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28/11/2018 Recensione “L’amica geniale” di Elena Ferrante

Recensione “L’amica geniale” di Elena Ferrante

Autrice: Elena Ferrante
Copertina flessibile: 400 pagine
Editore: E/O (14 ottobre 2011)
Collana: Dal mondo
Genere: Narrativa contemporanea
Costo cartaceo: 18,00 euro
Costo ebook: 11,99 euro

Descrizione

L’amica geniale comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità.
L’autrice scava intanto nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l’Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame…


La mia recensione

Ho letto questo romanzo perché mi è stato consigliato da mia sorella che ne è rimasta affascinata. Le avevo detto che l’avrei letto entro l’anno ed eccomi qua a parlarne e a raccontarvi le mie impressioni. Hanno da poco realizzato la serie televisiva e quindi, se riuscirò, guarderò anche questa, anche se il mio rapporto con la tv non è facile. Per me è più semplice leggere un libro che stare davanti ad uno schermo e godermi un film o una serie tv, mentre attorno a me succede di tutto. Parlo delle mie bambine che non mi lasciano tregua. Ma guardarle mentre crescono è meglio di qualsiasi libro, serie tv e film.

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E proprio dall’infanzia che inizia il racconto di Elena Ferrante che, quasi come una biografia, racconta del legame di amicizia tra Elena Greco, voce narrante, e Lila Cerullo. Entrambe vivono a Napoli, in un rione, che sembra quasi un paese a sé, con i suoi angeli e demoni.

“L’amica geniale”è la storia di un rapporto umano profondo con tutte le sue conseguenze. Un legame che diventa una sorta di ossessione, una dipendenza verso l’altra, come un’anima che ha bisogno del proprio corpo.

Elena e Lila, ancora bambine, giocano insieme e iniziano a conoscersi. L’infanzia, è un momento della vita in cui ci si adatta, si cerca di capire e imparare dagli altri, dove tutto può sembrare un sogno, ma anche un incubo fatto di orchi e mostri. Dove le bambole, amiche e compagne di giochi, logore, sporche e mal vestite, possono trasformarsi in principesse, ma possono anche perdersi o essere rapite dall’uomo che perseguita e spaventa la gente comune, l’orco, così come è raccontato e mostrato dalle storie dei loro stessi genitori. Un mostro che si fa uomo con le proprie debolezze, ma che le due bambine hanno il coraggio di affrontare salendo le scale della torre che li conduce a lui. La paura di questa sfida li unirà per sempre.

Elena e Lila si studiano e si osservano e lo fanno mentre sono a scuola o nelle strade di una Napoli ancora segnata dalla guerra, dove la rinascita sembra ancora un miraggio.

La scuola viene vista come un luogo di rivalsa, per chi può, perché l’intelligenza e l’impegno possono salvare dalla disperazione e dalla povertà. Qualcuno ci crede, altri pensano che sia solo tempo perso.

Non si può descrivere in poche parole un libro che vorresti non finisse mai, che quando leggi l’ultima pagina ti lascia una sensazione di vuoto e di smarrimento. Anche se ci sono state alcune pagine che non mi hanno preso del tutto, Elena Ferrante con la sua scrittura, così limpida e ammaliante, ti trasporta nel mondo di queste due donne, prima fanciulle e poi giovani donne, che vorrebbero rimanere ancorate ai loro sogni di bambine, ma che si ritrovano soffocate da un mondo che non appartiene a loro.  

Il cambiamento dell’adolescenza, la paura di non essere accettate, il primeggiare e mostrarsi diverse da come si è realmente.

 Lila Cerullo che viene descritta a noi attraverso gli occhi e i pensieri di Elena, mi ha conquistato. E’ geniale, bellissima e fa paura, ma anche fragile dietro il suo bel viso, quasi come un essere soprannaturale che viene da un altro mondo. Una fata, un angelo e una strega incantatrice. Incanta con il suo sguardo, seduce con il suo corpo, ammalia con le sue parole e i suoi scritti. Vorresti farla fuggire dal suo rione malato, liberarla dalla sua famiglia e dai suoi amici che la tengono prigioniera. La immagini librarsi con le sue ali verso un posto più felice, verso una famiglia migliore come quella del libro “Piccole donne” di Luisa May Alcott che tanto l’ha conquistatoda bambina.

Elena Greco, che invece sembra non valere niente senza la sua amica, che si vede brutta, non all’altezza degli altri e soprattutto dell’amica, a cui tenta di assomigliare e di emulare. Una ragazza che ha poco autostima di sé stessa, nonostante sia la migliore a scuola, che non riesce a trovare una propria identità, che vuole continue affermazioni e gratificazioni dagli altri, che ha una visione distorta della madre come un’ombra che incombe su di lei e minaccia il suo futuro.

In fondo Elena e Lila sono due immagini della stessa medaglia, “come si è” e “come si vuole apparire”. Leggendo mi sono ritrovata risucchiata dai pensieri di Elena, perché l’autrice è riuscita a scavare nell’animo umano, catturando con maestria l’essenza delle due protagoniste, ma anche mostrandoci una parte di Napoli con la sua misera gente, con le donne che non primeggiano, ma che sacrificano la loro vita per i figli, i fratelli, i padri, i mariti e gli amanti; con gli uomini che con la violenza e il denaro pensano di poter ottenere tutto.  Forse i tempi sono cambiati, ma l’essere umano è sempre mosso dalle stesse emozioni, e il passato è un po’ sempre presente attraverso i ricordi e i racconti di chi li ha vissuti.  E’ un’eredità che non possiamo rifiutare, ma che ci fa essere quello che siamo adesso nel bene e nel male.

Vi lascio con questa frase, la più bella, quella che mi ha commosso, parole che Lila dice ad Elena e che non ti aspetti, che racchiudono tutta la storia, il legame profondo che lega le due protagoniste.

 “Non devi smettere di studiare. È un peccato.Tu sei la  mia amica geniale”.

 Non posso che consigliarlo.

Il mio voto è

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5 pinguini lettori.

A presto,

la vostra blogger Lucia.


L’autrice

Elena Ferrante è autrice dell'”Amore molesto”, da cui Mario Martone ha tratto il film omonimo. Dal romanzo successivo, “I giorni dell’abbandono”, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza. Il volume “La frantumaglia” accompagna la sua esperienza di scrittrice. Nel 2006 le Edizioni E/O hanno pubblicato il romanzo “La figlia oscura”, nel 2007 il racconto per bambini “La spiaggia di notte” e nel 2011 il primo capitolo dell”‘Amica geniale”, seguito nel 2012 dal secondo, “Storia del nuovo cognome”, nel 2013 dal terzo, “Storia di chi fugge e di chi resta”, e nel 2014 dal quarto e ultimo, “Storia della bambina perduta”.

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Il libro “L’amica geniale” di Elena Ferrante è stato acquistato dalla sottoscritta. Ho anche notato che in previsione della messa in onda della serie tv, il costo del libro è aumentato, anche se di poco. Questo mi dispiace un po’. La mia recensione, così come tutte altre, sono espressione del mio pensiero, non vengono assolutamente influenzate. In questo caso specifico, ho acquistato il libro perchè mi è stato consigliato e non ho letto altre recensioni in merito. Spero che la mia sia stata di vostro gradimento.