Ciao amici e lettori,
ritorniamo con la rubrica “Vita e curiosià d’autore”. L’8 marzo, ormai passato, è dedicato alle donne, più che una festa la considero un momento di riflessione sui diritti delle donne e non solo, allora non potevamo non parlare di una donna dal carattere forte con una vita ricca come quella delle pagine di un romanzo, un po’ fuori dagli schemi per il periodo in cui viveva: George Eliot, pseudonimo di Mary Anne (Marian) Evans. Ce ne parla Romina Angelici, scrittrice che ammiro moltissimo, capace di raccontare la vita e le opere di autrici che sono state fonte di ispirazione per molte donne. In questa prima parte si parlerà della vita di George Eliot, nella seconda parte, che uscirà prossimamente, si parlerà delle sue opere.
Vi auguro una buona lettura e se avete domande o dubbi, vi aspetto nei commenti.
George Eliot
Questa secondo me è George Eliot (Romina Angelici).
Quando si parla di George Eliot si pensa a una narratrice pesante e moralista.
Eppure nessuna aggettivazione potrebbe essere più lontana dalla vera natura di questa pregevole scrittrice vittoriana.
Lei non stupisce solo per la sua preparazione intellettuale e la sua erudizione, obiettivamente fuori dal comune per una donna dell’epoca, ma anche per la straordinaria versatilità e capacità di cimentarsi in diversi generi letterari, dal poema al romanzo storico per citarne alcuni.
Lungi dal voler giudicare, i suoi interventi nella narrazione tradiscono una pietosa solidarietà di chi è passato attraverso il dolore e possiede l’amara consapevolezza della fragilità umana.
Del resto, la sua vicenda personale, drammatica e complessa come la trama di un suo romanzo, ne ha formato il carattere e un inconfondibile stile pieno di sfumature e colori capace di scandagliare a fondo emozioni, dilemmi interiori e conflittualità.
Dopo aver perso la madre Mary Ann Evans studia in casa da autodidatta, le lingue antiche e moderne, e nell’abbracciare la filosofia le capita di mettere in discussione le idee religiose acriticamente professare in famiglia. Questo la porta a un forte scontro con il padre accanto al quale comunque rimane per accudirlo fino alla morte.
Mary Ann rimane così sola all’età di trent’anni.
Con 100 sterline l’anno come fonte di sostentamento si trasferisce dalla campagna di Coventry a Londra e inizia a lavorare nella Westmister Review di Chapman come vicedirettore.
Fu proprio nell’ambiente della rivista che Marian Evans conobbe Spencer e poi nel 1851 incontrò il filosofo e critico giornalista George Henry Lewes, sposato e padre di famiglia. La moglie di Lewes aveva da poco partorito il secondo figlio concepito con il suo amante, amico e socio di Lewes, che essendo di idee liberali, lo aveva addirittura riconosciuto. Ma il matrimonio tra loro poteva dirsi finito.
Tra Marian e George scattò subito una irresistibile attrazione, soprattutto intellettuale. Prima si frequentano per l’attività del giornale, poi decidono di partire per la Germania, per non meglio specificati motivi di studio. Ovviamente questa loro fuga insieme non poteva passare inosservata e molti degli amici di Mary Ann la biasimarono, ma lei continua a vivere con Lewes anche al loro ritorno a Londra. Dopo aver scritto una montagna di articoli per la Westmister Review prova a scrivere il suo primo racconto, caldeggiata dal compagno.
Non dobbiamo dimenticare infatti che George H. Lewes credeva nella letteratura femminile e ne era un sostenitore, non a caso fu lui a incoraggiare persino Charlotte Brontë! “Amos Barton”, la prima delle Scene di vita clericale, “Mr. Gilfil’s Love Story” e “Janet’s Repentance”, vennero raccolti in un unico volume uscito nel 1858, a firma dello scrittore “George Eliot”.
Indubbiamente era una viaggiatrice e indubbiamente amava l’Italia, Firenze in particolare. Nel 1860 Mary Ann Evans parte per il primo di quattro viaggi a distanza ravvicinata, in Italia, dopo aver appena finito di scrivere Il Mulino sulla Floss. Aveva già raggiunto il successo con Adam Bede e fatto parlare di sé per via del suo pseudonimo.
Definì questo viaggio uno di quelli che sembra dividere la vita di una persona in due in ragione delle nuove idee che suggerisce e dei nuovi motivi di interesse che apre.
Il soggiorno a Firenze le offre lo spunto per un romanzo storico, Romola, ambientato ai tempi del Savonarola.
Tutta la vita di George Eliot ha del romanzesco e la parte finale non lo è da meno.
Purtroppo Lewes morì e nel suo dolore Mary Ann fu inconsolabile. Si chiuse in casa e si occupò solo di curare la pubblicazione dei lavori dell’amato, accettando di ricevere solo quegli amici che potevano aiutarla in questo. Tra questi, John Walter Cross, un giovane agente d’affari scozzese che aveva perso la madre da poco e che amministrava i loro risparmi. Si erano conosciuti a Roma una decina d’anni prima dove fra la famiglia Cross e la coppia Lewes si era formata un’amicizia coltivata anche negli anni successivi, al loro rientro in Inghilterra.
