09/11/2023 Fantascienza e dintorni

Ciao amici,

chi mi segue sa che la fantascienza è il mio genere preferito, sia se parliamo di libri sia che parliamo di film. Se un giorno dovessi scrivere un romanzo, lo scriverei di fantascienza.

So anche che a molti non piace la fantascienza, ma si sa ognuno ha i suoi gusti. In questo articolo e i successivi, che non appartengono allo stato attuale a nessuna delle mie rubriche, parleremo di fantascienza, in particolare di alcuni dei film che hanno fatto la storia del cinema e degli errori che li caratterizzano, oltre ad alcune curiosità.

Molti film di fantascienza si ispirano ai romanzi, ma ahimè i film che tratteremo oggi, non si ispirano ad un libro in particolare, ma prendono spunto da tanto materiale di scrittura.

Prima di lasciarvi in buone mani, vi dico che questo articolo è nato dall’idea del mio amico scrittore e divulgatore Massimo Valentini che da alcuni anni collabora assiduamente con il mio blog. Vi consiglio di seguirlo e, se vi piace la fantascienza, di leggere il suo ultimo libro “Il sogno di Nova”.

Aspetto, come sempre i vostri commenti.

Quante volte abbiamo sentito parlare di classici della Fantascienza come “Alien”, di Ridley Scott, e “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick? Sono usualmente ricordati come capisaldi del proprio genere, per molti aspetti insuperati da quelli odierni. Eppure anch’essi celano diversi errori dì verosimiglianza che forse non tutti conoscono. Nell’articolo di oggi parleremo precisamente di “Alien”
Vediamo…

ALIEN” di Ridley Scott, 1979

Sigourney Weaver in una sequenza di “Alien”

Trama: Anno 2122, una nave da carico interstellare, la “Nostromo”, atterra su un pianeta sconosciuto per indagare su uno strano segnale di origine sconosciuta che si rivelerà emesso da una nave aliena con tanto di “uova”. Una di queste contamina un membro dell’equipaggio, Kane, che morirà a causa dell’embrione. Da quel momento in poi il film è la narrazione della lotta tra i membri dell’equipaggio superstiti e la creatura.

“Alien” è uno dei pochi film di fantascienza a mostrare navi dall’aspetto vissuto: pannelli sporchi e usurati dall’uso, attrezzature arrugginite e sporche di grasso, ecc. Questo regalò verosimiglianza all’ambientazione della pellicola che in tal senso fu una delle prime del suo genere in quanto molti film di fantascienza mostravano astronavi impeccabili. Peccato però che anche “Alien” mostri così tante défaillances sull’aspetto scientifico/storico.
Tanto per cominciare…


Errore 1 – Come ha fatto la Compagnia a rilevare il segnale emesso dalla nave aliena PRIMA delle vicende narrate nel film? (visto che i boss della Weiland Yutani hanno perfino mandato un robot per assicurarsi che un esemplare alieno giungesse sano e salvo sulla Terra). Una falla logica superficiale in quanto sarebbe bastato “far scoprire” alla protagonista del film, Ripley, che il segnale era già noto grazie, forse, a una precedente nave dalla stessa compagnia.

Errore 2 – È poi improbabile che nel 2122 esistano ancora riviste “erotiche” cartacee, come quelle che si vedono, nel più puro stile “anni Ottanta”, alle pareti della nave durante la scena in cui Ash (interpretato dal bravissimo Ian Holm) tenta di soffocare Ripley con una di quelle riviste.

Errore 3 – Ma come, esistono navi interstellari e la tecnologia non ha prodotto nulla di meglio dei tubi al neon per illuminare gli ambienti? Sull’elettronica della Nostromo non dico nulla: anche quella figlia degli anni Ottanta (schermi monocromatici verdi, tastiere identiche a quelli “terrestri”, computer centrale abbastanza demodé) ma era probabilmente il meglio al quale potessero pensare gli sceneggiatori dell’epoca. Spiace però come nei suoi seguiti, parlo di “Alien Covenant” in poi, ambientati PRIMA di Alien, la tecnologia di bordo sia più avanzata e in linea con gli standard degli anni 2000: non si fa così, signor Scott! Al limite doveva presentare la stessa tecnologia, se non più datata!

