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03-09-21 Rubrica“ La scrittura e i suoi generi letterari: La fantascienza, il fantastico e il fantasy” di Massimo Valentini.

Ciao amici,

come già anticipato tempo fa, ho il piacere di presentarvi una nuova rubrica:
“ La scrittura e i suoi generi letterari” in collaborazione con l’autore Massimo Valentini che avete già avuto modo di conoscere attraverso le recensioni di alcuni suoi scritti, in ultimo “ Il sogno di Nova” edito da Saggese Editori (per la recensione cliccate qui).
Oggi iniziamo parlando di differenze tra fantasy, fantascienza e fantastico.
La rubrica sarà, se tutto procede bene, a cadenza mensile. Spero che l’idea vi piaccia. Se avete altre curiosità di cui volete parlare nel blog, scrivete nei commenti o in privato.
Lascio adesso la parola a Massimo Valentini.


Il fantastico, la fantascienza e il fantasydi Massimo Valentini

Sotto la dicitura Fantastico e Fantascienza é raggruppata buona parte della narrativa mondiale. Nel mondo anglosassone le storie facenti, a vario tipo, parte di queste definizioni sono infatti le più lette in assoluto. Anche nella vecchia Europa sono molto fruite sebbene, soprattutto in Italia, la Fantascienza sia ancora considerata un genere di nicchia. Diventa dunque importante capire bene quali sono le differenze tra di essi.

Il fantastico

Il Fantastico è un genere che possiamo identificare come più ampio rispetto a ogni altro genere in quanto integra tutte le storie che prevedono caratteri nebulosi perché, come la Fantascienza, è declinabile in tantissime sotto-versioni. In senso generale possiamo senza dubbio definirlo come qualcosa che esula dalla realtà a favore della fantasia. Per esempio: un romanzo che veda dinosauri comparire dal nulla nell’epoca moderna, senza nessuna spiegazione scientifica, è sicuramente un romanzo Fantastico. Anche pellicole horror sono una sotto-versione del genere. In questo senso la letteratura fantastica si caratterizza come irruzione nel reale di elementi irreali di varia natura ma in modo tale da portare il lettore a credere che, una volta che tali elementi risultano calati nella storia, abbiano senso grazie al cortocircuito tra leggi naturali e il sovrannaturale in tutte le sue forme possibili. In questo senso, il Fantastico è simile alla Fantascienza e al Fantasy.

La Fantascienza

La macchina del tempo - Herbert George Wells - copertina

La Fantascienza è un genere letterario dove una storia, che può essere collocata nel passato, nel presente o nel futuro presenta come preponderante l’impianto scientifico rispetto a qualsiasi altro elemento del testo. Impianto scientifico che a sua volta può essere fantasioso o verosimile, il che ci porta all’ulteriore differenza tra Fantascienza hard e soft. Facciamo qualche esempio pratico. La celebre “Macchina del tempo” di Wells è chiaramente una storia di fantascienza perché la trama è imperniata sull’uso di una tecnologia NON presente all’epoca della stesura del testo (e neanche adesso, n.d.r.) grazie alla quale la storia stessa assume un senso.

Naturalmente, una storia di fantascienza è declinabile come horror, laddove presenti una commistione in chiave orrorifica (film come “Alien”, ad esempio) o di altro tipo. In questo genere, il sotto-filone “hard” contraddistingue le storie dove l’autore ha impiegato la massima attenzione a descrivere con minuzia di dettagli tecnici la tecnologia che descrive. Un romanzo molto ben fatto da questo punto di vista è sicuramente “Stella doppia 61 Cygni” (Urania, Mondadori, 1954) in cui l’autore, Hal Clement, descrive in maniera precisa la gravità del pianeta dove ambienta il romanzo e le conseguenze in termini di forme di vita che il lettore incontra man mano che prosegue nella lettura.

Nel sotto-filone “soft” l’elemento centrale non è tanto la tecnologia, che pure è presente, quanto l’attenzione agli aspetti filosofici o caratteriali dei personaggi. Uno splendido esempio di Fantascienza Filosofica è senza dubbio il capolavoro “Solaris”, di Stanislaw Lem da cui è stato tratto il film omonimo di Steven Soderbergh. In questa straordinaria storia l’impianto fantascientifico è importante tanto quanto l’aspetto filosofico delle vicende narrate.

La fantascienza sociologica è anch’essa parte del sotto-filone “soft”. Uno dei più noti autori in questo senso fu senza dubbio Clifford Simak. La sua narrativa, dolce e un po’ nostalgica, era sempre imperniata sul sentire dei personaggi, siano essi umani o alieni. Una piccola perla della sua produzione fu il romanzo “Camminavano come noi”. Molti romanzi di Fantascienza hanno anticipato i tempi. Alcuni esempi: il famosissimo “20.000 leghe sotto i mari” di Verne con il sottomarino nucleare; “Flatland” di Edwin Abbott che ha immaginato un mondo abitato da forme di vita a due dimensioni. Quest’ultimo è un romanzo stupefacente dove la geometria euclidea diventa la scusa per la satira nei confronti della società del tempo.

