Il sogno di Nova”


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Ciao Massimo e benvenuto nel mio blog. Ti farò alcune domande per presentarti ai miei lettori.

  • Partiamo da una domanda fondamentale: come è nata la tua passione per la scrittura?

Leggere mi è sempre piaciuto molto da quando ero bambino e così viaggiare con la fantasia, come un po’ tutti i bambini della mia età. La differenza, nel mio caso, fu che a un certo punto cominciai a diventare un avido lettore di romanzi di fantascienza. Era un’estate del 1984, avevo 11 anni. A quei tempi non esisteva internet e io non avevo molti soldini in tasca. Così acquistavo romanzi URANIA usati presso un’edicola vicino casa mia. Non sempre trovavo storie che mi appassionavano e allora cominciai a scrivere da me, quelle che avrei voluto leggere. Cominciai seriamente a scrivere brevi storie soltanto ai tempi del liceo. 

  • Quale genere preferisci tra fantasy, fantascienza e fantastico?

Attualmente il mio genere è sicuramente il Fantastico che è un po’ un contenitore di tutti gli altri filoni letterari che richiedano “una frattura della realtà”. Voglio anche dire che non ho preclusioni verso nessuno di essi anche se, forse, un pochino meno considero il Fantasy. Anche qui, come disse il buon vecchio Albert, “tutto è relativo”.

  • Hai un autore che ami particolarmente e che ha influenzato la tua scrittura?

No perché ne esistono tanti anche se la maggior parte di loro sono quelli ormai considerati classici e non necessariamente di fantascienza. Forse il più letto di sempre da parte mia è Lovecraft ma anche Poe, Dunsany, Robert Block e tanti altri. Nel campo della fantascienza, tout court, Dick è solo uno degli ultimi se non proprio l’ultimo che io abbia letto (e ne ho letti tantissimi dei suoi titoli). Nel campo del fantasy un cenno d’onore va ad Robert E. Howard e al nostrano Gianluigi Zuddas che è, anche se pochi lo sanno, l’inventore del cosiddetto “med-fantasy”.

  • Quali sono gli autori o i libri che secondo te non dovrebbero mai mancare nella biblioteca di un appassionato di fantascienza ?

Philip K Dick, (tutto, tranne VALIS che io trovo noiosissima!)  H. P. Lovecraft (“Le montagne della follia”) i libri di Harlan Hellison, di Marion Zimmer Bradley, il ciclo di DUNE, (di Herbert), “Fondazione e Terra”, di Asimov, e una perla, “Il campo degli spettri” (titolo inglese “Duende Meadow”) di Paul Cook  e tanti, tanti, tanti, tanti altri…

  • Dalla tua biografia si legge che pubblichi anche in Giappone e nei paesi asiastici, considerando che questi luoghi sono molto di moda in questo periodo, soprattutto tra i ragazzi, puoi raccontare brevemente come sei riuscito ad arrivare fin lì?

Per caso. Una società editoriale giapponese contattò una persona che conosco, a Londra, chiedendo se avesse dei nomi ai quali proporre la scrittura di storie ambientate in Europa ma con una piccola caratterizzazione giapponese. La persona, Mary Hellen D, pensò a me in quanto sapeva della mia attività letteraria. Mi mise in contatto col signor Ken Moroboshi e la signora Iwamura Kyoko. Scrissi due storie ispirandomi, in parte, alla mia ragazza (pittrice da una vita) ma dando al personaggio alcune delle caratteristiche consigliatemi dalla Iwamura. Nacque così Ryoko, eroina di due short stories. Le stesse persone, mii chiesero un romanzo da trasformare in manga, a condizione che fosse “davvero strano sia come storia che come impianto narrativo.” Proposi “PRIMUS, l’uomo che sognava di vivere” che più strano non si può: appartiene alla bizarro-fiction distopica ed è veramente una storia STRANA, nel senso più generale del termine.

  • Alcuni tuoi libri sono stati trasformati in manga, anche tu sei un appassionato del genere?

Veramente no, nel senso che non ho mai considerato questa forma espressiva negli anni passati. Nel corso del tempo, però, ho apprezzato le tecniche degli storyboarder giapponesi più noti che, senza fare nomi, sono davvero di eccelsa qualità.