Errore 4 – Nella scena che vede Ripley (Sigourney Weaver) usare il rilevatore di “micro spostamenti della densità dell’aria”, in pratica un radar a onde millimetriche a corta portata, afferma che ci sono tracce nella stanza a fianco. Peccato che però la porta della stanza sia chiusa ermeticamente: come ha fatto l’apparecchio a captare gli spostamenti?

Errore 5- Durante il tentativo di rimuovere il facehugger dal viso di Kane, Ash incide uno dei tentacoli che avvolgono il capo del secondo ufficiale di bordo. Ne esce un liquido corrosivo in grado di corrodere ben due ponti della Nostromo. Ma perché NON ha corroso il viso di Kane? Inoltre, se l’acido molecolare dell’alieno è così potente come mai, nella scena finale che vede Ripley sparare un arpione all’alieno per scagliarlo fuori dalla capsula di salvataggio

Errore 6- il metallo NON è corroso dal sangue della creatura?

Errore 7- Non dico nulla sul lavoro dell’artista H. R. Giger al quale si devono il design della creatura e del relitto della nave trovata sul pianeta, ma è improbabile che una creatura aliena mostri la stessa struttura corporea bipede degli esseri umani. Va bene, l’alieno è mostruoso ma di base si muove come una persona. Esigenze sceniche a parte (era chiaramente una persona che indossava un costume anche perché la CGI, beati gli anni Ottanta, non era così comune) scientificamente non è molto verosimile. Durante la scena del decollo dal pianeta

Errore 8- Ripley fa giustamente notare al capitano Dallas che “non c’è energia su due ponti e il generatore di riserva è andato”. Dallas se ne infischia e ordina ugualmente il decollo nonostante non ci siano rischi per la sicurezza della nave sulla superficie del pianeta. Una nave spaziale non è un giocattolino: se ha avarie a bordo PRIMA il capitano le fa riparare e POI ordina il decollo e per due ottime ragioni: la prima è la sicurezza della nave e la seconda la sua responsabilità di mettere a repentaglio vite e nave di fronte alla Legge.

Errore 9- Nella versione italiana il navigatore di bordo, Lambert, legge sugli strumenti di bordo la posizione della nave e afferma: “Siamo nel sistema della stella zheta 2 SUL reticolo”. Peccato che il “reticolo” sia però una costellazione (più o meno a 40 anni luce dalla Terra) e zheta 2 una delle sue due stelle. Non penso sia un errore degli sceneggiatori del film ma del doppiaggio italiano. In inglese si dice comunque ON, ed è quindi facile pensare che i doppiatori italiani non fossero molto ferrati in Astronomia!

Nave “Nostromo” dal film Alien

Errore 10- Come già detto la Nostromo è un cargo interstellare. La sua struttura, però, non è compatibile con gli atterraggi su pianeti dotati di atmosfera come quello mostrato nel film. Possiamo pensare che navi del genere siano in realtà assemblate in orbita e non vedano praticamente le superfici dei pianeti non disponendo di ali o altre superficie atte a fornire loro un minimo di portanza ma di tale dettaglio, nel film, non si dice mai niente.

Errore 11- Sempre nella scena dell’atterraggio i due meccanici di bordo hanno il loro da fare per riparare la nave. Ma nessuno di loro esce all’esterno per farlo. Vero è che Dallas sa che lo scafo NON è incrinato, ma nella sequenza dell’atterraggio vediamo una delle “zampe meccaniche” della nave poggiare in bilico su una roccia. Se qualcosa fosse stata riparare, perché non all’esterno?

