TRAMA
Sono passati dieci anni da quando abbiamo salutato Lyra Belacqua, adolescente seduta su una panchina del giardino botanico di Oxford nel finale di “Queste oscure materie”. Nel Regno Segreto la incontriamo di nuovo, quando ormai è diventata più grande, ma anche più disincantata e disillusa. In questo sequel, Lyra, ora ventenne, scoprirà luoghi dell’anima e del mondo di cui non aveva mai nemmeno immaginato l’esistenza e dovrà superare prove inattese e difficili che metteranno a dura prova il rapporto con il suo inseparabile daimon, Pantalaimon. Nel grande, rocambolesco viaggio che li attende sarà coinvolto anche Malcolm, che nella Belle Sauvage era un ragazzino con una barca e la missione di salvare una neonata dall’alluvione, e ora è un uomo con un forte senso del dovere e il desiderio di fare ciò che è giusto. Una nuova, avventura che si spinge oltre i confini di Oxford, attraverso l’Europa fino in Asia, alla ricerca di ciò che è stato dimenticato: una città creduta impossibile, un segreto nel cuore del deserto, il mistero della Polvere e una guerra tra fazioni sconosciute.
La mia recensione
Philip Pullman è l’autore fantasy che amo di più in assoluto, quindi l’arrivo di questo suo nuovo romanzo, “Il regno segreto”, secondo volume della trilogia del “Il libro della Polvere”, non poteva che allietarmi. Adesso che ho finito di leggerlo, mi sento un po’ orfana, anche se non mi ha suscitato le stesse emozioni della sua trilogia più famosa: “Queste oscure materie”.
Se nel primo capitolo “La Belle Sauvage” della nuova trilogia, l’autore ci aveva riportato ai tempi in cui Lyra, la protagonista principale delle due saghe, era ancora una bambina di soli sei mesi, in questo secondo volume, Pullman ci presenta una Lyra diversa.
Lyra Linguargentina, nota anche come Lyra Belacqua, non è più la bambina piena di energia e immaginazione che abbiamo conosciuta in “Queste Oscure Materie”, ma è una Lyra, ormai ventenne, triste, arrogante e disillusa. Il legame forte e indissolubile che aveva con Pantalaimon , detto Pan, il suo daimon, è svanito.
“Nessun essere umano normale poteva separarsi dal suo daimon in qualche modo; solo le streghe ci riuscivano senza problemi: Lyra e Pan condividevano un potere riservato solo a loro, conquistato a caro prezzo otto anni prima, nel mondo dei morti.”
La nuova Lyra e il suo daimon sono distanti; sembrano quasi due estranei. Ho sempre pensato, con un po’ di invidia, leggendo “Queste oscure materie”, che il mondo creato da Pullman fosse un luogo dove il bambino e l’adulto non si sentissero mai soli, proprio per la presenza dei loro daimon.
I daimon, nel mondo di Lyra, assumono la forma di un animale, spesso del sesso opposto dell’umano, e seguono l’umano dovunque.
Nel “Il Regno Segreto”, invece, la solitudine è presente in ogni pagina.
Pan non capisce più la sua compagna di vita e Lyra non capisce Pan. Non fa nulla per riavvicinarsi a lui.
Quando, infatti, Pan è stanco di quello che sta capitando ad entrambi, prende una decisione drastica, inaspettata che porterà ad una riscoperta di ciò che lungo gli anni Lyra ha perso.
“Era stata la ragione a ridurla in quello stato. Lei l’aveva esaltata al di sopra di ogni altra facoltà. Il risultato era stato – ed era in quel momento – la più profonda infelicità che avesse mai provato.”
“Il regno segreto” è un romanzo dalle tinte oscure; un viaggio che porta i protagonisti della storia a mettersi più volte in discussione.
“La ragione aveva mai realizzato una poesia, una sinfonia, un dipinto? Se la razionalità non è in grado di vedere cose come il Regno Segreto, e solo perché ha una visuale limitata. Il Regno Segreto esiste. Non è possibile vederlo usando la razionalità tanto quanto non è possibile pesare qualcosa con un microscopio: è lo strumento sbagliato per quell’operazione. Dobbiamo immaginare, non solo misurare…”
Insieme a Lyra troviamo Malcom che abbiamo già avuto modo di conoscere in “La Belle Sauvage”. Ormai uomo, cercherà di aiutare Lyra, come aveva fatto quando era ancora un bambino. Ancora più forte, coraggioso e astuto, riuscirà ad affrontare i pericoli che incontrerà durante il suo nuovo viaggio. Un viaggio, non più confinato nel sui luoghi, ma un cammino che lo porterà lontano dall’Inghilterra e dai luoghi a lui familiari.
Pullman cattura il lettore con la sua scrittura scorrevole e profonda, mostrando un mondo non tanto diverso dal nostro, dove gli intrighi di potere, attraverso la supremazia del Magisterium, ne fanno da padrone.
Però a differenza degli altri romanzi, Lyra è fragile, sola e priva di quell’immaginazione che la rendeva speciale. Quasi alla fine del romanzo c’è una scena terribile, inaspettata, che mostra la visione negativa che Pullman ha degli uomini. L’autore non si era mai spinto a trattare la violenza in modo così audace; Lyra si troverà ad affrontare da sola un dura e spaventosa battaglia.
Credo che “Il regno segreto” non sia adatto ai bambini. Non lo è neanche “Queste oscure materie” per alcuni temi trattati, ma dipende anche dalla diversa chiave di lettura che se ne dà.
Aggiungo, infine, che ci sono stati anche dei momenti in cui la lettura mi è parsa lenta e noiosa. Credo che la mia valutazione risenta soprattutto della lunghezza eccessiva e di questi momenti, anche se il romanzo approfondisce e ci fa scoprire aspetti del mondo di Lyra che non si conoscevano. Inoltre il finale del romanzo rimane troppo aperto a futuri sviluppi e questo mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca.
Concludo dicendo che leggere Pullman mi lascia sempre qualcosa: i protagonisti, il mondo simile ma allo stesso tempo diverso dal nostro, la presenza dei daimon e della Polvere, il mondo segreto che si nasconde dietro le cose. Sono tutti elementi che rendono la lettura di questo romanzo affascinante e diverso dal solito fantasy.
Il mio voto è
3,5 pinguini lettori.
A presto,
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