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05/04/2022 Vita e curiosità d’autore: E. T. A. Hoffmann

Ciao amici lettori e bentornati nel mio blog,

ritorniamo con la rubrica “Vita e curiosià d’autore”. Oggi parliamo della vita di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, meglio noto come E. T. A. Hoffmann, ricordato per aver scritto la fiaba “Lo Schiaccianoci e il re dei topi” che ispirò il musicista russo Ciajkovskij per la creazione (nel 1891) del suo celebre balletto “Lo Schiaccianoci“. Era da tanto che volevo parlare del creatore di questa fiaba. Quando mi è stato proposto dall’autore Paolo Fumagalli, con cui ho collaborato in precedenti occasioni, di voler raccontare la storia di Hofmann, ho pensato ad un segno del destino. Hoffmann è stato un artista che ha mescolato fantastico, realtà, sogni e incubi, lasciando un’eredità che è stata ispirazione per tanti artisti arrivati dopo di lui.
Nella prima parte dell’articolo si parlerà della vita di Hofmman, nella seconda parte si parlerà di alcune delle sue opere.
Vi auguro una buona lettura e se avete domande o dubbi, vi aspetto nei commenti.


Nell’immaginario letterario europeo, l’area germanica è spesso stata vista come una terra di fantasmi e creature soprannaturali. Questa interpretazione ha acquistato particolare forza a partire dal Romanticismo, a causa di un rinnovato interesse per l’epoca medievale e per le tradizioni popolari. Artisti e intellettuali appartenenti a questa corrente hanno riportato alla luce il patrimonio culturale tedesco e, soprattutto se si sentivano affascinati dagli aspetti straordinari e misteriosi del mondo, si sono ritrovati a scavare in un ricco giacimento di racconti mitici, leggende, fiabe e superstizioni. Molti scrittori hanno dato un contributo alla riscoperta della realtà fantastica e al culto dell’immaginazione, ma pochi nel farlo hanno dimostrato la radicalità e la modernità di E. T. A. Hoffmann. La sua opera, infatti, si è sviluppata in modo originale e sorprendente, fino a portare al superamento di parecchi limiti della scuola romantica, in nome della ricerca di una nuova visione.

Ernst Theodor Wilhelm Hoffmann nacque il 24 gennaio 1776 a Königsberg, città che ai tempi faceva parte dello stato prussiano. Difficile non vedere nei suoi genitori anticipazioni della sua vita futura: il padre era un giurista appassionato d’arte, soprattutto nell’ambito della musica e della pittura, mentre la madre era tanto sensibile da giungere alla nevrosi. Sebbene non ci sia concordanza assoluta riguardo all’anno in cui si verificò l’avvenimento, sappiamo che la coppia divorziò poco tempo dopo la nascita di Ernst e che a causa di questa separazione il bambino, ancora molto piccolo, venne affidato alla famiglia materna. Crescendo insieme agli zii, venne avviato agli studi di legge, ma fece il possibile per avere anche una formazione musicale, poiché si sentiva attratto da questa disciplina e inoltre rivelava per essa una notevole predisposizione. A dimostrazione dei suoi interessi ampi e variegati in campo artistico, iniziò ad appassionarsi anche alla pittura e alla letteratura.

Una volta terminati gli studi, la carriera giuridica lo portò a ricoprire varie mansioni in tribunale e cariche nell’amministrazione, causando anche parecchi trasferimenti, a volte motivati da una promozione e in qualche caso invece da una punizione. Pur dimostrandosi ligio al proprio dovere, infatti, Hoffmann nutrì sempre antipatia per gli eccessi burocratici e autoritari e non mancò di manifestarla attraverso burle e atteggiamenti satirici. La conoscenza delle arti visive gli fornì in questo senso strumenti adeguati, spingendolo a disegnare ritratti grotteschi e caricaturali di governanti, militari, colleghi e superiori. Nel frattempo anche i suoi altri interessi si mantennero vivaci: sempre innamorato della musica, iniziò a comporre e giunse perfino a cambiare il nome Wilhelm in Amadeus, in omaggio a Mozart.