Massimo Valentini

Equipaggio della Nostromo – Film “Alien” 1979

Curiosità

Alien, il film di fantascienza diretto da Ridley Scott nel 1979, non è ispirato direttamente a un libro, ma ha avuto diverse influenze letterarie. Alcune delle fonti di ispirazione sono state:

  • Il racconto “Chi va là?” di John W. Campbell, che narra di una spedizione scientifica in Antartide che scopre un’entità aliena in grado di assumere le sembianze di qualsiasi essere vivente 1.
  • Il romanzo “La morte della Terra” di J.-H. Rosny aîné, che descrive una razza di creature simili a funghi che si nutrono di minerali e distruggono la vita sul pianeta.
  • Il romanzo “La sfera del buio” di A. E. van Vogt, che racconta di una nave spaziale infestata da un mostro invisibile che uccide i membri dell’equipaggio uno a uno.
  • Il romanzo “La guerra dei mondi” di H. G. Wells, che presenta una specie aliena ostile e superiore che invade la Terra con dei giganteschi tripodi. 
  • Il titolo originale del film era Star Beast, ma fu cambiato in Alien perché era più semplice e suggestivo.
  • Il film vinse l’Oscar per i migliori effetti speciali nel 1980 e fu candidato anche per la migliore scenografia.

Spero che l’articolo sia stato di vostro gradimento, nella prossima puntata parleremo di un altro film cult “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick.

La vostra blogger Lucia

Alcune immagini sono prese da internet e costituite da materiale largamente diffuso. Qualora il loro uso fosse soggetto a diritto d’autore, provvederò alla loro pronta rimozione in seguito alla segnalazione via email. La cover della rubrica è realizzata con Image Creator e Canva.

25/10/2023 Cover Reveal ” Saga della Corona delle Rose V” di Gianluca Villano

Ciao amici lettori,

oggi mi rivolgo soprattutto agli amanti del fantasy e dei giochi di ruolo.
A breve uscirà l’ultimo capitolo della “Saga della Corona delle Rose” di Gianluca Villano che da anni seguo per la sua passione per i giochi di ruolo, in particolare per Dungeons & Dragons, e per l’entusiasmo che mette nella scrittura e nella creazione di ambientazione fantastiche.

Ho il piacere e l’onore di mostrarvi in anteprima la cover, realizzata da Andrea Tentori Montalto, e il prologo de “L’equilibrio dei tre Regni” Capitolo V della “Saga della Corona delle Rose”.

L’armonia degli Elementi su Arbor è prossima al collasso, il Primo Giorno d’Inverno decreterà la fine della razza umana e Logren, l’unico che può ristabilire l’equilibrio dei Tre Regni, si trova nella Cripta delle Anime esiliate, che è soltanto una delle innumerevoli prigioni che lo separano dallo scontro finale con l’Haorian, il semi-dio.

Prologo

“Logren…”.

Lo aveva visto precipitare insieme a Elmerhel, avvinghiati, ma prima di provare a raggiungerlo, era stata sopraffatta da una forza invisibile, che le aveva fatto perdere i sensi; la stessa che poi aveva travolto anche Elsheen, il Drago Guardiano d’Oro.

Quando si era risvegliata, accanto a lei aveva trovato Naack, il Mistico dalla Testa di Gufo e senza proferir parola le aveva indicato, nel cielo, il punto dove Miitha, il Drago Guardiano d’Argento, avvolto da una nube nera e opaca, stava cadendo.

«Vado a cercare Logren» le aveva detto in seguito, abbandonandola a se stessa.

E aveva corso tra gli alberi radi di un leggero pendio, per parecchio tempo, nella fitta boscaglia, prima d’imbattersi in Kelen, l’Eremita, librato in volo, in sembianze di falco.

«Procedi dritta, verso quel faggeto» le aveva detto, dopo essere tornato umano, continuando a correre verso una direzione ignota. «Ma stai attenta a Kalhaud!» aveva aggiunto, scomparendo alla sua vista.

“Stai attenta a Kalhaud…” e avrebbe scoperto molto presto cosa avesse voluto dire, con quell’avvertimento.

Seguendo l’indicazione dell’Eremita aveva raggiunto una spianata con faggi schiacciati al suolo e aveva subito riconosciuto il punto dov’era caduto Miitha.

