SINOSSI
Jack Wyte è morto. La sua morte è stata una strana faccenda, il genere di faccenda che quando ti chiedono «Come sei morto?» ti dà il diritto di rispondere: «È una lunga storia». Si lascia alle spalle una carriera nella Squadra Omicidi che gli ha fatto male alla salute, una vita solitaria, una ex-moglie con cui non parlava da anni, una figlia ormai adulta e l’amore di Dare, l’unico essere al mondo che può vedere i fantasmi ma non vuole più vedere lui. E se pensava che tirare le cuoia, nella sua sgradevolezza, risolvesse tutti i problemi, si sbagliava di grosso. Morire, in realtà, è stato solo l’inizio. A Londra ci sono stati dei decessi diciamo poco ortodossi. E pure a Los Angeles. Sua figlia, in uno scavo archeologico in Guatemala, ha incontrato un tizio che le legge nel pensiero. Due personaggi non proprio umani sono stati incaricati da un concilio di non-morti di insabbiare tutto l’insabbiabile, con le buone o con le cattive. La detective Jamaica Kingstone della Metropolitan Police possiede la Vista, e questo non ha migliorato il suo umore…
La mia recensione
“Il detective fantasma” è un romanzo dell’autrice Vanessa S. Riley. Come amante del genere urban fantasy e di storie thriller, questo libro mi ha subito incuriosito. Lo stesso titolo, mi ha fatto pensare alle atmosfere dark di questo periodo prossimo ad Halloween.
Partiamo dall’incipit: accattivante e interessante. La Riley ci presenta subito il protagonista morto o simil morto insieme ad una figura di alti livelli che poi ci spiegherà essere proprio il diavolo, ma un po’ più simpatico e simile a noi uomini, e che in un certo modo vuole anche somigliare a noi mortali.
La morte, appunto, è sempre in agguato e in qualunque momento della nostra vita e alle spalle, come direbbe la più grande creatrice di gialli al mondo, Agatha Christie. Ma ovviamente siamo lontani dal genere e dallo stile di quest’ultima, qui ci immergiamo in un atmosfera che potremmo definire urban e dark fantasy con tanto di vampiri o meglio NON vampiri, ma non ho capito perché NON, di esper, persone che hanno capacità extrasensoriali, di telecinetici, di Gilda, un ordine antico di millenni, di morti e più ne hai più ne metti. Ah e ovviamente ci sono i fantasmi e il fantasma, che in realtà è un ombra, ma dato che non posso fare spoiler, non posso dire di cosa si tratta.
I personaggi quindi sono tanti e l’autrice passa da un personaggio ad un altro presentandoceli ad uno ad uno in un’ ampia introduzione. Infatti ci vuole un bel po’ prima di entrare nella storia vera e propria. Tutti alla ricerca di un assassino che ha messo a soqquadro i piani della Mietitrice, che non può mancare in una storia di questo tipo, chiamata anche “La Grande Signora” quella che custodisce il taccuino sulle date della morte di ogni essere vivente della Terra. Lei è molto arrabbiata e non solo lei, così scendono in campo strani e particolari individui: Jack Wyte, il nostro detective fantasma che prima di morire lavorava per la squadra omicidi di Los Angeles, la detective Jamaica Kingstone di Londra, una tipa davvero forte, Dare, ragazza con poteri sovrannaturali fuori dal comune, e due non morti o liberti come vengono chiamati nella storia. Perché liberti? Lo scoprirete leggendo le pagine del romanzo.
Inizialmente ognuno di loro, seguendo una propria pista, cercherà di risolvere un caso di omicidio con ben sette vittime. Alla faccia del caso! Omicidi avvenuti in tre luoghi differenti del pianeta Terra ma che hanno qualcosa in comune: morte apparentemente inspiegabile. A loro si aggiungeranno altri personaggi bizzarri.
Ciò che colpisce di questo romanzo è non solo il modo in cui l’autrice presenta i vari personaggi, ma anche l’ironia con cui lo fa. Gli stessi personaggi vengono più volte ridicolizzati, esagerati nelle loro caratteristiche, tanto da diventare delle caricature anche nei momenti più tragici.
La scrittura è incalzante e scorrevole in alcune parti, mentre in altre è più lenta perché si dilunga troppo nelle descrizioni.
Molti avvenimenti e scoperte li ho trovati scontati e prevedibili, soprattutto nelle parti finali. La storia, inoltre, richiama alcune serie tv di un certo successo come Lucifer, Good Omens o Forever e per questo, il romanzo, mi è sembrato scritto per la sceneggiatura di una nuova serie tv e infatti ho scoperto che è così. Sicuramente da vedere per chi ama il genere.
Avrei anche voluto ulteriori spiegazioni sulla morte di Jack Wyte e anche su altri particolari poco chiari. È come se la morte di Jack fosse stata già descritta in uno spin off o in un romanzo precedente. Alla fine viene data una spiegazione troppo sommaria, non esaustiva. A volte, inoltre, essendoci, troppi personaggi in ballo, non capivo chi parlasse mentre si svolgeva un dialogo. Ho fatto fatica a seguirli. Credo che ciò sia stato causato da alcuni errori nella traduzione del testo.
Per concludere posso dire che è stata comunque una piacevole lettura e mi sono divertita. I personaggi mi sono piaciuti e credo che se dovesse esserci un seguito lo leggerò volentieri. Lo consiglio a chi ama il genere.
Il mio voto è:
3 pinguini lettori.
Perché non vampiri? Ah boh 😂
Su questo libro abbiamo avuto le stesse impressioni, oltre quelle che per spoiler non abbiamo potuto dire. Bella recensione come sempre.
Sono vampiri e si definicono non vampiri. Boh! Grazie Simona, sei sempre gentile.