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10-07-24 Recensione “Dark Matter” di Blacke Crouch

Autore: Blake Crouch
Traduttore: Annalisa Garavaglia
Editore:Fanucci
Pag: 336
Anno edizione:2024

Sinossi

Jason Dessen, ex meccanico quantistico, è un professore universitario di Fisica che vive a Chicago con la moglie Daniela e il figlio Charlie. Un giorno viene rapito e drogato. «Sei soddisfatto della tua vita?» sono le ultime parole che sente pronunciare prima che il suo rapitore lo colpisca tanto forte da fargli perdere i sensi e di risvegliarsi legato a una barella. Si rende conto di essere circondato da persone che indossano tute di protezione chimica, e un uomo a lui sconosciuto gli sorride dicendo: «Bentornato, amico.» Nel mondo in cui si ritrova, la vita è diversa da quella che ha sempre conosciuto. Sua moglie non è sua moglie, suo figlio non è mai nato e lui non è un semplice professore di Fisica ma un genio ammirato da tutti perché ha realizzato qualcosa di grandioso. Qualcosa di impossibile. Tuttavia un atroce dubbio lo assale: quale dei due mondi è un sogno?

La mia opinione

“Dark matter” di Black Crouch è un thriller fantascientifico adrenalinico che racconta di un multiverso in cui il protagonista deve ritrovare sé stesso.

Quando ho letto la trama di questo romanzo, ne sono rimasta subito colpita. I mondi paralleli, la materia oscura, sono temi che mi affascinano molto e se il protagonista è un fisico che si occupa di meccanica quantistica, la cosa mi coinvolge ancora di più.

Il protagonista Jason Dessen è un fisico specializzato in meccanica quantistica, ma che a un certo punto della sua vita ha scelto di costruirsi una famiglia invece di proseguire nella sua ricerca. Daniela, sua moglie, è un’artista. Anche lei ha messo da parte la sua arte per dedicarsi a suo figlio Charlie. Una notte però la sua vita cambia improvvisamente. Un uomo che indossa una maschera da geisha lo rapisce e senza neanche accorgersene si ritrova in un luogo sconosciuto, dove tutti sembrano conoscerlo. In questo mondo così simile al suo, lui è considerato un genio e padre di una scoperta talmente importante da mettere in pericolo la vita di chi cerca di aiutarlo. In questo mondo che piano piano scopre di non essere il suo, ha vinto tanti premi, ha una casa da sogno, ma non ha la sua Daniela e suo figlio. Jason capisce che non può vivere in un mondo dove loro non esistono.

Arrivata a questo punto della storia ho pensato: “Sarà il solito romanzo sui viaggi tra mondi paralleli?” Invece, è stato un viaggio pieno di colpi di scena, originale, a volte spaventoso e triste, dove le scelte determinano il futuro.

È un romanzo che fa riflettere sulla vita, su quanto siano determinanti anche delle piccole scelte quotidiane, su quanti scenari possono crearsi sulla base delle nostre decisioni.

“Dark Matter” non è mai banale; coinvolge e spiega, attraverso teorie scientifiche basate sulla meccanica quantistica, il multiverso. Quasi alla fine del romanzo ho pensato: “È adesso?”

Sono contenta di averlo letto perché ne avevo veramente bisogno. Ultimamente i thriller fantascientifici sono il mio genere preferito e “Dark Matter” ci rientra benissimo.

La storia di Jason è quella di un uomo che ha fatto delle scelte e che, a un certo punto della sua vita, si chiede se queste scelte siano state giuste e lo fa con un certo rimpianto. Ha però la possibilità di capire cosa è veramente importante per lui nel momento in cui si trova ad affrontare un mondo senza la sua famiglia.

Oltre a Jason e i vari Jason nella storia, c’è il personaggio di Amanda molto interessante e che sarebbe bello ritornasse in qualche altro romanzo dell’autore.

Un romanzo con diverse sliding doors, con diverse scelte, quelle che la vita ci mette ogni giorno davanti. Cosa sarebbe successo se? What if?

Lo consiglio agli appassionati di fantascienza e a chi pensa che la vita deve essere vissuta nella sua pienezza senza guardarsi mai indietro.

Il mio voto è

4,5 pinguini lettori.

A presto,

la vostra blogger Lucia.

Ringrazio la casa editrice Fanucci per la copia omaggio.

L’autore

Blake Crouch è uno scrittore e sceneggiatore di successo. I suoi romanzi includono il bestseller del New York Times “Dark Matter” e la trilogia di “Wayward Pines”, bestseller a livello internazionale, adattata nel 2015 per una serie televisiva “Wayward Pines”. Crouch ha anche creato lo spettacolo TNT Good Behavior, basato sui suoi racconti di Letty Dobesh. Il suo ultimo libro è Recursion, un thriller fantascientifico sulla memoria pubblicato a giugno 2019. Crouch è nato nei pressi della città di Statesville, Nord Carolina nel 1978. Ha frequentato l’Università del Nord Carolina alla Chapel Hill e si è laureato nel 2000 con una laurea in Inglese e scrittura creativa.

