Ciao amici,
oggi vi parlo di una serie tv uscita da pochi mesi su Amazon Prime: Little fires Everywhere. Una delle poche serie tv che sono riuscita a vedere in pochi giorni: non ci credo neanche io! La trovate su Amazon Prime.
Perché ho guardato questa serie?
Prima di tutto, è una serie che parla di donne e di segreti.
Poi, perché una delle due protagoniste, Elena Richardson, è interpretata dall’attrice Reese Witherspoon. Mi piace la sua capacità di interpretare ruoli diversi ed è una donna che è cresciuta professionalmente diventando anche produttrice cinematografica.
La mia opinione…
Little fires Everywhere è una serie tv drammatica di otto episodi tutta al femminile, tratta dal romanzo omonimo scritto da Celeste Ng nel 2017. Infatti, è prodotta e diretta da sole donne, fra queste: Reese Witherspoon, Kerry Washington, la coprotagonista della serie nel ruolo di Mia Warren, e Lynn Shelton, produttrice, sceneggiatrice e regista, sfortunatamente morta nel maggio 2020.
Tra gli interpreti della serie ritroviamo Joshua Jackson, conosciuto per i ruoli di Pacey Witter nella serie tv Dawson’s Creek (1998–2003) e di Peter Bishop nella serie di fantascienza Fringe. In Little Fires Everywhere interpreta Bill il marito di Elena Richardson
L’inizio della serie è drammatico. Il fuoco divampa e divora una villa. Ci si chiede chi abbia appiccato l’incendio.
“I pompieri hanno detto che c’erano piccoli fuochi ovunque. Più punti di origine. Possibile uso dell’accelerante. Non è stato un incidente.”
Dobbiamo aspettare l’ultimo episodio della stagione per scoprirlo e rivivere gli ultimi quattro mesi che hanno portato a questo tragico momento.
Il prologo sembra anche dare le basi a tutti i presupposti per avere una serie con piromani e fuochi appiccati a destra e a manca, in realtà non succede nulla che abbia a che fare con incendi, e il titolo Piccoli fuochi ovunque, sembra solo una metafora di ciò che invece accade interiormente a ciascuno dei personaggi della serie.
Dopo il drammatico inizio, Il nastro si riavvolge a quattro mesi prima quando l’arrivo di Mia Warren e della figlia Pearl sconvolge la routine della tranquilla cittadina di Scacker.
Mia diventerà l’affittuaria di Elena e non solo. Lei è un’afroamericana, artista, fotografa che gira l’America senza mai fermarsi stabilmente in un posto.
Elena è bianca, ricca e vive in una enorme villa (la stessa che brucerà quattro mesi dopo). Fa la giornalista in un quotidiano locale ed è madre di quattro figli.
Una storia che vede le due donne agli antipodi.
Elena, egocentrica, narcisista e ambiziosa. Per far funzionare tutto, la sua vita è programmata in ogni suo momento su un calendario appeso in cucina. Rendendola ridicola agli occhi dei figli e maniaca della perfezione.
Mia, misteriosa, orgogliosa, fantasiosa e testarda. Entrambe impongono le loro scelte, buone o cattive ai propri figli.
Mia è apparentemente senza un soldo e sembra cercare di affermarsi nel mondo dell’arte. Elena vede in lei una povera madre single, bisognosa di aiuto. Questo la metterà ad un livello più alto, perché da subito si mostrerà compassionevole e benevola verso chi ha bisogno, in questo caso Mia Warren. Si sentirà appagata per averla aiutata dandole una casa e un lavoro.
In realtà le due donne così diverse, sono entrambe caparbie, dovranno vedersela con le scelte fatte nel loro passato.
Le tematiche affrontate sono tante: il razzismo, lo scontro generazionale, il divario socioeconomico, il rapporto tra madre e figli e le tendenze sessuali viste da diversi punti di vista.
Ad ogni episodio ci si chiede da quale parte stare: Elena o Mia.
Il passato delle due protagoniste mostra come le due donne siano arrivate ad essere quelle che sono. Le loro scelte imposte o fatte liberamente sveleranno quello che sono realmente.
Non voglio fare spoiler, ma sicuramente alla fine i figli di Elena, soprattutto la ribelle, Isabel, la ragazza più fragile e la più vera tra tutti, ne usciranno a testa alta. Pearl, figlia di Mia, che fin dall’inizio chiede stabilità e una vita diversa, capirà che tutto quello che ha fatto sua madre l’ha portata ad essere quello che è: una ragazza sicura di sé, brillante e capace di accettarsi per quello che è.
Per concludere la serie tv è fatta bene, a parte il fatto che in quattro mesi succede di tutto; vengono fuori storie nascoste e scelte che lasciano lo spettatore impotente. Inoltre Little fires Everywhere per certi versi ricorda le serie tv Desperate Housewises e Big Little Lies. L’ambientazione è anni 90, niente cellulari in mano e dei riferimenti alle serie tv di quegli anni come Buffy L’ammazzavampiri e Beverly Hills. In una puntata ritroviamo anche l’omaggio al gruppo musicale tutto femminile Spice Girls.
La serie è adatta agli adulti, ma anche ad un pubblico adolescenziale.
La consiglio e rimango in attesa della seconda stagione. Infatti, secondo indiscrezioni, dato il successo avuto dalla serie, si sta lavorando al seguito.
Il mio voto è 4/5
Spero che la serie vi abbia incuriosito. Aspetto i vostri commenti e le vostre opinioni. 😊
A presto,
Lucia.