Cari lettori,
oggi vi racconto il mio pensiero sul secondo volume della serie “Le sette sorelle” di Lucinda Riley, scrittrice venuta a mancare da poco più di un mese. La sua morte mi ha lasciato senza parole, perché oltre ad apprezzarla come donna e scrittrice, avevo da pochi giorni terminato questo suo libro. Per svariati motivi, tra cui alcuni problemi agli occhi che hanno rallentato di molto anche le mie letture, ho aspettato un po’ prima di scrivere e pubblicare la mia opinione su questo romanzo.

Anno edizione: 2015
In commercio dal: 4 gennaio 2016
Pagine: 608 p., Brossura
TRAMA
La giovane Ally, velista esperta, è distesa al sole di uno yacht in mezzo all’Egeo e sta vivendo uno dei momenti più emozionanti della sua vita: l’intesa professionale con il famoso skipper Theo Falys-Kings si è da poco trasformata in un amore appassionato. Ma la loro felicità viene bruscamente interrotta dalla notizia della morte di Pa’ Salt, il magnate svizzero che ha adottato Ally e le sue cinque sorelle e che ha lasciato a ciascuna una serie di indizi per mettersi sulle tracce del loro passato. Ally è troppo sconvolta per esaudire la volontà di suo padre; vuole solo abbandonarsi nelle braccia di Theo e ritrovare un po’ di serenità: non sa però quello che sta per succederle, né sa che presto dovrà gettarsi nella lettura del volume lasciatole da Pa’ Salt, la burrascosa storia di Anna Landvik, una cantante d’opera norvegese che nella seconda metà dell’Ottocento divenne la musa del compositore Edvard Grieg. Ed è proprio nella gelida e romantica Norvegia che Ally dovrà scoprire cosa la lega a questa donna misteriosa.
“Ally nella tempesta” è il secondo romanzo della serie “Le sette sorelle” dell’ autrice irlandese Lucinda Riley. La saga composta da sette libri vede protagoniste sette giovani donne. Ognuna porta il nome delle stelle che fanno parte della costellazione delle Pleiadi: Maia, Alcione detta Ally , Asterope detta Star, Celeno detta Cece, Taigete detta Tiggy, Elettra e Merope. Per chi non lo sapesse le Pleiadi erano le figlie di Atlante, il titano a cui Zeus aveva affidato il compito di sostenere la Terra, e di Pleione, la dea protettrice dei marinai.

Quando erano ancora piccole, Pa’ Salt, un uomo avvolto dal mistero, le ha adottate. Ciascuna di loro non conosce le proprie origini, ma alla morte del loro padre adottivo, attraverso degli indizi lasciati proprio da lui, come le coordinate incise su una sfera armillare posta nel giardino della loro casa, scopriranno il loro passato.
“Cominciai a pensare alle coordinate sulla sfera armillare e al fatto che i segreti che racchiudevano potevano sconvolgere completamente ciò che ognuna di noi conosceva – o non conosceva – a proposito della propria vita.”

