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03 maggio 2021 Intervista a Massimo Valentini autore de “Il sogno di Nova”

Ciao amici,

oggi ospitiamo Massimo Valentini, autore di uno dei libri di fantascienza che ho letto in questi ultimi mesi: Il sogno di Nova.

La vita da blogger ti permette di conoscere tanta gente del mondo dell’editoria  e ogni giorno la mia email è piena di richieste.  Valuto attentamente ciò che mi si chiede e soprattutto il romanzo, il racconto o altro che mi si presenta. Quando lessi la trama de “Il Sogno di Nova” ne rimasi colpita, così mi furono inviati i primi due capitoli. Decisi che lo avrei letto e recensito.

Sono passati mesi da allora e finalmente “Il sogno di Nova” ha visto la luce. Nell’attesa della sua uscita si è creato una bella amicizia virtuale tra la sottoscritta e l’autore e questo mi ha portato una certo timore a  dover valutare il suo romanzo, perché non è mai facile dare un giudizio, ancora di più se ci si aspetta un’opinione a trecentosessanta gradi. “Il sogno di Nova” poteva non piacermi e allora avrei dovuto dare un giudizio negativo. Per fortuna il romanzo mi è piaciuto molto e lo consiglio a tutti, perché ricco di spunti di riflessioni. Trovate la mia recensione qui.

Dopo aver letto e recensito Il sogno di Nova, ho chiesto a Massimo Valentini di collaborare ad un progetto:  scrivere un articolo che parlasse delle differenza tra fantascienza e fantastico, argomento che ha caratterizzato molto le nostre lunghe conversazioni.  Sono felice che abbia accettato.

Prima però di scoprire ciò che ne pensa di questi due generi, mi piacerebbe presentarvi l’autore, perché credo che sia importante conoscere chi si nasconde dietro un libro, un articolo, un racconto o una qualsiasi forma d’arte in generale.

L’intervista è molto lunga, perchè le domande e le curiosità su di lui, sono veramente tante. Le risposte date sono varie e interessanti. Massimo Valentini è uno scrittore da scoprire e conoscere. Se siete pronti iniziamo subito.

Intervista a Massimo Valentini autore del romanzo

“Il sogno di Nova”


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Ciao Massimo e benvenuto nel mio blog. Ti farò alcune domande per presentarti ai miei lettori.

  • Partiamo da una domanda fondamentale: come è nata la tua passione per la scrittura?

Leggere mi è sempre piaciuto molto da quando ero bambino e così viaggiare con la fantasia, come un po’ tutti i bambini della mia età. La differenza, nel mio caso, fu che a un certo punto cominciai a diventare un avido lettore di romanzi di fantascienza. Era un’estate del 1984, avevo 11 anni. A quei tempi non esisteva internet e io non avevo molti soldini in tasca. Così acquistavo romanzi URANIA usati presso un’edicola vicino casa mia. Non sempre trovavo storie che mi appassionavano e allora cominciai a scrivere da me, quelle che avrei voluto leggere. Cominciai seriamente a scrivere brevi storie soltanto ai tempi del liceo. 

  • Quale genere preferisci tra fantasy, fantascienza e fantastico?

Attualmente il mio genere è sicuramente il Fantastico che è un po’ un contenitore di tutti gli altri filoni letterari che richiedano “una frattura della realtà”. Voglio anche dire che non ho preclusioni verso nessuno di essi anche se, forse, un pochino meno considero il Fantasy. Anche qui, come disse il buon vecchio Albert, “tutto è relativo”.

  • Hai un autore che ami particolarmente e che ha influenzato la tua scrittura?

No perché ne esistono tanti anche se la maggior parte di loro sono quelli ormai considerati classici e non necessariamente di fantascienza. Forse il più letto di sempre da parte mia è Lovecraft ma anche Poe, Dunsany, Robert Block e tanti altri. Nel campo della fantascienza, tout court, Dick è solo uno degli ultimi se non proprio l’ultimo che io abbia letto (e ne ho letti tantissimi dei suoi titoli). Nel campo del fantasy un cenno d’onore va ad Robert E. Howard e al nostrano Gianluigi Zuddas che è, anche se pochi lo sanno, l’inventore del cosiddetto “med-fantasy”.

  • Quali sono gli autori o i libri che secondo te non dovrebbero mai mancare nella biblioteca di un appassionato di fantascienza ?