  • Oltre al lavoro di scrittore, cosa fai nella vita?

Scrivo e sogno. 😊

  • Ma parliamo adesso de “Il sogno di Nova” che ho avuto il piacere di leggere: cosa rappresenta per te questo tuo ultimo romanzo?

E’ la mia risposta alla fantascienza sociologica alla Simak e Bradbury e a quella d’azione ma distopica di Dick e Gibson. Volevo scrivere una storia che sapesse di azione e avventura senza però trascurare i sentimenti e le motivazioni psicologiche dei personaggi principali. Qualsiasi delle cose che scrivo deve lasciare un messaggio. Non mi piacciono  le storie fini a sé stesse e in questo raccolgo l’eredità delle grandi storie della cosiddetta Fantascienza d’Oro americana.  NOVA è essenzialmente la storia di fantascienza che comprerei se la trovassi in libreria. E penso che possa piacere a un vasto pubblico, sia maschile che femminile. In Italia si pensa che la SF sia solo robot stile Terminator, astronavi, alieni e guerre stellari. In realtà questa è la SF più comune mentre esistono romanzi che sono veri e propri capolavori assolutamente non inferiori ai classici di qualsiasi altro genere.

  • Dietro il nome NOVA che hai scelto per la tua protagonista e acronimo di New Organism Very Autonomous, si nasconde qualcosa di più profondo? 

Sì. NOVA è realmente esistita. E mi consentirai di non dire altro, su questo punto.

  • Attraverso la scrittura si vuole comunicare qualcosa: un punto di vista, la propria filosofia di vita, una propria visione della società, le proprie paure, etc. Quale messaggio o spunti di riflessione vuoi comunicare ai tuoi lettori attraverso questo tuo romanzo?

Che l’uomo gioca a “fare Dio” senza averne le competenze fin troppo spesso. Possiamo leggere molti spunti riflessivi in NOVA, ma penso che quello che tra tutti sia più visibile, è il seguente avvertimento: il fatto che disponiamo della tecnologia necessaria a fare qualcosa non significa che dovremmo farlo! Dovremmo sempre chiederci quanto sia etico usare questa o quella conoscenza se prima non cerchiamo di capirne i pregi e i difetti. Non siamo infallibili, come specie, e i disastri naturali, l’inquinamento e le disuguaglianze non hanno mai tratto reale aiuto dalla tecnologia se non è aiutata da una certa dose di buon senso. E questo, nessuna macchina lo potrà mai sapere perché il più delle volte manca anche alla specie umana. 

  • “Il sogno di Nova” è stato pubblicato da una giovanissima casa editrice “La Saggese Editori”, credi che in questa giungla di editori indipendenti, il tuo romanzo riesca a farsi notare in Italia?

Tutto può essere, oggigiorno, perché no? NOVA è piaciuta molto alle due persone giapponesi che hanno già approvato PRIMUS, ma ne farebbero un manga e io vorrei una storia fedele alla mia, non un’interpretazione.  Ma ciò che conta, per me, è che NOVA esista e che sia letto da tutte quelle persone alle quali piaccia sognare sui libri, che li coccolino, e non solo i libri più comuni. Poi, per carità, ognuno ha i suoi gusti. Ad ogni modo un libro non è mai morto se ha una storia emotivamente valida. Più che altro vorrei che la gente potesse capire che dietro NOVA c’è ben più di una trama di fantascienza classica ed è ciò che trasmette. Se anche a poche persone il mio romanzo trasmetterà sensazioni piacevoli sarà la mia migliore ricompensa. E finora, a quanto pare, non ho ancora letto di commenti negativi su di lei.

  • Considerando che ormai l’ebook si è affermato tantissimo nel campo dell’editoria mondiale, sai già se e quando “Il sogno di Nova” verrà pubblicato in questo formato? Che cosa ne pensi a riguardo?

Il formato digitale è sicuramente un plus importante in un’epoca, come quella odierna, dove questi formati sono economici e facili da fruire. La Saggese Editori non prevede ancora questa possibilità ma, a detta del mio editore, ci sta lavorando. Ad ogni modo, consentimi di essere un appassionato della carta e della copertina: per me, un libro cartaceo fatto bene potrà essere più ingombrante di un file di computer ma anche molto più soddisfacente dal punto di vista dei sensi.