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In Italia il termine “Fantascienza” diventa di uso comune a partire dagli anni Cinquanta. Usato per la prima volta dia Giorgio Municelli (che tradusse l’originale science-fiction anglosassone) a cui si deve la famosa collana della Mondadori, “Urania”.  E’ interessante notare come l’etimologia inglese si debba all’inventore (ma anche scrittore ed editore) Hugo Gernsback, che fondò la rivista Amazing Stories, che tanta fortuna ebbe nel diffondere e lanciare alcuni dei più famosi scrittori di fantascienza di tutti i tempi.

Il fantasy

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Il fantasy, lo dice la parola stessa, prevede una narrazione dove l’elemento magico e surreale è predominante per lo svolgersi delle vicende narrate. Fantasy non è solo “Il Signore degli Anelli” di Tolkien ma, appunto, qualsiasi storia che contempli un elemento magico che possa dare un senso al mondo fittizio immaginato dall’Autore. Per esempio il ciclo dei racconti che narrano le gesta di Conan il Barbaro (di Robert Erwin Howard) è fantasy. Peraltro, Howard, fu anche l’inventore del filone “heroic”, caratterizzato da un personaggio le cui storie sono avventurose. Anche il Fantasy può presentare commistione di generi con la stessa Fantascienza. In questo caso, una storia che preveda in parti uguali un elemento fantasy e uno scientifico apparterrà al sotto-filone detto “Science-Fantasy”. Un esponente di questo sotto-genere è “Sotto le lune di Marte”, di Edgar Rice Burroughs.    

A conclusione di questa rapidissima carrellata di generi risulta facile capire in cosa differiscono i generi Fantastico e Fantascienza. Fantastico è in pratica una macro-categoria che include la totalità di quelle storie dove l’elemento surreale acquista predominanza sulle vicende narrate. In questo aspetto, possiamo dire che del fantastico fanno parte il soprannaturale, l’horror, il fantasy e la fantascienza.

Massimo Valentini

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Massimo Valentini è uno scrittore, divulgatore freelance e pubblicista italiano, nato a Cosenza nel 1973. È stato nella redazione di Voyager Magazine, la rivista ufficiale dell’omonima trasmissione televisiva, e ha collaborato col Giornale dei Misteri, il più antico mensile sull’insolito, curandone la rubrica “Il detective della scienza”. Nel 2007 la Falco Editore ha stampato la sua raccolta di racconti fantastici Alfa e Omega e nel 2008 il romanzo Ultima Thule. La 0111 Edizioni ha pubblicato le sue raccolte di racconti Quattro ombre azzurre (2009), Sulle ali di Althaira (2009) e Gabbiani delle Stelle (2011). Nel 2012 il racconto Alpha e Omega è apparso sul numero 482 del Giornale dei Misteri e la Lettere Animate Edizioni ha pubblicato il suo romanzo Primus, l’uomo che sognava di vivere, uno dei pochi esempi di bizzarro fiction del panorama letterario italiano. Il racconto Ritorno a casa è stato pubblicato nella miscellanea Calabresi per sempre (Edizioni della Sera, Roma, 2019). In Giappone è stato pubblicato 特別な女の子涼子 (Tokubetsuna on’nanoko Ryōko, “Ryoko, una ragazza speciale”) tratto dal suo racconto breve Lei, e 運命の女涼子 (Unmei no jo Ryōko, “Ryoko, donna del mio destino”) a sua volta tratto dal suo racconto Ryoko, principessa metropolitana.
Il sogno di Nova è il suo terzo romanzo.

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15 giugno 2021 – Recensione “Il regno segreto. Il libro della polvere (Vol. 2)” di Philip Pullman

Editore ‏ : ‎ Salani (5 novembre 2020)
Copertina rigida ‏ : ‎ 704 pagine

TRAMA

Sono passati dieci anni da quando abbiamo salutato Lyra Belacqua, adolescente seduta su una panchina del giardino botanico di Oxford nel finale di “Queste oscure materie”. Nel Regno Segreto la incontriamo di nuovo, quando ormai è diventata più grande, ma anche più disincantata e disillusa. In questo sequel, Lyra, ora ventenne, scoprirà luoghi dell’anima e del mondo di cui non aveva mai nemmeno immaginato l’esistenza e dovrà superare prove inattese e difficili che metteranno a dura prova il rapporto con il suo inseparabile daimon, Pantalaimon. Nel grande, rocambolesco viaggio che li attende sarà coinvolto anche Malcolm, che nella Belle Sauvage era un ragazzino con una barca e la missione di salvare una neonata dall’alluvione, e ora è un uomo con un forte senso del dovere e il desiderio di fare ciò che è giusto. Una nuova, avventura che si spinge oltre i confini di Oxford, attraverso l’Europa fino in Asia, alla ricerca di ciò che è stato dimenticato: una città creduta impossibile, un segreto nel cuore del deserto, il mistero della Polvere e una guerra tra fazioni sconosciute.

