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24/04/2023 Rubrica“ La scrittura e i suoi generi letterari #7: Steampunk, Fantasy e Fantascienza vs Verosimiglianza – Parte tre

Ciao amici,

siamo arrivati a maggio, mese piuttosto intenso, per varie cose. Spero di riuscire lo stesso ad essere attiva nel blog e nei social, per portarvi ad esplorare nuovi mondi e vivere nuove avventure. Nel frattempo continua il nostro ultimo viaggio nello Steampunk, ma esplorando anche altri generi e tecniche per approcciarsi a questo tipo di scrittura.
Un interessante articolo scritto da Massimo Valentini, autore del romanzo di fantascienza “Il sogno di Nova” che vi consiglio di leggere, se siete amanti del genere.
Se siete, invece, curiosi di conoscere altri temi che spaziano dalla scrittura, ai generi letterari, al cinema e alla tv, scrivetelo nei commenti. Sarò lieta di discuterne in questa sede.


Steampunk, Fantasy e Fantascienza vs Verosimiglianza

Nella scorsa puntata abbiamo visto come sia importante per chiunque voglia scrivere una storia Steampunk rispondere alla stessa domanda: “Cosa accadrebbe se?”. Nell’ambito della Fantascienza la domanda deve partire da una base ipotetica realistica per indagarne le conseguenze possibili. Per il Fantasy si tratta di ipotizzare per vero qualcosa di palesemente impossibile e di renderlo credibile agli occhi del lettore. Infine nello Steampunk la domanda verte su qualcosa possibile in passato (tecnologia a vapore) portata ai suoi estremi seguendo i canoni della tecnologia moderna, ma non necessariamente tutti i suoi elementi sono realistici. E visto che alcuni di voi mi hanno chiesto di fare luce sulla domanda alla base di Nova lo userò come uno degli esempi della Fantascienza.

Dunque

FANTASCIENZA

Il sogno di Nova (romanzo SF/sociologico): “cosa accadrebbe se la società fosse così tecnologica da rendere le persone indistinguibili dalle macchine?”

Base ipotetica realistica: le protesi bioniche sono già esistenti e così il Transumanesimo.

FANTASY/SF

Il regno del Fuoco (film Fantasy/SF, 2002): “cosa accadrebbe se i draghi dominassero il mondo portando l’Umanità alle soglie dell’estinzione?”

Base ipotetica impossibile: i draghi NON possono esistere.

STEAMPUNK/SF

Il treno degli dei (di China Mieville, 2004): “cosa accadrebbe se la tecnologia a vapore fosse la base per un’ambientazione western dal sapore magico?”

Base ipotetica possibile: la tecnologia a vapore e l’epoca western fanno parte del passato, ma NON la magia che è impossibile.

Verosimiglianza e coerenza

Una volta che il nostro scrittore ha deciso gli elementi fantastici del suo romanzo quale strada deve seguire per tracciare il resto della trama? Lovecraft ne dava una sua interpretazione nel saggio “Supernatural horror in Literature and Notes on writings Weird Fiction”, col quale spiegava come gli aspetti fantastici debbano soddisfare la sospensione dell’incredulità del lettore se vuole rendere il suo romanzo plausibile. E questo aspetto è la base che determina la qualità di una storia ed è una regola valida per qualsiasi genere letterario. Parliamo chiaro: per scrivere una buona storia serve manico, capacità descrittiva e un’ottima ricerca di base – non solo la fantasia – perché altrimenti la trama che il nostro eroe porterà all’editore fa acqua da tutte le parti. Ricordate sempre che arte e studio vanno a braccetto, non sono indipendenti. Che poi, se Mozart studiava tantissimo e Leonardo studiava i cadaveri per capire come riportare le caratteristiche anatomiche sul marmo qualcosa vorrà dire. Lo scrittore weird dovrà capire bene quale siano gli elementi fantastici da usare e come caratterizzarli al meglio, mescolando il tutto in modo che il lettore s’immerga nella trama e la veda come credibile. Lovecraft spiegava che non solo gli elementi fantastici debbano risultare naturali e coerenti con la trama, ma anche il resto della storia deve essere fatta in modo da poter funzionare nella realtà. Perché, diceva il solitario di Providence, “solo una narrativa immatura e ciarlatana è incoerente rispetto alla realtà.” Ma non disperate: anche nomi famosi possono fare sbagli. Per esempio le aeronavi di “Robida” che nella realtà sarebbero state troppi piccole per poter trasportare davvero degli esseri umani e il già citato “20.000 leghe sotto i mari“. Il Nautilus NON avrebbe mai potuto disporre dell’autonomia della quale parla Verne, i dugonghi NON sono assolutamente aggressivi come quello che quasi affonda il battello sul quale Ned Land gli dà la caccia, gli squali bianchi NON emanano fosforescenza, i capodogli NON sono “bestie crudeli” come dice il Capitano Nemo a un basito professor Aronnax. Divertente notare come con “20.000 leghe sotto i mari“, Verne non ne imbroccò una.

