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06/02/2022 “Per niente al mondo” di Ken Follett

“Per niente al mondo” di Ken Follett è il primo libro che ho letto a cavallo del 2021 e del 2022.  Mi è stato regalato per il mio compleanno che cade a dicembre. Era tra i libri inseriti nella mia wishlist. Riceverlo è stato un regalo molto gradito. Ma come al solito, la recensione aspettava solo di essere pubblicata e dato che il tempo non è mai abbastanza, dopo più di tre settimane dalla conclusione di questa lettura, eccomi a esporvi finalmente il mio pensiero.


SINOSSI

“Per niente al mondo” segna un cambio di rotta rispetto ai suoi romanzi storici. Ambientato ai giorni nostri narra di una crisi globale che minaccia di sfociare nella terza guerra mondiale, lasciando il lettore nell’incertezza fino all’ultima pagina. Più di un thriller, “Per niente al mondo” è un romanzo ricco di dettagli reali che si muove tra il cuore rovente del deserto del Sahara e le stanze inaccessibili del potere delle grandi capitali del mondo.

La mia recensione

“Per niente al mondo” è l’ultimo libro pubblicato da Ken Follett, uno degli autori che amo di più. Nei suoi romanzi lega fatti storici con personaggi realmente esistiti e di fantasia.

Questa volta però si spinge oltre, scrivendo non un evento storico accaduto, ma un evento che potrebbe accadere, sconvolgendo la vita di tutti, o meglio, distruggendola. Cosa accadrebbe se alcune scelte, anche se fatte con tutte le precauzioni possibili per scongiurare la Terza Guerra Mondiale, porterebbero a usare la famosa valigetta controllata dal Presidente degli Stati Uniti D’America? Sarebbe la fine di buona parte dell’umanità, sarebbe la fine del nostro Pianeta. Tutto per la brama di potere. Perché alla fine è questa la conclusione a cui si arriva. Il potere, le azioni di pochi individui porterebbero al tracollo dell’umanità.

Angosciante terribile e spaventoso. Queste sono le parole che descrivono questo romanzo. Perché quanto si affrontano temi così scottanti, non si possono usare termini diversi.

Se si pensa ad Hiroshima e Nagasaki. Se ne parla poco, perché siamo sotto il dominio degli americani. Il potere è in mano ad una persona che ha la possibilità di distruggere in un solo attimo il mondo. Basta inserire dei codici, schiacciare un pulsante e tutto finisce. Non si ha il tempo di reagire e in pochi minuti un ordigno nucleare vola nei cieli e in un solo attimo disintegra tutto ciò che sta nel suo raggio d’azione.

Quando ero bambina, vivevo nell’incubo della Terza Guerra Mondiale. Era il periodo della guerra fredda. Un periodo che iniziò dal dopo seconda guerra e che si concluse con la caduta del muro di Berlino: mezzo secolo. La Russia, ai tempi Unione Sovietica, si contrapponeva agli Stati Uniti D’America. Si viveva sempre nell’angoscia, anche se non si arrivò mai ad un conflitto militare. Ma la guerra nucleare sembrava sempre essere imminente.

In questo romanzo, inizialmente, tutto sembra funzionare normalmente. I soliti conflitti interni, le solite minacce e il mondo che vive come se la vita non avesse fine. Mentre ai vertici del potere, vengono fatte le scelte che riguardano l’umanità.

Le vicende narrate vedono diversi protagonisti in diversi luoghi del pianeta.

Ken Follett ha scelto una donna come Presidente degli States, Pauline Green, che vive tra il ruolo difficile che le è stato conferito e il ruolo di moglie e madre. In un momento in cui la vita del mondo è nelle sue mani, la sua vita affettiva prende una strada inaspettata. Non so perché l’autore abbia fatto questa scelta, ma il momento non è dei migliori. I conflitti e le scelte che dovrà affrontare la Presidente Green non riguardano solo la sua nazione, ma anche la sua famiglia.

In Cina troviamo, invece, il viceministro dei servizi segreti esteri Chang Kai che cerca di evitare in tutti i modi possibili che si arrivi ad un conflitto, contrapponendosi al regime conservatore che governa nella sua nazione.

Nel Ciad le due spie, l’americana Tamara Levit e il francese Tab Sadoul, impegnati a cercare un pericoloso gruppo di terroristi islamici, rischiando più volte le loro vite, capiranno di essere fatti l’uno per l’altro. Ma l’amore comporta delle scelte difficili.

Infine i due personaggi che ho amato di più: Abdul e Kiah. La loro storia è forse la migliore di tutto il romanzo. Lui è una spia libanese che dopo aver perso la sorellina durante un bombardamento, insieme ai suoi genitori si trasferisce in America, diventa una spia e rischiando più volte la sua via, con coraggio combatte i terroristi.

Durante una missione ad alto rischio, nel Ciad, incontra Kiah, vedova e con un bambino. Lei cerca di andare in Europa, affidandosi a loschi individui che promettono di portarla in Italia e da lì in Francia, dove spera di poter dare un futuro migliore al suo piccolo e ricominciare una nuova vita. Abdul e Kiah viaggeranno insieme, con scopi diversi, affrontando mille pericoli. Anche se provenienti da mondi differenti, anche loro capiranno di amarsi.

Stati Uniti, Cina, Ciad, Corea del Nord, Corea del Sud, diversi luoghi sulla Terra, legati però da un filo sottile che via via diventerà un macigno, portando ad una escalation di avvenimenti senza controllo, forse troppo rapidi da racchiudere in un solo romanzo, anche se di ben 700 pagine.

“Per niente al mondo” è un romanzo politico e ideologico, che porta il lettore a sentirsi impotente davanti ad una possibile guerra nucleare. È stata sicuramente una lettura interessante (non all’altezza dei libri precedenti che ho letto).

Un romanzo attuale che mi ha fatto riflettere su come il nostro mondo sia in un equilibrio molto precario e su come la vita del nostro pianeta sia affidata a pochi individui che tengono in mano il potere. Ci possano essere delle buone intenzioni nel governare un paese, un popolo, ma a volte, pur di non rovinare la propria immagine di leader, pur di rendere concreta un propria ideologia politica, le scelte fatte saranno solo di potere. Non importa quante vite verranno distrutte, importa essere la nazione più forte, importa vincere.

Il mio voto è

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4 pinguini lettori.

A presto,

la vostra blogger Lucia.