Philip K Dick, (tutto, tranne VALIS che io trovo noiosissima!)  H. P. Lovecraft (“Le montagne della follia”) i libri di Harlan Hellison, di Marion Zimmer Bradley, il ciclo di DUNE, (di Herbert), “Fondazione e Terra”, di Asimov, e una perla, “Il campo degli spettri” (titolo inglese “Duende Meadow”) di Paul Cook  e tanti, tanti, tanti, tanti altri…

  • Dalla tua biografia si legge che pubblichi anche in Giappone e nei paesi asiastici, considerando che questi luoghi sono molto di moda in questo periodo, soprattutto tra i ragazzi, puoi raccontare brevemente come sei riuscito ad arrivare fin lì?

Per caso. Una società editoriale giapponese contattò una persona che conosco, a Londra, chiedendo se avesse dei nomi ai quali proporre la scrittura di storie ambientate in Europa ma con una piccola caratterizzazione giapponese. La persona, Mary Hellen D, pensò a me in quanto sapeva della mia attività letteraria. Mi mise in contatto col signor Ken Moroboshi e la signora Iwamura Kyoko. Scrissi due storie ispirandomi, in parte, alla mia ragazza (pittrice da una vita) ma dando al personaggio alcune delle caratteristiche consigliatemi dalla Iwamura. Nacque così Ryoko, eroina di due short stories. Le stesse persone, mii chiesero un romanzo da trasformare in manga, a condizione che fosse “davvero strano sia come storia che come impianto narrativo.” Proposi “PRIMUS, l’uomo che sognava di vivere” che più strano non si può: appartiene alla bizarro-fiction distopica ed è veramente una storia STRANA, nel senso più generale del termine.

  • Alcuni tuoi libri sono stati trasformati in manga, anche tu sei un appassionato del genere?

Veramente no, nel senso che non ho mai considerato questa forma espressiva negli anni passati. Nel corso del tempo, però, ho apprezzato le tecniche degli storyboarder giapponesi più noti che, senza fare nomi, sono davvero di eccelsa qualità.

  • Oltre al lavoro di scrittore, cosa fai nella vita?

Scrivo e sogno. 😊

  • Ma parliamo adesso de “Il sogno di Nova” che ho avuto il piacere di leggere: cosa rappresenta per te questo tuo ultimo romanzo?

E’ la mia risposta alla fantascienza sociologica alla Simak e Bradbury e a quella d’azione ma distopica di Dick e Gibson. Volevo scrivere una storia che sapesse di azione e avventura senza però trascurare i sentimenti e le motivazioni psicologiche dei personaggi principali. Qualsiasi delle cose che scrivo deve lasciare un messaggio. Non mi piacciono  le storie fini a sé stesse e in questo raccolgo l’eredità delle grandi storie della cosiddetta Fantascienza d’Oro americana.  NOVA è essenzialmente la storia di fantascienza che comprerei se la trovassi in libreria. E penso che possa piacere a un vasto pubblico, sia maschile che femminile. In Italia si pensa che la SF sia solo robot stile Terminator, astronavi, alieni e guerre stellari. In realtà questa è la SF più comune mentre esistono romanzi che sono veri e propri capolavori assolutamente non inferiori ai classici di qualsiasi altro genere.

  • Dietro il nome NOVA che hai scelto per la tua protagonista e acronimo di New Organism Very Autonomous, si nasconde qualcosa di più profondo? 

Sì. NOVA è realmente esistita. E mi consentirai di non dire altro, su questo punto.

  • Attraverso la scrittura si vuole comunicare qualcosa: un punto di vista, la propria filosofia di vita, una propria visione della società, le proprie paure, etc. Quale messaggio o spunti di riflessione vuoi comunicare ai tuoi lettori attraverso questo tuo romanzo?

Che l’uomo gioca a “fare Dio” senza averne le competenze fin troppo spesso. Possiamo leggere molti spunti riflessivi in NOVA, ma penso che quello che tra tutti sia più visibile, è il seguente avvertimento: il fatto che disponiamo della tecnologia necessaria a fare qualcosa non significa che dovremmo farlo! Dovremmo sempre chiederci quanto sia etico usare questa o quella conoscenza se prima non cerchiamo di capirne i pregi e i difetti. Non siamo infallibili, come specie, e i disastri naturali, l’inquinamento e le disuguaglianze non hanno mai tratto reale aiuto dalla tecnologia se non è aiutata da una certa dose di buon senso. E questo, nessuna macchina lo potrà mai sapere perché il più delle volte manca anche alla specie umana. 