  • Avendo avuto la possibilità di leggere il cartaceo de “Il sogno Di Nova”, mi sembra doveroso chiedere, chi ha curato la parte grafica, perché, come ho già scritto nella mia recensione, è veramente notevole.

Grazie. Luca D’argenio per quanto riguarda copertina e impaginazione, Giovanna Pironti per l’editing svolto insieme al sottoscritto. NOVA essendo il titolo che inaugura la collana fantascientifica, gode di una veste grafica diversa dalle altre collane della mia casa editrice, come ben capisce chiunque ha modo di toccare copertina e pagine interne. Anche gli altri titoli sono fatti bene ma NOVA, esattamente come la protagonista del romanzo, è diversa. 😊

  • Arriviamo alla domanda finale: quali sono i tuoi progetti futuri?

La mia prossima pubblicazione sarà “Lacrime di Ghiaccio”, una versione modificata di “Ultima Thule” che tu hai già avuto modo di leggere. Una storia ambientata nel continente dei ghiacci eterni, l’Antartide, dove sono stato nel 1994. Un romanzo breve, di viaggio, anche questo molto emotivo. A suo tempo piacque molto ma stavolta è stata editata e aggiornata insieme alla mia editor, Giovanna Pironti. Lo stesso “PRIMUS, l’uomo che sognava di vivere”, potrebbe rivedere la luce anche in forma italiana ma in versione modificata e aggiornata, e probabilmente più snella, con un’altra casa editrice.   

Per quanto riguarda i romanzi davvero inediti al momento sono dietro a due titoli. Il primo è un romanzo Fantastico/SF, al momento senza titolo, che riunisce in sé sia una parte fantastica che una distopica. Una storia potente che richiede molto studio in svariati campi ma ambientata oggi, anche se sempre in America. L’altro romanzo è uno Science-fantasy. Al momento ne esistono 380 pagine ma raggiungerà le 500. Qui, il titolo è bello e pronto, ma è coperto da top-secret come anche la storia. Nutro moltissime speranze in questi progetti, storie sofisticate, soprattutto quello science-fantasy, per tutto il back-ground che serve per scriverlo. Per il romanzo distopico l’idea di fondo è quella di un romanzo d’azione dove i personaggi interagiscono con qualcosa di assolutamente incredibile, ma tutto sommato  richiede le tecniche più comuni oggi usate da un buon scrittore, non solo di fantascienza, ossia il “mostrato”, dialoghi validi e precisi, una buona storia di fondo e personaggi ben caratterizzati. Quindi, la difficoltà del libro è più che altro nel mescolare Fantastico e un tecno-thriller e nella documentazione necessaria a farne una storia credibile.  Il romanzo science-fantasy è invece la mia riposta al miglior fantasy di sempre, e non parlo del classico “Signore degli anelli”. La mia intenzione era quella di scrivere una storia che non presentasse le stesse creature già viste dagli appassionati e che fosse al tempo stesso, molto più avvincente di un fantasy classico. E posso dirti che serve un back-ground di un certo livello per scriverlo. Per esempio, ho studiato l’e-prime, (una tecnica che non usa il verbo “essere”), il “bullett time” cinematografico per le scene d’azione, ho modificato il “mostrato” ai miei fini, ho studiato a fondo la metallurgia giapponese delle katane (per le armi da fianco) la tecnologia al plasma (per le armi da lancio) le tattiche di combattimento con la spada, il BUSHIDO per la parte filosofica, astronomia (per il luogo dove si svolge la storia) la fisica nucleare (per la definizione degli elementi scientifici del romanzo relativi alla propulsione e la produzione di energia). Oltre a questo, la nomenclatura dei nomi dei personaggi è precisissima e costruita appositamente per la storia. E tante, tante altri aspetti che sarebbe troppo lungo da spiegare qui. Ti basti solo sapere che se per NOVA ho impiegato un anno e mezzo tra ricerche e scrittura, e prevedo di usare almeno due anni della mia vita per il romanzo Fantastico/Distopico, per lo Science-Fantasy sono dieci anni che lo scrivo, senza fretta, come il vino buono. E lo darò solo a una Casa Editrice notissima o all’estero.   

