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19/10/2022 Recensione “Mystery – Trilogia della rosa blu. Vol 2.” di Peter Straub

Generi Thriller e suspence
Editore Fanucci
Collana Narrativa
Formato Brossura
Pubblicato 24/03/2022
Pagine 512
Traduttore T. Bernardi

SINOSSI

Quando era più piccolo, Tom Pasmore ha quasi perso la vita in un incidente d’auto sull’isola di Mill Walk. Le ferite riportate lo hanno costretto a casa per più di un anno, periodo in cui trascorre molto tempo leggendo romanzi polizieschi. E per qualche oscura ragione, il suo bizzarro vicino di casa, l’anziano di nome Lamont von Heilitz, sembra interessarsi a lui. Tom ha infatti un atteggiamento distaccato nei confronti della vita e delle situazioni. Non è mai stato un ragazzo popolare, semplicemente perché la maggior parte dei suoi amici non lo capisce. Anche la sua passione per i crimini e un certo album di ritagli circa un omicidio degli anni Trenta, contribuiscono a trasformarlo lentamente in un ragazzo introverso e apparentemente disadattato. La situazione in casa non migliora certo le cose: la madre è amorevole ma quasi sempre depressa, il padre è distante e rude, e il nonno uno che è abituato a comandare. Ma quando Tom fa davvero conoscenza con von Heilitz, la sua vita comincia a cambiare lentamente. Scopre infatti che questo vecchio è stato un detective molto famoso il cui soprannome era “l’Ombra” …

La mia opinione

“Mistery” di Peter Straub è il secondo volume della trilogia della “Rosa Blu”.  Ho letto il primo volume “Koko” alcuni mesi fa e anche se in entrambi i romanzi c’è il riferimento alla Rosa blu, attraverso canzoni, testi di autori, biglietti, le due storie hanno poco in comune. Ciascuno è un romanzo autoconclusivo. “Mistery” è ambientato negli anni 40, mentre “Koko” negli anni 80.

Lo stile è simile, ma questo secondo volume mi è piaciuto un po’ di più.

Il protagonista è Tom Pasmore, un ragazzo di diciassette anni, con uno spiccato intuito e un coraggio che lo rende diverso dagli altri. Apparentemente sembra un disadattato, ma è il mondo e la gente che lo circondano ad essere distante da lui. Vive in un isola, Mill Walk, dove una famiglia influente detiene il potere e la ricchezza.

La storia inizia con delle strane visioni da parte di Tom, ancora bambino, che lo porteranno ad avere un terribile incidente. La curiosità per tutto ciò che lo circonda lo aiuterà a superare un difficile periodo della sua vita aggravato dalla vicinanza di una madre depressa e un padre distante.

Ciò che però lo farà rinascere e capire ciò che vuole essere, sarà l’incontro con una figura misteriosa, Lamont von Heilitz, il suo vicino di casa. Due persone simili che si incontrano e piano piano si conoscono.

Come già detto questo romanzo, abbastanza prolisso, a volte anche troppo nelle descrizioni, mi è piaciuto. Nonostante la mole, non ho fatto fatica a leggerlo. La scrittura è scorrevole, e lo stile, anche questa volta, come il primo capitolo della trilogia, è molto simile a quello di Stephen King. In certi momenti ho avuto la sensazione di leggere un romanzo del maestro.

Il protagonista Tom, assomiglia, per le caratteristiche, quali coraggio, caparbietà e curiosità ad alcuni giovani protagonisti delle storie di King. Anche il modo di descrivere l’ambiente, alcune dinamiche degli eventi, la suspense di alcuni momenti, ricorda lo scrittore con cui Peter Straub ha lavorato e con cui era legato da una profonda amicizia.

Tom è sveglio e anche troppo, e nota dei particolari della città in cui vive che ad altri sfuggono. La città Mill Walk è corrotta. Sono poche le persone oneste di cui ci si possa fidare. Nel passato ci sono state delle morti sospette e adesso delle sparizioni. Tom insieme al suo nuovo amico Lamont von Heilitz, conosciuto con il nome di “Ombra”, cercherà di capire cosa sia successo a questa gente.

Una storia articolata, complessa con alcuni colpi di scena, dove il potere e la corruzione soffocano una cittadina apparentemente tranquilla.

Come ho già detto l’autore si dilunga troppo nelle descrizioni e questo forse è un grosso difetto, anche lo scorrere degli eventi risulta a volte molto lento, soprattutto alla fine, quando il lettore vorrebbe solo scoprire il mistero di un volume di ben 512 pagine. Per il resto ho amato il protagonista e sono stata risucchiata da subito nella storia cupa e piena di lati oscuri. Lo consiglio a chi ama i thriller psicologici.

Il mio voto è:

4 pinguini lettori.

Immagine post instgram

Curiosità

A volte mi piace scoprire qualcosa sull’autore di un romanzo che leggo e proprio su Peter Straub ho scoperto una cosa interessante che lo lega molto a questa storia. Come il protaginista di Mistery, all’età di sette anni, Peter Straub è stato investito da un’auto, provocandogli gravi ferite. È stato ricoverato in ospedale per diversi mesi e questo incidente gli ha fatto capire prematuramente la propria mortalità.