  • “Il sogno di Nova” è stato pubblicato da una giovanissima casa editrice “La Saggese Editori”, credi che in questa giungla di editori indipendenti, il tuo romanzo riesca a farsi notare in Italia?

Tutto può essere, oggigiorno, perché no? NOVA è piaciuta molto alle due persone giapponesi che hanno già approvato PRIMUS, ma ne farebbero un manga e io vorrei una storia fedele alla mia, non un’interpretazione.  Ma ciò che conta, per me, è che NOVA esista e che sia letto da tutte quelle persone alle quali piaccia sognare sui libri, che li coccolino, e non solo i libri più comuni. Poi, per carità, ognuno ha i suoi gusti. Ad ogni modo un libro non è mai morto se ha una storia emotivamente valida. Più che altro vorrei che la gente potesse capire che dietro NOVA c’è ben più di una trama di fantascienza classica ed è ciò che trasmette. Se anche a poche persone il mio romanzo trasmetterà sensazioni piacevoli sarà la mia migliore ricompensa. E finora, a quanto pare, non ho ancora letto di commenti negativi su di lei.

  • Considerando che ormai l’ebook si è affermato tantissimo nel campo dell’editoria mondiale, sai già se e quando “Il sogno di Nova” verrà pubblicato in questo formato? Che cosa ne pensi a riguardo?

Il formato digitale è sicuramente un plus importante in un’epoca, come quella odierna, dove questi formati sono economici e facili da fruire. La Saggese Editori non prevede ancora questa possibilità ma, a detta del mio editore, ci sta lavorando. Ad ogni modo, consentimi di essere un appassionato della carta e della copertina: per me, un libro cartaceo fatto bene potrà essere più ingombrante di un file di computer ma anche molto più soddisfacente dal punto di vista dei sensi.

  • Avendo avuto la possibilità di leggere il cartaceo de “Il sogno Di Nova”, mi sembra doveroso chiedere, chi ha curato la parte grafica, perché, come ho già scritto nella mia recensione, è veramente notevole.

Grazie. Luca D’argenio per quanto riguarda copertina e impaginazione, Giovanna Pironti per l’editing svolto insieme al sottoscritto. NOVA essendo il titolo che inaugura la collana fantascientifica, gode di una veste grafica diversa dalle altre collane della mia casa editrice, come ben capisce chiunque ha modo di toccare copertina e pagine interne. Anche gli altri titoli sono fatti bene ma NOVA, esattamente come la protagonista del romanzo, è diversa. 😊

  • Arriviamo alla domanda finale: quali sono i tuoi progetti futuri?

La mia prossima pubblicazione sarà “Lacrime di Ghiaccio”, una versione modificata di “Ultima Thule” che tu hai già avuto modo di leggere. Una storia ambientata nel continente dei ghiacci eterni, l’Antartide, dove sono stato nel 1994. Un romanzo breve, di viaggio, anche questo molto emotivo. A suo tempo piacque molto ma stavolta è stata editata e aggiornata insieme alla mia editor, Giovanna Pironti. Lo stesso “PRIMUS, l’uomo che sognava di vivere”, potrebbe rivedere la luce anche in forma italiana ma in versione modificata e aggiornata, e probabilmente più snella, con un’altra casa editrice.   