Nel cielo aveva visto stormi di draghi neri volare in perlustrazione, senza mai avvicinarsi troppo alle cime degli alberi e si era precipitata verso il Taumaturgo ma non si era potuta avvicinare, avvolto com’era da una nube nera e impenetrabile, che proiettava flussi e getti in tutte le direzioni; aveva provato poi a evocare le sue creature di luce, sperando di liberarlo ma senza successo.

«State lontani da lui!» aveva udito appena, in lontananza, riconoscendo la voce del giovane Holdan, seppure diversa, gutturale, forse perfino disumana.

Aveva provato a individuarlo ma non aveva capito neanche da quale punto di quel mondo selvaggio provenisse la sua esortazione disperata.

C’erano troppe ombre intorno a lei e non soltanto per via degli alti fusti e dei draghi: il cielo doveva essere coperto di nubi.

Si era chiesta dove si trovassero gli altri, aveva sperato che Logren apparisse all’improvviso insieme a Elmerhel e Naack, invece aveva percepito solo diversi tonfi distanti e all’improvviso la nube che attanagliava il Druido dei Draghi si era sollevata dal suo corpo, addensandosi in una sfera opaca, per poi allontanarsi velocemente.

Temendo che gli avesse provocato danni fatali, si era lanciata di nuovo verso Miitha, disteso a terra e in quell’istante aveva visto sopraggiungere Angrell, dopo essere sbucato dalla sommità di un avvallamento.

Da lui aveva appreso che l’Haorian si stava avvicinando, che Kelen era andato in soccorso del suo Drago Guardiano e che numerosi Invocatori stavano avanzando con i loro Divoratori.

Cosa era successo alla compagnia partita dal Monte Torre? Se lo era chiesto costantemente e aveva perfino provato a darsi una spiegazione plausibile: Logren aveva visto la pattuglia dei Cavalieri di Smeraldo di Hemnasur orrendamente sfigurata, come se i loro corpi fossero stati scarnificati dai soffi d’acido dei draghi neri, ma forse aveva visto ciò che sarebbe successo a tutti loro.

L’unico che avrebbe potuto illuminarla e rassicurarla, in quel momento così drammatico, sarebbe stato Miitha, ma tendendo le mani verso di lui non aveva percepito alcuna forza vitale.

“Possibile che sia morto?” si era detta, mentre l’ansia cresceva e aveva scosso la testa, sconvolta alla sola possibilità che potesse aver ragione, poi aveva pensato a Logren, intensamente, travolta da un terribile presentimento.

Appassionato al mondo del fantastico sin da bambino, ai giochi di ruolo e ai manga giapponesi, Gianluca Villano si è presto dedicato alla creazione della terra di Arbor, scenario della sua fervida fantasia.
Per la rivista specialistica “Kaos” ha realizzato descrizioni di mostri per giochi di ruolo fantasy. Nel 2002 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio “La Rosa dei Nirb” e ha contribuito alla nascita di un’associazione ludico-culturale, con la quale ha cooperato per la realizzazione di varie edizioni dell’evento fantasy-medievale “I Reami di Arbor”.
Con la Saga della Corona delle Rose si è consacrato con originalità come creatore di mondi straordinari.
Ha la capacità di tratteggiare i suoi personaggi rendendoli estremamente umani, determinando un’immediata empatia con il lettore; riesce a intrecciare storie che hanno un ritmo elevato e coinvolgente, lavorando sull’alternanza tra un vissuto personale, intimo ed una narrazione avvincente di eventi epici.


L’uscita del quinto volume de “La saga della Corona delle Rose” è prevista per i primi di
novembre;

Link d’acquisto: Gianluca Villano su Amazon.it: libri ed eBook Kindle di Gianluca Villano

Spero di avervi incuriosito. Ci rivedremo ancora per parlare di Arbor…

Vi aspetto, come sempre, nei commenti e vi invito a fare un salto nei miei canali social per altre notizie.

https://www.facebook.com/creatoridimondi.net/

https://www.instagram.com/luciacreatori

A presto,

la vostra blogger Lucia.