E allora?

E allora pure lo Steampunk dev’essere verosimile riguardo alla Scienza di oggi. Un esempio pratico in salsa fantasy: come fa un drago a volare e a sputare fuoco pur sapendo che nella realtà NON potrebbe esistere? Lo scrittore allora può ipotizzare che le sue ossa sono cave come quelle degli uccelli, che non ha quattro arti più le ali (per le leggi della cinematica non può esistere un vertebrato con sei zampe!) e i suoi denti funzionano come pietre focaie capaci di produrre scintille in grado di avviare la combustione del suo alito che ha come sottoprodotto il metano. Insomma: una volta definiti quali sono i vostri elementi fantastici dovete vedere se le regole della fisica lo potrebbero consentire e come. Questi aspetti rendono non solo migliori i romanzi e i film, ma anche più divertenti e meritevoli di essere ricordati non solo da un pubblico generalista ma anche da quello più esperto.

Massimo Valentini

Massimo Valentini è uno scrittore, divulgatore freelance e pubblicista italiano, nato a Cosenza nel 1973. È stato nella redazione di Voyager Magazine, la rivista ufficiale dell’omonima trasmissione televisiva, e ha collaborato col Giornale dei Misteri, il più antico mensile sull’insolito, curandone la rubrica “Il detective della scienza”. Nel 2007 la Falco Editore ha stampato la sua raccolta di racconti fantastici Alfa e Omega e nel 2008 il romanzo Ultima Thule. La 0111 Edizioni ha pubblicato le sue raccolte di racconti Quattro ombre azzurre (2009), Sulle ali di Althaira (2009) e Gabbiani delle Stelle (2011). Nel 2012 il racconto Alpha e Omega è apparso sul numero 482 del Giornale dei Misteri e la Lettere Animate Edizioni ha pubblicato il suo romanzo Primus, l’uomo che sognava di vivere, uno dei pochi esempi di bizzarro fiction del panorama letterario italiano. Il racconto Ritorno a casa è stato pubblicato nella miscellanea Calabresi per sempre (Edizioni della Sera, Roma, 2019). In Giappone è stato pubblicato 特別な女の子涼子 (Tokubetsuna on’nanoko Ryōko, “Ryoko, una ragazza speciale”) tratto dal suo racconto breve Lei, e 運命の女涼子 (Unmei no jo Ryōko, “Ryoko, donna del mio destino”) a sua volta tratto dal suo racconto Ryoko, principessa metropolitana.
Il sogno di Nova è il suo terzo romanzo.
Lo trovate su: https://www.instagram.com/massimo.valentini.scrittore/
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24/04/2023 Rubrica“ La scrittura e i suoi generi letterari #6 Steampunk: un sottogenere tra il Fantasy e la Fantascienza – Parte due

Ciao amici,

qui in Sicilia sembra arrivata la primavera. Spero che non arrivi subito il caldo, perché non lo sopporto. Bando alle chiacchiere e torniamo all’articolo di oggi. Continuiamo a parlare di Steampunk, insieme a Massimo Valentini, scrittore e divulgatore. Lascio la parola a lui e lo ringrazio sempre per la nostra collaborazione.