Nonostante un temperamento nervoso ed eccitabile, cercò una sistemazione familiare sposando una donna polacca, ma il periodo di relativa tranquillità si interruppe all’improvviso a causa di eventi bellici. Quando le truppe di Napoleone riuscirono a conquistare i territori polacchi, Hoffmann viveva a Varsavia e si trovò nella difficile condizione di sottostare agli occupanti oppure perdere il posto di lavoro. Preferì non sottomettersi e decise di trasferirsi a Berlino, dove poté entrare in contatto con grandi intellettuali e filosofi legati al Romanticismo. Dopo aver cercato invano un nuovo impiego in città, fece esperienze importanti per dare una svolta alla propria vita: a Bamberga ebbe l’occasione di occuparsi di teatro nelle molteplici vesti di recensore, regista e scenografo e di lavorare come direttore d’orchestra, si innamorò della sua giovane allieva di musica Julia Marc (destinata a diventare un modello di molti suoi personaggi femminili), e infine pubblicò la sua prima novella, “Il cavaliere Gluck“, già aperta alla fantasia surreale e al tema dello sdoppiamento.

Pur riprendendo l’attività di giurista, Hoffmann dimostrò di non essere più disposto a rinunciare all’arte in nome della stabilità rappresentata dal mondo borghese dell’epoca. La sua insofferenza verso il clima oppressivo della Restaurazione diventò un importante elemento letterario e lo spinse a inserire nelle sue opere molti momenti satirici che colpivano la burocrazia, la censura, l’Illuminismo e l’assolutismo. Soprattutto, l’amore per la letteratura e la musica si rivelò più fecondo che mai, con la composizione di opere, testi teatrali e racconti. Fu l’inizio della sua grande stagione artistica, che lo rese uno scrittore influente e amato.

VITA ARTISTICA

Nella raccolta di racconti “Pezzi di fantasia alla maniera di Callot“, Hoffmann fece confluire la passione per l’arte visiva e il gusto grottesco e caricaturale (evidenti già dal titolo, che conteneva un omaggio a un famoso incisore francese del Seicento). In essa trovarono spazio l’interesse per i traumi e le allucinazioni, le atmosfere fiabesche, la visione dell’arte come forza irrefrenabile e capace di opporsi alla meschinità del mondo borghese, il tentativo di conciliare gli opposti e di superare il dissidio tipico dell’eroe romantico.

L’opera conteneva anche “Il vaso d’oro“, un testo destinato a rimanere fra i più famosi e apprezzati, in cui la narrazione diventava surreale quanto un sogno a occhi aperti. Una sezione della raccolta era dominata invece dal grande amore per la musica, dalle riflessioni sul potere meraviglioso ma anche folle e quasi diabolico di quest’arte e dalla visione di se stesso come appassionato fruitore e compositore. I vari racconti compresi in questa parte ruotavano intorno ai pensieri e alle vicende del musicista Kreisler, vero e proprio alter ego di Hoffmann che sarebbe poi tornato anche nel romanzo Il gatto Murr

In aggiunta a un talento eclettico, che lo rendeva incline a diverse forme d’arte e al tentativo di unirle, un’altra componente fondamentale per la sua carriera di scrittore fu l’apertura verso le nuove scienze, dedicate a uno studio approfondito dell’essere umano. Hoffmann, infatti, si interessò anche alle teorie sull’ipnosi e sulla telepatia, all’occultismo, alle conoscenze che miravano all’analisi psicologica degli individui.

Questi stimoli influenzarono molte delle sue opere, ma si espressero soprattutto nel romanzo “Gli elisir del diavolo” e nei Racconti notturni, testi incentrati su temi quali lo sdoppiamento, la follia e lo studio dell’inconscio. È degno di nota il fatto che, un secolo dopo, il più famoso di questi racconti (L’uomo della sabbia) venne studiato da Sigmund Freud proprio per la ricchezza di spunti psicanalitici in esso contenuti e fu usato per mettere a fuoco la nozione di “perturbante”, considerata da Freud come lo stato di angoscia confusa in cui si mischiano familiarità ed estraneità al tempo stesso.

