01/12/24 Recensione “L’educazione delle farfalle” di Donato Carrisi

Editore ‏: ‎ Longanesi (7 novembre 2023)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina rigida ‏ : ‎ 432 pagine Audiolibro: 12h e 24 min
Narratore: Angela Brusa, Alberto Angrisano
Link d’acquisto: qui

SINOSSI

La casa di legno brucia nel cuore della notte. Lingue di fuoco illuminano la vallata fra le montagne. Nel silenzio della neve che cade si sente solo il ruggito del fuoco. E quando la casa di legno crolla, restano soltanto i sussurri impauriti di chi è riuscito a fuggire in tempo.
Ma qualcosa non è come dovrebbe essere. I conti non tornano. E il destino si rivela terribilmente crudele nei confronti di una madre: Serena.
Se c’è una parola con cui Serena non avrebbe mai pensato di identificarsi è proprio la parola «madre».
Lei è lo «squalo biondo», una broker agguerrita e di successo nel mondo dell’alta finanza. Lei è padrona del suo destino, e nessuno è suo padrone.
Ma dopo l’incendio allo chalet tutto cambia, e Serena inizia a precipitare nel peggiore dei sogni. E se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa nell’universo?
E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto per sempre?

La mia opinione

Non so come spiegarlo, ma ogni volta che leggo o ascolto un libro di Donato Carrisi, la mia mente viene catturata in un vortice di emozioni: paura, angoscia, sofferenza e speranza.

Questa volta ho ascoltato “L’educazione delle farfalle”, narrato da una bravissima Angela Brusa e con il prologo letto da Alberto Angrisano, già voce narrante dei romanzi che hanno come protagonista Pietro Gerber, l’addormentatore di bambini.

Questo romanzo è autoconclusivo e, ad oggi, è il romanzo migliore che ho letto dell’autore. La protagonista è Serena, una broker egoista ed egocentrica, che ad un certo punto della sua vita deve fare i conti con un dolore terribile: la scomparsa della sua bambina.

Chi ha letto qualcosa di Donato Carrisi sa già che i bambini sono sempre presenti nei suoi romanzi, e che forse è l’angoscia che si prova leggendo di piccoli esseri indifesi nelle mani di adulti con menti malate che rende le sue opere così affascinanti. In buona parte è così, il resto è che l’autore ha la capacità di far immedesimare il lettore con il protagonista e di far vivere le sue emozioni, belle o brutte che siano.

L’inizio di questa storia vede infatti una Serena brillante e anche divertente. Il romanzo sembra portare a una storia dalle tinte rosa, invece che a colori oscuri. È così che ci mostra il cambiamento di Serena, un personaggio che ho amato tantissimo per la sua forza, la sua intelligenza e caparbietà. Il coraggio di non mollare mai e non arrendersi.

Serena ha tante sfaccettature, soprattutto capisce di amare sua figlia più di ogni altra cosa al mondo.

Questo romanzo è stato una sofferenza, ma non dalla prima pagina, perché all’inizio è stato anche divertente, soprattutto entrare nei pensieri di Serena, la sua freddezza calcolatrice, la sua visione della vita, il modo di pianificare tutto e poi capire che gli imprevisti accadono.

In questo romanzo Donato Carrisi dà spazio ad alcune teorie della fisica: il multiverso e l’effetto farfalla.

Un solo battito delle ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo

Anche le decisioni o i cambiamenti più semplici possono avere un impatto molto più grande di quanto si possa pensare. Teorie che hanno il loro fascino, e lo dico da amante della fisica. Uno dei personaggi che troviamo nel “L’educazione delle farfalle” è proprio un fisico teorico che avrà un ruolo importante nella storia.

Anche se, a mio avviso, questo romanzo è il migliore, Carrisi lascia sempre qualcosa in sospeso, senza un perché, come se dimenticasse di dare al lettore una spiegazione. Un esempio sono le ali di farfalle incastrate in un ramo di un albero in una vecchia stazione di servizio. Chi ha letto il libro capirà. Non un ricordo, non una spiegazione, ma il nulla cosmico.

Anche sull’epilogo avrei qualcosa da dire: cosa voleva mostrare l’autore? Non mi è chiaro. A volte ci sono elementi che sembrano inseriti senza un vero significato. Forse è solo una mia impressione?”

Mi piacerebbe parlare con l’autore e chiedere tante cose e trovare così delle risposte ai miei perché.

Dentro il romanzo troviamo anche dei riferimenti ai romanzi di Carrisi e qualche indizio sul libro successivo che è uscito da pochi giorni. Infatti, Pietro Gerber è tornato.

Ovviamente, consiglio assolutamente questo romanzo a chi ama i thriller psicologici.

Nonostante le mie domande e i miei dubbi, il mio voto è:

5 pinguini ascoltatori.

Dello stesso autore : “La casa dei silenzi”

“Mi chiamo Pietro Gerber ma qui a Firenze, dove vivo da quando sono nato, tutti mi conoscono come l’addormentatore di bambini. Sono un ipnotista, come lo era mio padre, e con l’ipnosi aiuto i bambini a elaborare traumi e a superare paure e fobie. Non sembrerebbe, ma il mio è un mestiere pericoloso. Perché la mente dei bambini è un labirinto ed è facile smarrirsi e non riuscire più a tornare. Forse è proprio questo che sta succedendo a Matias. Ha nove anni e da tempo ha un sogno ricorrente. Da troppo tempo. Ormai Matias ha paura di addormentarsi, perché in sogno gli fa visita qualcuno che non dovrebbe esistere. Una donna dall’aria triste e vestita sempre di scuro e che non parla mai. La signora silenziosa abita i suoi sogni come uno spettro, come una presenza inquietante che tracima nella realtà. Non dovrebbe essere nient’altro che un sogno, ma allora…


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