Grazie Massimo di essere stato ospite del mio blog, ti aspetto prossimamente per parlare delle differenza tra fantascienza e fantastico. 

BIOGRAFIA

Massimo Valentini è uno scrittore, divulgatore freelance e pubblicista italiano, nato a Cosenza nel 1973. È stato nella redazione di Voyager Magazine, la rivista ufficiale dell’omonima trasmissione televisiva, e ha collaborato col Giornale dei Misteri, il più antico mensile sull’insolito, curandone la rubrica “Il detective della scienza”. Nel 2007 la Falco Editore ha stampato la sua raccolta di racconti fantastici Alfa e Omega e nel 2008 il romanzo Ultima Thule. La 0111 Edizioni ha pubblicato le sue raccolte di racconti Quattro ombre azzurre (2009), Sulle ali di Althaira (2009) e Gabbiani delle Stelle (2011). Nel 2012 il racconto Alpha e Omega è apparso sul numero 482 del Giornale dei Misteri e la Lettere Animate Edizioni ha pubblicato il suo romanzo Primus, l’uomo che sognava di vivere, uno dei pochi esempi di bizzarro fiction del panorama letterario italiano. Il racconto Ritorno a casa è stato pubblicato nella miscellanea Calabresi per sempre (Edizioni della Sera, Roma, 2019). In Giappone è stato pubblicato 特別な女の子涼子 (Tokubetsuna on’nanoko Ryōko, “Ryoko, una ragazza speciale”) tratto dal suo racconto breve Lei, e 運命の女涼子 (Unmei no jo Ryōko, “Ryoko, donna del mio destino”) a sua volta tratto dal suo racconto Ryoko, principessa metropolitana.
Il sogno di Nova è il suo terzo romanzo.

Intervista ad Alessia Racci Chini autrice L’Ottava confraternita

14/04/2018 Intervista ad Alessia Racci Chini autrice del romanzo

“L’ottava confraternita”

Editore Fanucci

Se avete amato Harry Potter e la sua scuola di magia, non potete perdere questo romanzo su una scuola un po’ particolare: la scuola Anti Mistero. Vi conquisterà con i suoi ragazzi dai poteri straordinari e fantasmi che non vogliono assolutamente averli tra i piedi. 

Link d’acquisto qui

Sinossi

Sulle orme di Harry Potter e della scuola Hogwarts, ecco la scuola Anti Mistero a caccia di fantasmi nel vecchio Grand Hotel Bluemillion. I professori e i giovani aspiranti medium della scuola sono malvisti dai sonnolenti fantasmi che dichiareranno loro guerra… ma il confine tra il regno dei vivi e quello dei morti diventerà sempre più labile e, quando i due mondi si incontreranno, le cose prenderanno una piega inaspettata.
La curiosità infatti spinge fantasmi e giovani medium a oltrepassare barriere e timori, dando il via a piccole rivoluzioni. Un gruppo di ragazzi in particolare, riuniti nell’Ottava Confraternita, sfiderà le regole consolidate della scuola, costringendo gli stessi professori a mettere in dubbio false certezze e a fare i conti con scomode e inconfessabili paure…

Ispirato a una drammaturgia originale elaborata durante dei laboratori teatrali condotti dalla stessa autrice con ragazzi tra gli 8 e i 14 anni, L’Ottava Confraternita si preannuncia un romanzo d’esordio avvincente, incentrato sui temi della paura, della medianità e della vita oltre la morte, per arrivare a far dialogare tra loro generazioni diverse, andando ben oltre la letteratura di genere.

Breve Biografia dell’autrice

Alessia Racci Chini è nata ad Ancona.
Attrice e storyteller, ha scritto racconti, testi teatrali e narrazioni sulla memoria dei luoghi. Tiene laboratori creativi per ragazzi, docenti e manager, ha rinarrato fiabe classiche e romanzi d’avventura. La sua voce è nelle audioguide di alcuni musei italiani.
Tra i recenti riconoscimenti, ha vinto nel 2017 il Premio Letterario Internazionale Città di Como – sezione narrativa breve – con il racconto “Carmelina. Cuore azzurro, cuore di sale”.