Ne “I confratelli di Serapione“, la forma della raccolta di racconti offrì a Hoffmann un’occasione per approfondire e accrescere la tendenza a toccare generi diversi, anche mischiandoli all’interno della stessa storia. La spinta ad abolire le distinzioni tra realtà e sogno e a coniugare l’aspetto leggendario tradizionale con intuizioni moderne rivelò la propria portata anche dal punto di vista strettamente letterario: registro grottesco, eventi fantastici, atmosfere gotiche e trame del mistero si alternavano e intersecavano con grande libertà, affiancando storie di spettri e vicende dell’orrore a fiabe, tra cui il celebre “Schiaccianoci e il re dei topi“, e il racconto poliziesco La signorina de Scudéry.

In tre delle sue ultime opere (Il piccolo Zaccheo detto Cinabro, La principessa Brambilla e Mastro Pulce) la realtà borghese continuò a essere presentata come gretta e spiacevole, più assurda di mondi fantastici che invece seguivano leggi misteriose ma non prive di una logica nuova. Anche la confusione tra interiorità ed esteriorità e gli scambi tra la dimensione terrena e quella immaginaria si confermarono elementi fondamentali delle storie narrate, sempre tese a dare ai sogni e agli incubi la stessa consistenza e validità della vita quotidiana. L’interesse per le scienze e le arti e l’indagine quasi ossessiva su temi come lo sdoppiamento dei personaggi e la frammentazione della coscienza si aprirono alla contemplazione di concetti filosofici e metafisici, offrendo un’occasione per trovare qualche forma di felicità e placare la sofferenza di un io sempre a rischio di lacerarsi. Un altro elemento tipico che giunse a una rappresentazione più intensa che mai fu la satira contro bersagli che incarnavano l’essenza dell’ideologia borghese del tempo: nelle tre opere sono presenti spunti di critica contro il mondo accademico, alcune tendenze teatrali sgradite all’autore e l’apparato burocratico usato per censurare gli artisti.

Quando morì il 25 giugno del 1822, Hoffmann era già riuscito a ottenere successo presso i lettori e ammirazione da parte di altri artisti. La sua capacità di mischiare all’interno di una stessa opera toni buffi e oscuri, fervore polemico e abbandono poetico, estro artistico e acume psicologico aveva rivelato al pubblico un talento straordinario, destinato a esercitare una forte influenza su numerosi intellettuali e scrittori europei. Anche al giorno d’oggi la sua opera, pur non risultando sempre di facile lettura a causa della disinvoltura con cui salta dal piano reale a quello onirico e fantastico, può offrire visioni dal fascino inimitabile e aiutare a riflettere sulla molteplicità che si nasconde sotto l’apparente unità dell’io e l’altrettanto labile oggettività del mondo materiale.

Lo schiaccianoci e i quattro regni
(Film 2018 Walt Disney)

Dalla sua fiaba più celebre “Lo schiaccianoci e il re dei Topi” sono stati tratti storie, film e il celebre balletto “Lo schiaccianoci” con musiche di Ciajkovskij.

Paolo Fumagalli


Fin da bambino Paolo Fumagalli ha dimostrato un grande interesse per la letteratura, sia leggendo che scrivendo. La sua passione lo ha portato a laurearsi in Lettere, con una tesi dedicata al simbolismo dei colori nelle opere poetiche di Aldo Palazzeschi, e lo ha spinto a dedicarsi alla stesura di opere narrative. Nel corso degli anni ha scritto romanzi e racconti, spesso basati sull’importanza della fantasia e influenzati dal suo amore per la bellezza e la serenità della natura.
Oltre a sentirsi incuriosito da molti aspetti del patrimonio folkloristico e leggendario, ama profondamente il cinema e la musica.
Ha collaborato con diverse piccole case editrici, sia partecipando ad antologie di racconti di autori vari sia pubblicando volumi interamente suoi, come il libro fantasy “Il Trono del Narratore”, l’urban fantasy “La città delle ombre” e i romanzi fantastici per ragazzi e adulti “Il museo delle esperienze meravigliose” e “Bucaneve nel Regno Sotterraneo”.