29-05-22 Recensione “KOKO” Trilogia della rosa blu. Vol. 1 di Peter Straub

Autore: Peter Straub
Traduttore: Sofia Mohamed
Editore: Fanucci
Collana: Narrativa
Link d’acquisto qui
Pagine: 564 p., Brossura
Costo cartaceo: 20,00 euro
Costo ebook: 9,90 euro
Anno edizione: 2020

Trama

Solo quattro uomini sanno chi è Koko. E devono fermarlo. Sono trascorsi ormai molti anni dalla fine della guerra in Vietnam quando quattro reduci appartenenti allo stesso plotone si ritrovano a Washington: un pediatra, un semplice operaio, un avvocato e uno scrittore. Non hanno nulla in comune. Il motivo del loro incontro è legato al passato, a un unico traumatico episodio, improvvisamente rievocato da un agghiacciante fatto di cronaca. A Singapore si sta verificando un’efferata catena di inspiegabili delitti firmati da un misterioso killer che lascia su ogni vittima, orribilmente sfigurata, una carta da gioco sulla quale è scarabocchiato il nome “Koko”. Solo loro ne conoscono il significato e sanno che non hanno tempo da perdere. Dai cimiteri e bordelli dell’Estremo Oriente alla giungla umana di New York, daranno la caccia a qualcuno che è risorto dall’oscurità per uccidere, uccidere e uccidere ancora.

La mia opinione

“Koko” di Peter Straub, edito dalla Fanucci Editore, è il primo capitolo della Trilogia de “La Rosa Blu”. Parla di quattro uomini Poole, Conor, Tina e Beevers, che durante un raduno di reduci della guerra del Vietnam, combattuta dal 1955 al 1975, prendono la difficile decisione di ritornare in quel luogo e di cercare un loro vecchio compagno di guerra, convinti che sia l’artefice di terrificanti omicidi. Il loro obiettivo è fermarlo.

Un viaggio che li porterà, da Saigon a Bangkok, definita dall’autore, come la Calcutta thailandese, un luogo dove la perdizione della mente e del corpo è sempre in agguato.

Tra presente e passato, la storia porta il lettore a immergersi in uno stato di angoscia e paura. Angoscia perché chi legge si sente quasi soffocare dal ricordo dei protagonisti e da chi, come Koko, mente criminale e malata, non può fare a meno di uccidere. Uccidere per vendetta, ma anche a caso. Uccidere chi si presente nel suo cammino e farlo in un modo orribile. E poi la paura di rivivere l’incubo della guerra. Momenti spaventosi che neanche il tempo può cancellare. Gli effetti che la guerra crea sugli uomini sono così devastanti che mai e poi mai chi l’ha vissuta sulla propria pelle riuscirà a vivere una vita normale: la morte e il male lo accompagneranno sempre.

Un romanzo troppo prolisso: ben 560 pagine. Mentre leggevo non ho potuto fare a meno di notare una somiglianza con lo stile del maestro Stephen King, con cui Peter Straub ha lavorato a quattro mani nella stesura del “Il Talismano”. Ci sono diversi omaggi al Re del terrore, che al lettore appassionato vanno subito all’occhio. Lunghe descrizioni, lunghe analisi personali e tanto orrore. Avendo da poco letto “IT”, in Koko c’è anche un riferimento al pagliaccio, al mostro che pervade l’anima degli uomini. Il male che si annida nell’uomo e che porta ad altro male. L’autore porta a vivere e ad immedesimarsi con il personaggio che vive in quel momento la scena. Ci sono, infatti, diversi punti di vista nella storia e c’è anche quello dello stesso Koko.

Ma non mancano i riferimenti ad altri romanzi, come “Gli ambasciatori” di Henry James e “Le storie di Babar” Jean de Brunhoff, non facenti parti del mondo di King;  i protagonisti di “Koko” leggono e uno di loro scrive romanzi: romanzi oscuri.

Come già detto la storia pecca di lunghezza, di eccessive descrizioni, e di storie di qui si poteva fare anche a meno di raccontare. Anche la descrizione di alcuni episodi, che attraverso la memoria dei protagonisti, vengono ripetuti e rivissuti più volte, ma con punti di vista diversi.

Mentre la storia va avanti, si capisce come l’autore voglia mostrare al lettore che l’origine del male è qualcosa che non nasce dal nulla, ma nasce da altro male; si radica piano piano nell’animo umano, diventa sempre più forte fino ad esplodere. Un episodio, un vissuto, tanti vissuti, possono cambiare per sempre la vita di un uomo trasformandolo in un mostro.

Sicuramente una storia che merita di essere letta, per conoscere un autore che forse sta all’ombra di King, ma che come stile e come bravura non si può considerare meno. Per me è stata una scoperta, ma proprio perché ultimamente non  amo molto i libri troppo lunghi e troppo descrittivi, il mio voto è:

3,5 pinguini lettori.

A presto,

la vostra blogger Lucia.

Ringrazio la casa editrice per la copia omaggiata.

Alcune immagini sono tratte da internet