Steampunk: un sottogenere tra il Fantasy e la Fantascienza di Massimo Valentini

Il nostro viaggio alla scoperta dello Steampunk oggi indagherà sui motivi che rendono tale sottogenere così interessante per molte persone. Naturalmente è impossibile dare un’univoca risposta che abbracci i gusti di tutti i fruitori di questo tipo di racconti, ma è indubbio che lo Steampunk usa canoni sufficienti da renderlo una cultura letteraria a tutto tondo. Esso attrae molti appassionati di narrativa sia con la sua estetica sia con la voglia di riscoprire un passato recente, aggiungendo sprazzi di Fantastico alla narrazione. E non dimentichiamo che le storie che lo usano sono bizzarre, va bene, ma non molto differenti da quelle ambientate ai giorni nostri perché basate su tecnologie tanto obsolete quanto affascinanti. Se ci pensate bene, cos’è più suggestivo da vedere, una tavoletta elettronica composta di plastica con uno schermo che proietta immagini e suoni come uno smartphone o ingranaggi a vista, sbuffi di vapore e suoni meccanici che fanno tanto vintage un’ambientazione? Se non fosse così il fascino delle vecchie locomotive a vapore ancora oggi usate per particolarissimi treni di lusso o per eventi mondani sarebbe perso da tempo!

Ma Steampunk è anche sinonimo di viaggio temporale alla scoperta, se scritto bene, di stranezze tecnologiche dell’Ottocento che un bravo scrittore può rivisitare in salsa fantastica. Come abbiamo visto nella prima puntata del nostro articolo, il sottogenere del quale parliamo richiede ampie conoscenze degli usi e costumi del periodo nonché delle tecnologie usate. Un ottimo esempio di tale concetto, anche se non certo un capolavoro, è il film “Wild, wild west” con Will Smith. Un film molto interessante è poi “Sky captain and the world of tomorrow con Jude Law come protagonista.

Ambientato in una futuristica ambientazione non propriamente Steampunk, ma lo ricorda, il film è una perla non solo per i canoni fantascientifici (robot, androidi, astronavi, aerei da caccia impermeabili all’acqua marina che farebbero impallidire James Bond) ma anche per la tanta tecnologia meccanica che fa la gioia degli appassionati di dirigibili e dei primitivi computer in stile Babbage. Ma attenzione: per non scrivere storielle di scarsa qualità (come già vedo fare, in primis, in molti libri Urban Fantasy e Fantasy classico) l’autore deve documentarsi bene se vuole dare un giusto contributo perché tecnologie e fantasia a parte, deve erudirsi sulla moda, sulla storia militare, su quella sociale, sul gergo parlato, etc etc.

Cosa rende facile lo Steampunk rispetto alla SF classica?

Il titolo del paragrafo pare una contraddizione con quanto già scritto, ma di fatto non lo è. Lo Steampunk è più semplice nelle basi tecnologiche. Un buon romanzo di SF richiede sia competenze specifiche sia una buona capacità da futurologi. Per il “Il sogno di Nova“, ad esempio, dovetti erudirmi di macchine esegetiche, Bionica, Transumanesimo, Biomedicina e nonotecnologie ma anche e soprattutto inventare tecnologie plausibili ma NON astruse per regalare al lettore la sensazione che lo sfondo alla base del romanzo fosse davvero possibile. Pensate ai romanzi di Hal Clement e al suo Stella doppia 61 Cygni Pubblicato sulla rivista Astounding Science Fiction nel 1953 vide un’edizione libraria nel 1954. Per il romanzo, che per tanti appassionati è il capolavoro dell’autore statunitense, egli dovette ricostruire tutto un pianeta a partire dal clima, usando naturalmente le leggi fisiche note e quindi capirete bene cosa voglio dire. Uno scrittore di SF Soft o Hard non può contare su precisi canoni tecnologici come invece può fare quello Steampunk, perché la tecnologia meccanica che egli deve usare è a portata di mano. Ed è senza dubbio più facile usare qualcosa di pronto da far “migliorare” che inventarselo da zero.