INTERVISTA ALL’AUTRICE

Alessia Racci Chini , benvenuta nel mio blog.  Non ti nascondo che mi sento un piccolo pesciolino spaventato in un grande oceano, perché quando mi trovo davanti una persona con un grande talento, sono un po’ intimorita, ma allo stesso tempo lusingata.

Come sai, sto leggendo “L’Ottava confraternita”  e posso già anticiparti che sono molto entusiasta.  Non ho mai letto una storia sui  fantasmi  e all’inizio ero molto scettica, ma il fatto che parlasse anche di una scuola di ragazzi ghostbusters un po’ speciali,  mi ha incuriosito molto.  E’ un libro che ti cattura dalle prime pagine, ricco di fascino e di quel tocco di mistero che ti invoglia a leggerlo senza fermarti un attimo. Ma non voglio svelare troppo,  le impressioni finali  le scriverò prossimamente in una recensione.  Ho comunque la sensazione che  questo romanzo avrà un enorme successo: in pochi sanno scrivere così bene e rendere viva una storia di questo genere. Non è solo un fantasy, ma qualcosa di più. 

Iniziamo allora a toglierci qualche curiosità su un’autrice che merita da subito l’appellativo di “creatrice di mondi”. Leggete fino in fondo e non ve ne pentirete.

L. Come si legge dalla tua biografia, la scrittura fa parte della tua vita da sempre. Credi che con la pubblicazione di questo  romanzo sia cambiato o cambierà qualcosa nel tuo approccio con la scrittura?

A. In realtà non scrivo da sempre. Sarebbe bello dire il contrario, ma ho vissuto fasi decisamente altalenanti. Da bambina amavo scrivere, disegnare e fagocitavo interi tomi di favole, che hanno gettato le basi mio immaginario.

Da adolescente ero un disastro con la scrittura e leggevo pochissimo. Soprattutto rifuggivo certe letture imposte dalla scuola che ai miei occhi non avevano appeal.

Sono dovuta diventare ‘grande’ per riappacificarmi con la lettura e riscoprire la totale bellezza della parola come mezzo di espressione artistica. Sono così diventata una lettrice tardiva ma voracissima perché dovevo recuperare il tempo perduto. Scrivere è stato il passo successivo, ma l’ho fatto piano piano, con pudore e tanto studio, partendo dal teatro (vengo da lì, sono un’attrice), poi racconti brevi, poi racconti lunghi, tante narrazioni orali, e infine, solo ora, il romanzo. Mi riconosco il merito di essermi scelta degli straordinari maestri. In molti pensano che si possa diventare scrittore solo contando sull’ispirazione e il talento. Ma io dico: se vuoi fare il falegname, che fai, non vai a bottega?
Per carità, è la mia idea, le eccezioni non mancano.

Adesso sono quasi dieci anni che la scrittura è diventata parte del mio mestiere, ma mi sembra di essere al primo giro di giostra. Quindi… per rispondere alla tua domanda, direi: sì! Questo romanzo ha cambiato molto del mio approccio alla scrittura perché un libro non è un racconto: richiede metodo, dedizione, senso pratico. Una bella sfida per chi, come me, ha spesso la testa fra le nuvole.

L. Come è nata l’idea di una Scuola Anti Mistero, S.A.M. ?

A. È nata durante un laboratorio teatrale condotto con ragazzi dagli 8 ai 13 anni durante il quale abbiamo affrontato il tema della paura. I miei giovani amici sognavano super poteri per combattere i loro mostri interiori. Quando abbiamo capito che la vera risorsa per vincere le proprie paure è dentro di noi, mi sono chiesta: cosa accadrebbe se questi super poteri tanto agognati dai ragazzi, invece che una manna dal cielo, fossero così terrorizzanti da essere vissuti come una condanna?

Da qui l’idea di una scuola che insegnasse loro a domare i loro bizzarri doni.

Immagino ti stia chiedendo di quali doni sto parlando, vero?

Alludo a poteri quali la premonizione, la chiaroveggenza, la medianità, la psicocinesi, la radiestesia. Facoltà che sembrano sfuggire alle leggi di natura ma che appartengono alla storia dell’uomo dalla notte dei tempi.

L. Alcuni non possono fare a meno di paragonare il tuo romanzo al maghetto più famoso del mondo. Quanto hanno influito le storie di magia di Harry Potter nella stesura del tuo libro?