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06-01-2021 Segnalazione “La città delle ombre” Paolo Fumagalli

Ciao amici lettori,

buona Epifania che le feste si porta via. Da domani si inizia a lavorare a pieno regime. Dovrò nuovamente dedicare poco tempo alla lettura e al blog e questo mi dispiace. Ho tante letture che mi aspettano e tante idee che non riesco mai a realizzare. Soprattutto sto lavorando ad una nuova grafica per il blog, ma tra una cosa ed un’altra non riesco mai a renderla concreta. Ma torniamo ad oggi e alla segnalazione del nuovo libro di Paolo Fumagalli: La città delle ombre. Paolo è un autore con cui collaboro da un po’; ha la capacità di trasportarti in un attimo nelle storie che crea. Il suo nuovo romanzo è un urban fantasy, un genere che ho scoperto negli ultimi anni e che amo molto. Ovviamente questo romanzo è nella mia wish list.


Prezzo: 14,90 € cartaceo
Prezzo: 2,99 € ebook
Pagine: 260
Editore: Dark Zone
ISBN:  9791280077196
Genere: Urban fantasy
Data di pubblicazione: dicembre 2020
Copertina di Livia De Simone

Sinossi: Nella società moderna non c’è più posto per le leggende. I miti e le storie fantastiche sembrano condannati all’oblio. Le creature soprannaturali hanno perso la loro importanza e sono state esiliate in una città misteriosa. Stregoni, figli della notte, esseri dannati e spiriti dei luoghi selvaggi cercano di adattarsi alla nuova vita in questa metropoli, a volte nascondendosi e a volte combattendo, all’insaputa degli abitanti umani. Quando un pericoloso angelo caduto si allea con un industriale privo di scrupoli e interessato ai poteri paranormali, la minaccia mette a rischio l’esistenza dell’intera realtà. Una vampira in cerca di vendetta, una divinità legata alla natura e uno sciamano che lavora come investigatore privato si troveranno coinvolti in una spietata lotta per la sopravvivenza per ristabilire l’equilibrio e salvare il mondo.


Curiosità

Il romanzo è di genere urban fantasy, con tratti dark e horror. Si basa sulla fusione di componenti e atmosfere diversi, perché colloca in uno scenario moderno e metropolitano creature ispirate alla mitologia greca, ai romanzi dell’orrore, al ciclo arturiano, ai testi religiosi e apocrifi, al fantasy classico. È nato dalla mia passione per gli elementi soprannaturali di vari tempi e luoghi, dalla curiosità di ipotizzare che cosa potrebbe accadere a esseri potenti e leggendari se perdessero il loro posto nella società e venissero quasi dimenticati dall’umanità. Tra sparatorie, indagini e lotte cerca anche di riflettere sul ruolo dell’immaginazione nel nostro mondo, sull’importanza che possono avere al giorno d’oggi gli antichi miti e sui rischi di un materialismo che rinnega il valore della fantasia. (P. Fumagalli)

Biografia

Fin da bambino Paolo Fumagalli ha dimostrato un grande interesse per la letteratura, sia leggendo che scrivendo. La sua passione lo ha portato a laurearsi in Lettere e lo ha spinto a dedicarsi con sempre maggior impegno alla stesura di opere narrative. Nel corso degli anni ha scritto romanzi e racconti, spesso basati sull’importanza e sulla difesa della fantasia e influenzati dal suo amore per la bellezza e la serenità della natura. Oltre a sentirsi incuriosito da molti aspetti del patrimonio folkloristico e leggendario, ama profondamente il cinema e la musica. Ha collaborato con diverse piccole case editrici, sia partecipando ad antologie di racconti di autori vari sia pubblicando volumi interamente suoi, come i romanzi fantasy “Il Trono del Narratore” e “Scaccianeve” e i romanzi fantastici per ragazzi e adulti “Il museo delle esperienze meravigliose” e “Bucaneve nel Regno Sotterraneo”.

Contatti

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Il libro può essere acquistato dal sito della casa editrice, all’indirizzo: https://www.dark-zone.it/prodotto/la-citta-delle-ombre/ o al seguente link qui


Spero di avervi incuriosito. Fatemi sapere che ne pensate.

A presto,