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19/03/2019 Recensione “La caduta dello Zentir. I rinnegati di Arest.” di Adrian R. Rednic

Copertina rigida: 672 pagine
Editore: Fanucci (7 novembre 2018)
Collana: Fantasy
Costo ebook: 4,99 euro
Costo copertina rigida: 25,00 euro

TRAMA

Primo volume della saga “I rinnegati di Arest”. In una notte che sa di mistero, Nathan, John, Gwen e Sam vengono colpiti da piccoli meteoriti blu caduti dal cielo. Sono i frammenti dello Zentir, un potente e prodigioso artefatto esploso in circostanze sospette, con conseguenze devastanti per la Terra e Liiandris, il mondo magico oltre il Velo. I quattro, diventati adesso Rinnegati, scoprono non solo di possedere incredibili e inaspettati poteri, ma vengono anche in contatto con una miriade di creature magiche, malie, illusioni e pericoli provenienti da oltre il Velo. La loro vita cambia per sempre, risucchiata dal ritmo incalzante della scoperta. Dei misteriosi Cavalieri, però, danno loro la caccia mentre i Templari cercano un Varco per il mondo magico e una fazione di stregoni complotta per distruggere il delicato equilibrio che governa il tessuto magico della realtà. Coinvolti loro malgrado in una guerra di cui il mondo ignora l’esistenza, i ragazzi saranno costretti a scegliere da che parte stare. Guidati da un bibliotecario eccentrico e geniale attraverseranno mondi sconosciuti, scopriranno nuovi poteri e, soprattutto, affronteranno le loro paure più profonde.

La mia opinione

I rinnegati di Arest è il primo volume della trilogia “La caduta dello Zentir” di Adrian R. Rednic.

Sono stata subito attratta da questo romanzo sia per la trama sia perchè a scriverlo è stato un giovane Youtuber, appassionato del genere fantasy, che nel suo canale si fa chiamare Calel.  Premetto che non l’ho mai seguito e l’ho scoperto, grazie alla Fanucci, quando è uscito il suo libro. E’ un tipo che sa il fatto suo e che si segue volentieri. Ero molto curiosa e anche la copertina, così ben fatta, mi ha fatto venire un gran voglia di leggerlo.

La storia racconta di quattro giovani ragazzi: Nathan, John, Gwen e Sam, colpiti una notte d’estate da piccoli frammenti di meteoriti blu caduti dal cielo. Frammenti dello Zentir distrutto per aprire il Varco tra il mondo che tutti conosciamo e il mondo magico. Da quella notte i ragazzi non sono più gli stessi e iniziano a sviluppare poteri molto simili agli X Men: la super vista, la super forza, la capacità di comunicare con le piante, etc. I protagonisti, soprattutto inizialmente, appaiono come stereotipi di personaggi già visti.

La trama, come dicevo, è molto affascinante, ma da subito, ho avuto la sensazione di un’eccessiva prolissità, soprattutto nella parte iniziale che poteva essere riassunta in metà delle pagine.

Una delle cose che più mi ha colpito, è stato il linguaggio troppo scurrile, banale e, a volte, fuori luogo dei personaggi. In certe scene descritte va bene, in altre stona un po’, soprattutto in bocca ai cavalieri del mondo magico che, proprio per il ruolo che si ritrovano a occupare, sembrano buffi e poco credibili.

Anche il mondo magico in cui vivono i cavalieri e da cui provengono i meteoriti, non mi è ancora molto chiaro. Spero di capire qualcosa in più con il volume successivo.

Il romanzo è etichettato come fantasy per tutti ma, sotto diversi aspetti quali copertina, maturità dei protagonisti e alcuni dialoghi, sembra molto più vicino al genere Young Adult.

Nonostante ciò non può essere etichettato neanche come tale, perché ad un certo punto salta fuori una scena erotica. Ben vengano le scene di questo tipo, ma la collocazione di questa appare fuori luogo: sembra che sia messa lì senza una logica, quasi per dare un’accelerata vitale alla storia ancora piatta. Per fortuna la trama pian piano diventa più interessante, senza eccessi e palpitazioni fuori luogo, e inizi così, vuoi o non vuoi, ad appassionarti alla storia e ad affezionarti ai protagonisti. Anche le citazioni nerd che si trovano sparse tra le pagine, sono molto apprezzate dalla sottoscritta.

Il mio personaggio preferito è John, che sembra quello meglio caratterizzato: forte, ma fragile emotivamente per i suoi trascorsi familiari, sensibile, altruista e anche un po’ imbranato; il più simpatico e divertente del gruppo. 

Tra i personaggi rilevanti troviamo: il vecchio bibliotecario Montgomery scorbutico e sapiente. Ma di cui non si riesce a capire fino in fondo il ruolo specifico (probabilmente mi sono persa qualche spiegazione su di lui, nonostante in questo libro di discorsi e spiegazioni ce ne sono tanti);

Il gatto Bastet, un Daimon, anche se non nella forma intesa da Platone o Philip Pullman ma come una sorta di demone creato dall’uomo stesso che vive sulla Terra da secoli e conosce bene il mondo della magia. Con le sue battute sarcastiche rende la storia più divertente e piacevole;

Sam, intellettualmente superiore agli altri. Sembra l’avatar dell’autore, soprattutto fisicamente.

Infine Gwen e Nathan, rispettivamente sorella di Sam e amico di John, non mi hanno particolarmente colpito, nonostante il carattere caparbio di entrambi.

Per concludere posso dire che questa trilogia ha delle potenzialità e credo che sia migliorabile. Le ultime pagine sono state, infatti, molto più dinamiche, soprattutto quando i protagonisti iniziano a capire cosa stia accadendo a tutti loro o quando scoprono il mondo sottosopra. Anche il finale è molto bello e apre una buona prospettiva sullo sviluppo degli altri capitoli.

Aspetto perciò l’uscita del secondo volume in modo da poter dare una valutazione globale a tutta la storia.

 Per questo primo volume, intanto il mio voto è

poco meno di tre pinguini lettori.

A presto,

Ringrazio la casa editrice Fanucci per avermi fatto dono della copia cartacea di questo romanzo.