In realtà, chi segue la serie, sa già che le sorelle adottate da Pa’ Salt sono sei, ma nel settimo libro si parla di Merope, la sorella perduta…
Oggi, però, è il momento di parlare di Alcione, conosciuta con il nome Ally.
Ally è la seconda sorella, una ragazza tenace , coraggiosa e volitiva e con più di un talento. Lei è una velista di successo e una musicista, ma questa ultima dote, per qualche strano motivo, inizialmente non sembra suscitare più il suo interesse. Ma sarà proprio la musica, a farle scoprire il proprio passato.
Nella mitologia greca, come scrive la stessa autrice in un’appendice del romanzo, Alcyone, la seconda delle sorelle, è conosciuta come una leader, e la sua stella è una delle più luminose della costellazione. Durante i giorni di Alcyone, quando il mondo si riempie di gioia, prosperità e tranquillità, il personaggio mitologico posa lo sguardo sul Mar Mediterraneo, rendendolo calmo e sicuro per i naviganti.
Quando inizia la storia della nostra protagonista, Pa’ Salt è ancora vivo ed Ally vive la sua vita tra il mare e un nuovo amore.
In un momento in cui Ally assapora la felicità, il mondo inizia a prendere una direzione diversa: Pa’ Salt non c’è più. Da questo momento inizierà a porsi delle domande che la porteranno indietro nel tempo e alla scoperta delle sue origini.
Come nel precedente romanzo accanto alla storia della protagonista vivremo la storia della sua antenata Anna Andersdatter Landvik . Questa volta la Reley ci porterà in una terra lontana: la Norvegia. Nazione bellissima che ho avuto il piacere di visitare e dove spero di ritornare.
Inizialmente vedremo Anna spensierata nella sue montagne, in una contea del sud della Norvegia. Dalle montagne ci sposteremo alla città, dove la giovane Anna con il dono di una voce incantevole, incontrerà attori, musicisti e cantanti che faranno da sfondo alla sua storia. Non posso aggiungere altro alla trama, perché altrimenti svelerei troppo. La tentazione è sempre forte.

Il romanzo “Ally nella tempesta”, inizialmente non mi ha colpito come invece era successo con il primo volume della serie “Le sette sorelle”. Perché il personaggio di Ally mi è sembrato inizialmente noioso, anche se essendo una velista e solcando i mari, la sua vita non si può considerare una noia, ma una continua avventura.
Non si è mai preparati all’arrivo di una tempesta e infatti, nel momento in cui arriva, sconvolge la vita di chi incontra al suo passaggio. Tempesta reale e tempesta intesa come una metafora della vita. Ally cerca di aggrapparsi a qualcosa e lo fa cercando di scoprire il suo passato. Attraverso una storia, lasciata da Pa’ Salt, conosce la vita della sua antenata Anna e scopre le sue origini.
Da questo punto in poi ho iniziato ad amare il romanzo. Forse perché mi piace scoprire le storie passate o forse perché la stessa protagonista Ally cambia. Il suo modo di vedere le cose e di affrontare il dolore mi ha stupita. Il coraggio, la voglia di andare avanti nonostante ciò che le è capitato mi hanno portato ad affezionarmi a lei.
Lucinda Riley ha la capacità di creare dei personaggi veri, di stupire man mano che si va avanti con la lettura dei suoi scritti.
Mi ha incuriosito molto il personaggio di Anna, anche se non ho apprezzato le sue scelte. Forse troppo ingenua e orgogliosa, mi ha fatto scoprire un mondo di una lontana Norvegia in cui le donne sole non avevano vita semplice senza l’appoggio di un uomo. Nonostante tutto alla fine Anna è stata una donna fortunata, grazie probabilmente alla sua capacità di incantare con la sua voce, nonostante le sofferenze e le rinunce che ha dovute subire.
Avrei preferito sapere un po’ più di lei, ma la sua storia rimane alla fine avvolta da un velo di mistero.
Gli ultimi capitoli di questo romanzo mi hanno piacevolmente colpita. Lasciano al lettore una dolcezza, una tenerezza e una speranza che in questo momento non possono che far bene.
Per concludere posso dire che l’autrice con la sua scrittura chiara, scorrevole e con la sua capacità di portare in luoghi lontani nel tempo e nello spazio è riuscita nuovamente a conquistarmi. Forse se la prima parte del romanzo non mi avesse in parte annoiato o fosse stata più sintetica, anche se fondamentale per lo sviluppo della storia di Ally, avrei apprezzato in toto la storia.
Anche questo viaggio in Norvegia è stato bello e sicuramente continuerò a leggere le storie delle sette sorelle.
Lo consiglio a tutte le donne che non si arrendono, alle combattenti, a chi cerca un sogno in cui credere e a chi spera fino alla fine.

Il mio voto è 4 pinguini lettori.
Per oggi è tutto,
se vi va, lasciate pure un commento.
A presto,

Le immagini sono prese da internet.