La mia recensione

Philip Pullman è l’autore fantasy che amo di più in assoluto, quindi l’arrivo di questo suo nuovo romanzo, “Il regno segreto”, secondo volume della trilogia del “Il libro della Polvere”, non poteva che allietarmi. Adesso che ho finito di leggerlo, mi sento un po’ orfana, anche se non mi ha suscitato le stesse emozioni della sua trilogia più famosa: “Queste oscure materie”.

Se nel primo capitolo La Belle Sauvage della nuova trilogia, l’autore ci aveva riportato ai tempi in cui Lyra, la protagonista principale delle due saghe, era ancora una bambina di soli sei mesi, in questo secondo volume, Pullman ci presenta una Lyra diversa.

Lyra Linguargentina, nota anche come Lyra Belacqua, non è più la bambina piena di energia e immaginazione che abbiamo conosciuta in  “Queste Oscure Materie”, ma è una Lyra, ormai ventenne,  triste, arrogante e disillusa. Il  legame forte e indissolubile che aveva con Pantalaimon , detto Pan, il suo daimon, è svanito.

“Nessun essere umano normale poteva separarsi dal suo daimon in qualche modo; solo le streghe ci riuscivano senza problemi: Lyra e Pan condividevano un potere riservato solo a loro, conquistato a caro prezzo otto anni prima, nel mondo dei morti.”

La nuova Lyra e il suo daimon sono distanti; sembrano quasi due estranei. Ho sempre pensato, con un po’ di invidia, leggendo “Queste oscure materie”, che il mondo creato da Pullman fosse un luogo dove il bambino e l’adulto non si sentissero mai soli, proprio per la presenza dei loro daimon.

I daimon, nel mondo di Lyra, assumono la forma di un animale, spesso del sesso opposto dell’umano, e seguono l’umano dovunque.

Nel “Il Regno Segreto”, invece, la solitudine è presente in ogni pagina.

Pan non capisce più la sua compagna di vita e Lyra non capisce Pan. Non fa nulla per riavvicinarsi a lui. 

Quando, infatti, Pan è stanco di quello che sta capitando ad entrambi, prende una decisione drastica, inaspettata che porterà ad una riscoperta di ciò che lungo gli anni Lyra ha perso.

“Era stata la ragione a ridurla in quello stato. Lei l’aveva esaltata al di sopra di ogni altra facoltà. Il risultato era stato – ed era in quel momento – la più profonda infelicità che avesse mai provato.”

“Il regno segreto” è un romanzo dalle tinte oscure; un viaggio che porta i protagonisti della storia a mettersi più volte in discussione.

La ragione aveva mai realizzato una poesia, una sinfonia, un dipinto? Se la razionalità non è in grado di vedere cose come il Regno Segreto, e solo perché ha una visuale limitata. Il Regno Segreto esiste. Non è possibile vederlo usando la razionalità tanto quanto non è possibile pesare qualcosa con un microscopio: è lo strumento sbagliato per quell’operazione. Dobbiamo immaginare, non solo misurare…”

Insieme a Lyra troviamo Malcom che abbiamo già avuto modo di conoscere in “La Belle Sauvage”. Ormai uomo, cercherà di aiutare Lyra, come aveva fatto quando era ancora un bambino. Ancora più forte, coraggioso e astuto, riuscirà ad affrontare i pericoli che incontrerà durante il suo nuovo viaggio.  Un viaggio, non più confinato nel sui luoghi, ma un cammino che lo porterà lontano dall’Inghilterra e dai luoghi a lui familiari.

Pullman cattura il lettore con la sua scrittura scorrevole e profonda, mostrando un mondo non tanto diverso dal nostro, dove gli intrighi di potere, attraverso la supremazia del Magisterium, ne fanno da padrone.

Però a differenza degli altri romanzi, Lyra è fragile, sola e priva di quell’immaginazione che la rendeva speciale. Quasi alla fine del romanzo c’è una scena terribile, inaspettata, che mostra la visione negativa che Pullman ha degli uomini.  L’autore non si era mai spinto a trattare la violenza in modo così audace; Lyra si troverà ad affrontare da sola un dura e spaventosa battaglia.

Credo che “Il regno segreto” non sia adatto ai bambini. Non lo è neanche “Queste oscure materie” per alcuni temi trattati, ma dipende anche dalla diversa chiave di lettura che se ne dà.

Aggiungo, infine, che ci sono stati anche dei momenti in cui la lettura mi è parsa lenta e noiosa. Credo che la mia valutazione risenta soprattutto della lunghezza eccessiva e di questi momenti, anche se il romanzo approfondisce e ci fa scoprire aspetti del mondo di Lyra che non si conoscevano. Inoltre il finale del romanzo rimane troppo aperto a futuri sviluppi e questo mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca.

Concludo dicendo che leggere Pullman mi lascia sempre qualcosa: i protagonisti, il mondo simile ma allo stesso tempo diverso dal nostro, la presenza dei daimon e della Polvere, il mondo segreto che si nasconde dietro le cose. Sono tutti elementi che rendono la lettura di questo romanzo affascinante e diverso dal solito fantasy.

Il mio voto è

3,5 pinguini lettori.

A presto,

Foto pubblicate sul mio profilo Instagram https://www.instagram.com/luciacreatori/ (Se ti va, seguimi)