Per quanto riguarda i romanzi davvero inediti al momento sono dietro a due titoli. Il primo è un romanzo Fantastico/SF, al momento senza titolo, che riunisce in sé sia una parte fantastica che una distopica. Una storia potente che richiede molto studio in svariati campi ma ambientata oggi, anche se sempre in America. L’altro romanzo è uno Science-fantasy. Al momento ne esistono 380 pagine ma raggiungerà le 500. Qui, il titolo è bello e pronto, ma è coperto da top-secret come anche la storia. Nutro moltissime speranze in questi progetti, storie sofisticate, soprattutto quello science-fantasy, per tutto il back-ground che serve per scriverlo. Per il romanzo distopico l’idea di fondo è quella di un romanzo d’azione dove i personaggi interagiscono con qualcosa di assolutamente incredibile, ma tutto sommato  richiede le tecniche più comuni oggi usate da un buon scrittore, non solo di fantascienza, ossia il “mostrato”, dialoghi validi e precisi, una buona storia di fondo e personaggi ben caratterizzati. Quindi, la difficoltà del libro è più che altro nel mescolare Fantastico e un tecno-thriller e nella documentazione necessaria a farne una storia credibile.  Il romanzo science-fantasy è invece la mia riposta al miglior fantasy di sempre, e non parlo del classico “Signore degli anelli”. La mia intenzione era quella di scrivere una storia che non presentasse le stesse creature già viste dagli appassionati e che fosse al tempo stesso, molto più avvincente di un fantasy classico. E posso dirti che serve un back-ground di un certo livello per scriverlo. Per esempio, ho studiato l’e-prime, (una tecnica che non usa il verbo “essere”), il “bullett time” cinematografico per le scene d’azione, ho modificato il “mostrato” ai miei fini, ho studiato a fondo la metallurgia giapponese delle katane (per le armi da fianco) la tecnologia al plasma (per le armi da lancio) le tattiche di combattimento con la spada, il BUSHIDO per la parte filosofica, astronomia (per il luogo dove si svolge la storia) la fisica nucleare (per la definizione degli elementi scientifici del romanzo relativi alla propulsione e la produzione di energia). Oltre a questo, la nomenclatura dei nomi dei personaggi è precisissima e costruita appositamente per la storia. E tante, tante altri aspetti che sarebbe troppo lungo da spiegare qui. Ti basti solo sapere che se per NOVA ho impiegato un anno e mezzo tra ricerche e scrittura, e prevedo di usare almeno due anni della mia vita per il romanzo Fantastico/Distopico, per lo Science-Fantasy sono dieci anni che lo scrivo, senza fretta, come il vino buono. E lo darò solo a una Casa Editrice notissima o all’estero.   

Grazie Massimo di essere stato ospite del mio blog, ti aspetto prossimamente per parlare delle differenza tra fantascienza e fantastico. 

BIOGRAFIA

Massimo Valentini è uno scrittore, divulgatore freelance e pubblicista italiano, nato a Cosenza nel 1973. È stato nella redazione di Voyager Magazine, la rivista ufficiale dell’omonima trasmissione televisiva, e ha collaborato col Giornale dei Misteri, il più antico mensile sull’insolito, curandone la rubrica “Il detective della scienza”. Nel 2007 la Falco Editore ha stampato la sua raccolta di racconti fantastici Alfa e Omega e nel 2008 il romanzo Ultima Thule. La 0111 Edizioni ha pubblicato le sue raccolte di racconti Quattro ombre azzurre (2009), Sulle ali di Althaira (2009) e Gabbiani delle Stelle (2011). Nel 2012 il racconto Alpha e Omega è apparso sul numero 482 del Giornale dei Misteri e la Lettere Animate Edizioni ha pubblicato il suo romanzo Primus, l’uomo che sognava di vivere, uno dei pochi esempi di bizzarro fiction del panorama letterario italiano. Il racconto Ritorno a casa è stato pubblicato nella miscellanea Calabresi per sempre (Edizioni della Sera, Roma, 2019). In Giappone è stato pubblicato 特別な女の子涼子 (Tokubetsuna on’nanoko Ryōko, “Ryoko, una ragazza speciale”) tratto dal suo racconto breve Lei, e 運命の女涼子 (Unmei no jo Ryōko, “Ryoko, donna del mio destino”) a sua volta tratto dal suo racconto Ryoko, principessa metropolitana.
Il sogno di Nova è il suo terzo romanzo.

17-10-2019 Segnalazione: “Il Trono del Narratore” di Paolo Fumagalli e Intervista all’autore.

Ciao amici,

oggi vi segnalo il nuovo libro di Paolo Fumagalli: “Il trono del narratore”. E’ uscito alcuni mesi fa e dovevo segnalarlo da un po’, ma meglio tardi che mai. Trovate anche un’ interessante intervista all’autore. E’ sempre bello scoprire cosa si nasconde dietro il lavoro di uno scrittore e il modo in cui si arriva a scrivere una storia.