A presto,

la vostra blogger Lucia.

29-05-22 Recensione “KOKO” Trilogia della rosa blu. Vol. 1 di Peter Straub

Autore: Peter Straub
Traduttore: Sofia Mohamed
Editore: Fanucci
Collana: Narrativa
Link d’acquisto qui
Pagine: 564 p., Brossura
Costo cartaceo: 20,00 euro
Costo ebook: 9,90 euro
Anno edizione: 2020

Trama

Solo quattro uomini sanno chi è Koko. E devono fermarlo. Sono trascorsi ormai molti anni dalla fine della guerra in Vietnam quando quattro reduci appartenenti allo stesso plotone si ritrovano a Washington: un pediatra, un semplice operaio, un avvocato e uno scrittore. Non hanno nulla in comune. Il motivo del loro incontro è legato al passato, a un unico traumatico episodio, improvvisamente rievocato da un agghiacciante fatto di cronaca. A Singapore si sta verificando un’efferata catena di inspiegabili delitti firmati da un misterioso killer che lascia su ogni vittima, orribilmente sfigurata, una carta da gioco sulla quale è scarabocchiato il nome “Koko”. Solo loro ne conoscono il significato e sanno che non hanno tempo da perdere. Dai cimiteri e bordelli dell’Estremo Oriente alla giungla umana di New York, daranno la caccia a qualcuno che è risorto dall’oscurità per uccidere, uccidere e uccidere ancora.

La mia opinione

“Koko” di Peter Straub, edito dalla Fanucci Editore, è il primo capitolo della Trilogia de “La Rosa Blu”. Parla di quattro uomini Poole, Conor, Tina e Beevers, che durante un raduno di reduci della guerra del Vietnam, combattuta dal 1955 al 1975, prendono la difficile decisione di ritornare in quel luogo e di cercare un loro vecchio compagno di guerra, convinti che sia l’artefice di terrificanti omicidi. Il loro obiettivo è fermarlo.

Un viaggio che li porterà, da Saigon a Bangkok, definita dall’autore, come la Calcutta thailandese, un luogo dove la perdizione della mente e del corpo è sempre in agguato.

Tra presente e passato, la storia porta il lettore a immergersi in uno stato di angoscia e paura. Angoscia perché chi legge si sente quasi soffocare dal ricordo dei protagonisti e da chi, come Koko, mente criminale e malata, non può fare a meno di uccidere. Uccidere per vendetta, ma anche a caso. Uccidere chi si presente nel suo cammino e farlo in un modo orribile. E poi la paura di rivivere l’incubo della guerra. Momenti spaventosi che neanche il tempo può cancellare. Gli effetti che la guerra crea sugli uomini sono così devastanti che mai e poi mai chi l’ha vissuta sulla propria pelle riuscirà a vivere una vita normale: la morte e il male lo accompagneranno sempre.

Un romanzo troppo prolisso: ben 560 pagine. Mentre leggevo non ho potuto fare a meno di notare una somiglianza con lo stile del maestro Stephen King, con cui Peter Straub ha lavorato a quattro mani nella stesura del “Il Talismano”. Ci sono diversi omaggi al Re del terrore, che al lettore appassionato vanno subito all’occhio. Lunghe descrizioni, lunghe analisi personali e tanto orrore. Avendo da poco letto “IT”, in Koko c’è anche un riferimento al pagliaccio, al mostro che pervade l’anima degli uomini. Il male che si annida nell’uomo e che porta ad altro male. L’autore porta a vivere e ad immedesimarsi con il personaggio che vive in quel momento la scena. Ci sono, infatti, diversi punti di vista nella storia e c’è anche quello dello stesso Koko.

Ma non mancano i riferimenti ad altri romanzi, come “Gli ambasciatori” di Henry James e “Le storie di Babar” Jean de Brunhoff, non facenti parti del mondo di King;  i protagonisti di “Koko” leggono e uno di loro scrive romanzi: romanzi oscuri.

Come già detto la storia pecca di lunghezza, di eccessive descrizioni, e di storie di qui si poteva fare anche a meno di raccontare. Anche la descrizione di alcuni episodi, che attraverso la memoria dei protagonisti, vengono ripetuti e rivissuti più volte, ma con punti di vista diversi.

Mentre la storia va avanti, si capisce come l’autore voglia mostrare al lettore che l’origine del male è qualcosa che non nasce dal nulla, ma nasce da altro male; si radica piano piano nell’animo umano, diventa sempre più forte fino ad esplodere. Un episodio, un vissuto, tanti vissuti, possono cambiare per sempre la vita di un uomo trasformandolo in un mostro.

Sicuramente una storia che merita di essere letta, per conoscere un autore che forse sta all’ombra di King, ma che come stile e come bravura non si può considerare meno. Per me è stata una scoperta, ma proprio perché ultimamente non  amo molto i libri troppo lunghi e troppo descrittivi, il mio voto è:

3,5 pinguini lettori.

A presto,

la vostra blogger Lucia.

Ringrazio la casa editrice per la copia omaggiata.

Alcune immagini sono tratte da internet