Intenti comuni di Fantascienza, Fantasy e Steampunk

La base dal quale deve partire chiunque voglia scrivere una storia di SF, un Fantasy o uno Steampunk è la stessa: “cosa accadrebbe se?”. Il mondo anglosassone è più avanti di quello italiano in questo tipo di narrativa, tanto è vero che usa identificare tali generi con una sola espressione, Speculative Fiction che rende molto meglio le difficoltà di scrivere ambientazioni fantasy o fantascientifiche dell’italiana Narrativa Fantastica. Per il loro essere Narrativa Speculativa, le migliori storie di SF, Fantasy o Steampunk richiedono adeguate capacità descrittive. Se è vero che libri mediocri che usano tali generi sono prodotti anche in America è anche vero che gli autentici appassionati sanno benissimo che solo perché una storia contempli un robot o un drago non necessariamente è anche di SF o Fantasy. Per esempio, un thriller ambientato in un’astronave NON è una storia di Fantascienza se l’autore non usa quel contesto per gli aspetti fondamentali delle vicende narrate. Dettagli che spesso in Italia sono ignorati, basti guardare come la wikipedia italiana si esprima su film e libri di genere misto. Un esempio può essere Klara e il sole di Kazuo Ishiguro che per alcuni sarebbe un romanzo di SF essendo Klara un automa, quando invece è un romanzo sociologico.

Nel caso dello Steampunk, quindi, l’autore deve porsi la stessa domanda che in inglese suona come “what if?”. Per esempio, cosa succederebbe se esistesse una tecnologia a vapore capace di portare l’uomo su Marte o di combattere draghi? O di travasare la mente di una persona in un computer composto di valvole e meccanismi nell’Ottocento? Sono domande fantasiose, ma non superficiali come non superficiale sarebbe la ricerca da fare per scriverle al meglio.

Fine seconda parte

di Massimo Valentini

Massimo Valentini è uno scrittore, divulgatore freelance e pubblicista italiano, nato a Cosenza nel 1973. È stato nella redazione di Voyager Magazine, la rivista ufficiale dell’omonima trasmissione televisiva, e ha collaborato col Giornale dei Misteri, il più antico mensile sull’insolito, curandone la rubrica “Il detective della scienza”. Nel 2007 la Falco Editore ha stampato la sua raccolta di racconti fantastici Alfa e Omega e nel 2008 il romanzo Ultima Thule. La 0111 Edizioni ha pubblicato le sue raccolte di racconti Quattro ombre azzurre (2009), Sulle ali di Althaira (2009) e Gabbiani delle Stelle (2011). Nel 2012 il racconto Alpha e Omega è apparso sul numero 482 del Giornale dei Misteri e la Lettere Animate Edizioni ha pubblicato il suo romanzo Primus, l’uomo che sognava di vivere, uno dei pochi esempi di bizzarro fiction del panorama letterario italiano. Il racconto Ritorno a casa è stato pubblicato nella miscellanea Calabresi per sempre (Edizioni della Sera, Roma, 2019). In Giappone è stato pubblicato 特別な女の子涼子 (Tokubetsuna on’nanoko Ryōko, “Ryoko, una ragazza speciale”) tratto dal suo racconto breve Lei, e 運命の女涼子 (Unmei no jo Ryōko, “Ryoko, donna del mio destino”) a sua volta tratto dal suo racconto Ryoko, principessa metropolitana.
Il sogno di Nova è il suo terzo romanzo.

Le immagini sul sito sono tratte da internet e costituite da materiale largamente diffuso. Qualora il loro uso fosse soggetto a diritto d’autore, provvederò alla loro pronta rimozione in seguito alla segnalazione via email.