Prezzo: 15,00 € cartaceo     4,99 € ebook
Pagine: 284
Editore: EKT Edikit
ISBN: 978-88-98423-73-6
Genere: Fantasy autoconclusivo
Data di pubblicazione: 18 giugno 2019
Copertina di Eleonora Garofolo

SInossi

Come ogni anno, i bardi si riuniscono nel loro rifugio segreto in occasione dell’equinozio d’autunno, per raccontare e ascoltare leggende sedendosi a turno sul Trono del Narratore. Le loro parole danno forma e vita a luoghi meravigliosi, a personaggi fiabeschi, a miti che risalgono fino all’origine del mondo e che parlano di città abitate da popolazioni bizzarre, di oggetti fatati, di abili furti e di imprese eroiche. Le diverse avventure si intrecciano le une alle altre a formare un’unica storia, piena di eventi fantastici e curiosi. Un viaggio tra foreste impenetrabili, grandi palazzi e remote montagne, in compagnia di personaggi particolari, tra cui un uomo capace di scolpire idoli che diventano vere divinità, un ladro in grado di rendersi invisibile, un monaco guerriero in lotta con le potenze soprannaturali, un valoroso cacciatore di draghi alla ricerca di nuove sfide, un astrologo impegnato a salvare un’intera città da una pestilenza sconosciuta…

INTERVISTA ALL’AUTORE

L. Come mai, hai deciso di raccontare tante storie in unico libro?

P. Lo spunto iniziale è venuto da una riflessione sui racconti inseriti in una cornice con narratori. Ho pensato che sarebbe stato interessante modificare quella struttura e spingerla in una direzione differente: invece di presentare storie prive di relazione fra loro, volevo che tra le vicende ci fossero dei rimandi importanti, in modo che gli episodi si legassero formando una narrazione unica.

L. A chi ti sei ispirato?

P. Per quanto riguarda la struttura, forse la spinta iniziale è venuta da “Il castello dei destini incrociati” di Italo Calvino, anche se fra questo libro e il mio ci sono comunque tantissime differenze. Visto che volevo ottenere atmosfere misteriose e incantate, adatte a riflessioni sulle storie e sui miti, staccate dalle tendenze che vanno più di moda al giorno d’oggi e maggiormente rivolte al passato, direi che per il resto l’influenza più forte è stata quella di Lord Dunsany.

L. Potresti dirci qualcosa in più del “Il Trono del Narratore” ?

P. L’ambientazione e le avventure che vengono raccontate rimandano al fantasy classico, ci sono scontri, magie e creature fatate, ma ho cercato di introdurre elementi interessanti e particolari, di cambiare un po’ la prospettiva. Invece di mettere soprattutto in luce maghi e guerrieri, personaggi più adatti a compiere imprese eroiche, ho voluto dare spazio a figure più marginali, sia dal punto di vista letterario che sociale. Ecco quindi un mondo popolato da bardi, giocatori d’azzardo, ladri, monaci, saltimbanchi, astrologi e così via, tutte persone che sono abituate ad affrontare imprevisti e difficoltà nella vita di tutti i giorni ma che per cavarsela in situazioni di grande pericolo o di incontro con potenze soprannaturali non possono contare solo sulla forza o sulla magia. L’astuzia, l’arte di arrangiarsi e le conoscenze e abilità di ognuno di loro diventano più importanti di una spada o di un incantesimo.

Quante storie vengono raccontate? C’è un filo che le lega?

Ci sono nove storie narrate dai bardi, più la cornice che racconta la loro riunione e dà spazio a riflessioni su queste leggende. Sono tutte legate perché ognuna offre lo spunto per quella successiva: ci sono luoghi, personaggi e oggetti che appaiono in più di una occasione oppure eventi di una storia che hanno conseguenze in quelle seguenti. Ad esempio, in uno dei capitoli si racconta che cosa accade a un uomo che entra in possesso di un oggetto magico rubandolo a una ragazza e in quello successivo si rivela che cosa succede a questa ragazza quando si accorge che l’oggetto magico le è stato rubato. Così la vicenda di ogni personaggio diventa parte di una storia più ampia, della trama di un romanzo. Inoltre, la prima e l’ultima storia sono particolarmente legate fra loro e anche alla cornice, perché riflettono sulla creazione di miti e sull’importanza dell’arte della narrazione.

Perché dovremmo leggere “Il Trono del Narratore”?