A. Sinceramente ha nutrito molto di più la mia immaginazione “Il fantasma di Canterville” di Oscar Wilde che la saga del maghetto. Capisco però che il confronto con Harry nasca spontaneo. Per me è un onore, ma soprattutto un onere. Il rischio è che chi si approccia a leggere “L’Ottava confraternita” pensi: adesso vediamo questa qui cosa ha scritto. Come osa pensare di essere paragonata a Harry Potter?!

La verità è che durante la stesura del libro ho preso tutte le distanze possibili, ma il mondo di Harry è così radicato nell’immaginario comune che oggi è normale paragonare ogni accademia o scuola speciale a Hogwarts. Eppure l’archetipo dell’apprendista stregone (nelle sue diverse accezioni) è da sempre uno dei pilastri della letteratura  fantastica.

Quando l’editore un giorno ha esclamato: «Questo romanzo sarà amato anche dai fan di Harry Potter», puoi immaginare, ho steso le gambe dalla fifa.

E invece… qualche giorno fa mi è arrivato un messaggio su Facebook da un ragazzo che conosco, un fan super fondamentalista della saga potteriana: “Complimenti”, mi ha scritto. “È un gran libro. Ha un potenziale tossico esattamente come Harry. Se contagia fa una strage”.

Ho affondato il viso tra le mani dall’imbarazzo, dalla gioia e dall’apprensione…

L.  A quale pubblico ti sei rivolta scrivendo “L’Ottava Confraternita”?

A. Ho voluto raccontare una storia trasversale, accessibile a tutti: tanto ai miei ragazzi del laboratorio teatrale, quanto agli adulti.

L. Quali sono state le tue fonti sull’argomento “fantasmi” e in genere  sul “soprannaturale”?

A. Non sono dovuta arrivare lontano. Nella mia famiglia c’è una persona ‘sensibile’ verso il mondo invisibile e da quando sono bambina faccio i conti con i fantasmi.

Quando sono partita con l’idea del romanzo, però, ho raccolto una montagna di materiale tra libri, articoli, documentari, e fatto ore d’interviste a studiosi del mondo del mistero. Gli aneddoti che mi hanno raccontato hanno ispirato molti dei fatti narrati. Per questo considero “L’Ottava confraternita” un fantasy molto… reale.

L. Non posso non farti questa domanda: credi nel soprannaturale e soprattutto credi nell’esistenza dei fantasmi?

A. Gli spiriti sono in mezzo a noi. Come poter non crederci?

L. “L’Ottava confraternita” è il primo volume di una trilogia, hai già iniziato a scrivere il seguito ?

A. Sto raccogliendo la solita montagna di materiale e spunti. I personaggi del libro non mi hanno mollato un attimo. Credo che anche loro, da qualche parte, stiano scalpitando per essere ancora raccontati.

L. Perché leggere “L’Ottava confraternita” e quale messaggio vuoi trasmettere ai lettori, soprattutto giovani?

A. È una storia d’iniziazione, come tutte le favole nere. È un inno ai ribelli, quelli che lottano per le cose in cui credono e se ne assumono il rischio, da non confondere coi disubbidienti per partito preso. È una riflessione sulla vita oltre la morte. Spero possa aprire spiragli di curiosità su ciò che esiste oltre la misura del tempo, al di là della barriera che separa il regno dei vivi da quello dei morti.

L. Grazie per avere risposto alle mie domande ed essere stata ospite nel mio blog,  per me è stato un grande onore.

A. È stato un grande piacere anche per me. Le tue domande sono state molto stimolanti!


Spero che questa intervista sia stata di vostro interesse e soprattutto che il libro vi abbia incuriosito. Di seguito trovate anche il booktrailer dell’Ottava confaternita.

Se avete voglia di leggere “L’Ottava confraternita”, vi consiglio assolutamente  la versione cartacea, anche se costa di più, ma avrete con voi un libro che vale la pena avere nella vostra libreria. Troverete anche in regalo il “Quaderno del nome”: un manuale diario della scuola Anti Mistero che vi accompagnerà nel vostro viaggio per diventare esperti del mistero.

A presto e se avete curiosità o domande potete scrivere nei commenti, io o l’autrice saremo liete di rispondere.

Lucia M.

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