Sinossi
Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia…
La mia opinione
“La casa senza ricordi” del maestro del thriller Donato Carrisi è il secondo volume di una trilogia che vede protagonista Pietro Gerber, uno psicologo infantile, la cui specializzazione è l’ipnosi. Peter Gerber è chiamato “l’addormentatore di bambini”. Sotto lo sfondo di una Firenze cupa e casali lontani e abbandonati, Gerber viene chiamato per risolvere il caso di un bambino, Nico, scomparso da anni insieme alla madre. Il bambino non parla e non ricorda nulla, ma la cosa più spaventosa è che i suoi occhi sono sempre aperti.
Per lo psicologo, che sta attraversando un periodo difficile della sua vita, inizia un lavoro difficile che lo porterà a dubitare di sé stesso.
«C’è un posto dentro di noi, remoto e sconosciuto. Gli ipnotisti lo chiamano la stanza perduta. Nessuno sa esattamente dove si trovi e come ci si arrivi. È una specie di ripostiglio dove negli anni accantoniamo tutto ciò che non ci piace di noi stessi o le scorie del nostro inconscio.»
Per un mio errore, causa il modo sbrigativo con cui a volte scelgo gli audiolibri, “La casa senza ricordi”, è stato il primo della trilogia che ho ascoltato, non sapendo che in realtà fosse il secondo, ma nonostante tutto, grazie alla bravura dell’autore e alla voce narrante di Alberto Angrisano, bravissimo lettore e attore, sono stata coinvolta completamente dalla storia. Non sapevo cosa fosse capitato a Peter Gerber nel primo libro, la sua vita inizialmente sembra perfetta, ma poi piano piano si svela, insieme alla sua sofferenza.
Una sofferenza e un dolore profondo che lo confonde e che in un modo soffocante, sconvolge chi legge la sua storia.
Lo psicologo infantile nella sua fragilità di uomo, sa che la sua missione è aiutare chi soffre e Nico è un bambino, da riportare indietro, da liberare da una prigione che lo ha privato del suo essere.
Peter Gerber non sa che però qualcosa ha imprigionato anche lui ed è vicino e lo controlla.
Le storie di Carrisi, sono come un puzzle o direi più puzzle di cui piano piano si trovano i pezzi e si ricompongono. Come si può manipolare la mente di un uomo e un bambino? Non è facile discernere ciò che è vero da ciò che è ingannevole.
Il finale poi riporta al primo romanzo, dove alcuni pezzi del puzzle sono rimasti irrisolti; lascia il lettore con un senso di frustrazione su ciò che accade a Peter Gerber e al piccolo Nico.
Se volete leggere qualcosa di forte, adrenalinico e che tiene il lettore in uno stato di attesa e angoscia, questo romanzo vi porterà nei meandri della mente umana, dubitando di voi stessi, proprio come succede al protagonista.
Il mio voto è
5 pinguini ascoltatori.
A presto,
la vostra blogger Lucia.