Il giovane John Cross nutriva da sempre per Marian una profonda ammirazione ed era attratto dal fascino che emanava questa donna di genio. Le circostanze li fecero avvicinare e questa volta fu il libro di Dante a essere galeotto: lessero insieme l’Inferno nella traduzione di Carlyle.
Il 6 maggio 1880 George Eliot sfida ulteriormente le convenzioni sociali andando all’altare, con un uomo di vent’anni più giovane, suo futuro primo biografo e cambiando così nuovamente nome, questa volta legalmente, in Mary Ann Cross.
Ma il destino aveva in serbo per lei un altro brutto scherzo.
Dopo il viaggio di nozze in Italia, a Venezia (caratterizzato da un episodio molto particolare di John Cross che si buttò dal balcone dell’hotel sul Canal Grande mentre la moglie parlava col medico in un’altra stanza, per fortuna rimanendo illeso), la coppia fece ritorno in Inghilterra. La neo-signora Cross contrasse un’infezione alla gola che, associata alla disfunzione alle reni di cui soffriva da alcuni anni, la porta alla morte il 22 dicembre del 1880 a 61 anni, dopo soli 7 mesi dalle nozze.
Il fascino irresistibile esercitato da questa scrittrice è la combinazione speciale tra la sua superiore intelligenza e un profondo senso di empatia umana che l’ha portata a comporre pagine di autentica poesia sotto la vigile guida di una mente rigorosa.
La sua bibliografia essenziale
- 1856 Romanzi sciocchi di signore romanziere
- 1858 Scene di vita clericale
- 1859 Adam Bede
- 1859 Il Velo dissolto
- 1860 Il Mulino sulla Floss
- 1861 Silas Marner. Il tessitore di Raveloe
- 1863 Romola
- 1864 Jacob e suo fratello
- 1866 Felix Holt, il radicale
- 1871-72 Middlemarch: uno studio di vita provinciale
- 1876 Daniel Deronda
- Ma delle sue opere parleremo un’altra volta.
Tutte le informazioni sono tratte da:
Romina Angelici – Vorrei che dal cielo piovessero rose, Vita e opere di George Eliot– Flower-ed, Roma, 2019.
Romina Angelici
Romina Angelici è laureata in Giurisprudenza e impiegata; vive in provincia, nelle Marche, su una collina sul mare, sposata, ha due figli, ama sia la tranquillità domestica che viaggiare. Di formazione classica, accanita lettrice, adora Jane Austen; a lei ha dedicato un saggio intitolato Jane Austen. Donna e scrittrice pubblicato da Flower-ed ad aprile 2017. Ha pubblicato con la Compagnia Editoriale Aliberti una raccolta intitolata Poesie per un anno e il racconto breve Intrighi d’amore a Villa Roseburn, ora disponibile anche in cartaceo. In passato ha collaborato con la rivista Ottocento Letterario pubblicando anche alcuni contributi sul sito Jasit.it; gestisce il blog ipiaceridellalettura.wordpress.com. Tra le edizioni Pink Books sono suoi Equinozio d’autunno (ispirato a Sanditon di Jane Austen), e Solstizio d’inverno. I Watson, ideale seguito dell’omonimo incompiuto di Jane Austen. Rimanendo in tema, ha partecipato come autrice del racconto “Miss Bennet” all’Antologia Natale a Pemberley, autopubblicazione ideata dal gruppo Facebook Regency & Victorian. Dopo aver curato le citazioni de Il diario dei consigli d’amore di Jane Austen, sempre con la casa editrice Flower-ed, ha redatto la prima biografia in italiano della scrittrice americana Louisa May Alcott: Non ho paura delle tempeste e in occasione del bicentenario, quella riguardante la scrittrice vittoriana George Eliot, Vorrei che dal cielo piovessero rose. Di recente ha compilato una rassegna di Viaggi letterari in Italia compiuti da una selezione scelta di scrittori stranieri.
La sua passione rimangono i racconti Regency e tale è il ciclo dell’Essex, La debuttante dell’Essex e Fiori d’arancio nell’Essex, accompagnati da un intermezzo natalizio, Natale a Graystone Manor, pubblicati dalla Literary Romance. A essi è andato ad aggiungersi Un Natale con Emma, libro-game ispirato a Emma.
Il suo blog https://ipiaceridellalettura.wordpress.com/
Le immagini sul sito sono tratte da internet e costituite da materiale largamente diffuso. Qualora il loro uso fosse soggetto a diritto d’autore, provvederò alla loro pronta rimozione in seguito alla segnalazione via email.
Davvero molto interessante: sai dare anche a una biografia (che generalmente poco apprezzo) un fascino davvero intenso.
PS: m’ero pure scordato che Eliot fosse una lei! 🤣
Allora servono questi articoli.😊 Per essere precisi la biografia l’ha scritta la brava Romina Angelici con cui ho già collaborato per la vita Louisa May Alcott.
Sì, è giusto riconoscere i meriti alle persone a cui vanno.
Intendevo che tu ce l’hai posta all’attenzione, se non altro! 🙂
Mi sembra giusto! Grazie Alessandro. 😊