Credo sia un esperimento interessante ma anche equilibrato, una ricerca di una prospettiva un po’ diversa senza rendere il libro astruso o monotono. Mi sembra classico e al tempo stesso insolito, con molti elementi amati dagli appassionati di fantasy ma anche parecchi che non sono troppo diffusi. I personaggi sono particolari, non stereotipati, e movimentano parecchio la trama perché l’attenzione non è limitata a un gruppo ristretto di protagonisti, c’è spazio per varie figure che entrano ed escono dalle narrazioni rendendole vivaci.

Ci puoi lasciare un piccolo estratto?

Ecco un breve estratto che riguarda uno dei miei personaggi preferiti: Calianna, una giocoliera che viene coinvolta in un pericoloso furto notturno.

ESTRATTO

La giocoliera emer­se dal pozzo nero d’incoscienza in cui era caduta pochi minuti prima e sollevò il capo, stringendo i denti per contrastare il battito forsennato che le martellava senza tregua le tempie. Cercò di re­spirare profondamente e di schiarirsi le idee, ma un colpo di tosse le scosse i polmoni, facendola rimanere per un momento senza fiato. Si portò una mano alla testa, ma se ne pentì subito perché toccare il punto che le doleva maggiormente servì solo a farla sus­sultare e a sporcarle le dita di sangue. Provò a rimettersi in piedi, appoggiando le mani sul pavimento di lucido marmo, ma riuscì soltanto a sollevarsi quanto bastava per rimanere con un ginoc­chio appoggiato a terra.

Sebbene ancora non fosse in grado di alzarsi e di camminare, Calianna poté lanciare un’occhiata attraverso la finestra che le stava davanti e che si apriva sul cielo limpido della notte inol­trata, riempito da un bagliore soffuso proveniente dal firmamento. Come in un sogno fatto di rimasugli di vertigini e di cerchi rossi che danzavano deformando le superfici solide, vide la sagoma di una creatura simile a un drago spiccare un balzo dal cornicione e librarsi nell’aria con un corpo umano stretto fra le zampe ante­riori. Guardò quella spaventosa apparizione aprire le ali, sbatterle lentamente per volare sopra la piazza con pochi colpi possenti, e infine spalancare le fauci per mordere la sua preda.

Attualmente stai lavorando ad un altro progetto?

Sì, si può dire che non ci sia mai un periodo in cui sono del tutto inattivo. Sto sempre scrivendo qualcosa di nuovo, oppure rileggendo e battendo al computer un testo completato (la prima stesura la faccio con carta e penna, quindi poi c’è un ulteriore passaggio in cui trasferisco tutto al pc e intanto approfitto dell’occasione per fare altre correzioni). Per il momento continuo a dedicarmi al fantastico: anche se ogni tanto mi capita di scrivere qualcosa di diverso, più realistico, tutte le sfumature del fantastico continuano a interessarmi e divertirmi.

Grazie Paolo per le tue risposte e in bocca a lupo per questo tuo nuovo romanzo.


Biografia

Paolo Fumagalli è nato nel 1981 e fin da bambino ha dimostrato un grande interesse per la letteratura. La sua passione lo ha portato a laurearsi in Lettere, con una tesi sull’uso simbolico dei colori nelle poesie giovanili di Aldo Palazzeschi, e soprattutto lo ha spinto a dedicarsi alla scrittura di opere narrative. Nel corso degli anni ha scritto romanzi e racconti, diversi fra loro per generi di appartenenza e atmosfere, spesso basati sull’importanza e sulla difesa della fantasia. Nei suoi testi inoltre si rivela il fascino provato nei confronti del patrimonio folkloristico e leggendario, uno dei suoi più grandi amori insieme al cinema e alla musica.

Ha vinto diversi concorsi per storie brevi e alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie di autori vari “Fate – Storie di terra, fuoco, acqua e vento”, “I mondi del fantasy V” e “Ritorno a Dunwich 2”.

Ha pubblicato le raccolte di racconti “La pietra filosofale” e “Foglie morte” e i romanzi  “Fuoco e veleno”, “Scaccianeve”, “La strada verso Bosco Autunno”, “Bucaneve nel Regno Sotterraneo”, “La terra promessa” e “Il museo delle esperienze meravigliose”.

Pagina Facebook dedicata all’autore: https://www.facebook.com/paolofumagalliautore/

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Per oggi è tutto,

a presto,