01/06/2018 Recensione
Cecità di José Saramago
Trama
In un tempo e un luogo non precisati, all’improvviso l’intera popolazione diventa cieca per un’inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un’esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l’insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l’orrore di cui l’uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un’umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull’indifferenza e l’egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.
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La mia recensione
“Cecità” di Josè Saramago è uno di quei libri che non si dimentica facilmente, che ti entra nell’anima è non esce più. Letto anni fa, mi ha lasciato un senso di tristezza ma anche un briciolo di speranza nei confronti dell’essere umano. Quando l’uomo si trova ad affrontare una situazione drammatica, come in questo caso la cecità di massa, allora quello che si farebbe per sopravvivere diventa qualcosa di inimmaginabile: l’egoismo prende il sopravvento su tutto.
Partendo da un evento che ha tanto di fantascienza, come appunto un’improvvisa epidemia, e attraverso personaggi che non hanno un nome, ma che vengono spersonalizzati e indicati attraverso una loro caratteristica, lo scrittore inizia a mostrarci un’umanità priva di scrupoli, crudele e meschina. Lo fa attraverso gli occhi di una donna, l’unica a vedere ciò che le accade intorno, l’unica a vedere e a sopportare con coraggio le oscenità e le cattiverie.
La speranza di uscire da questo male sembra essere riposta solo in lei. La moglie del cieco che si sacrifica per stare accanto al marito, che aiuta chi sta male e chi subisce violenza e soprusi. L’unica luce in un mondo fatto di nebbia ( La copertina del libro rappresenta alla perfezione questa immagine).
Questo romanzo è spaventoso, perché mostra la natura dell’uomo così come potrebbe essere in una situazione di alta criticità. Saramago ha una visione assolutamente pessimista di ciò che è il mondo e anche il suo stile di scrittura lo rende ancora più evidente, come se non gli importasse omologarsi alla scrittura comune e alla società. Uscire dagli schemi sembra essere il suo modo di presentarsi agli altri.
Paragrafi lunghi, una punteggiatura quasi inesistente, dialoghi senza le virgolette, possono far storcere il naso a chi si approccia per la prima volta alla lettura di uno dei libri del premio Nobel. Poi però diventa tutto chiaro, perché la sua scrittura ti ipnotizza, ti cattura, ti stordisce e svegliarsi dall’incubo diventa difficile.
“Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”
Un libro da leggere almeno una volta nella vita, anche se non lo consiglio a chi attraversa un momento buio della proprio esistenza o a chi ha già una visione pessimistica del mondo.
Il mio voto non può che essere di
5 pinguini lettori.
Da questo libro è stato tratto anche un film Blindness – Cecità del 2008 diretto da Fernando Meirelles (Non sono riuscita a guardarlo per paura di riprovare le stesse sensazioni del romanzo).
Inoltre esiste un seguito di “Cecità”: Saggio sulla lucidità (link d’acquisto qui). Scritto sempre con uno stile sopra gli schemi, non mi ha suscitato lo stesso entusiasmo di Cecità, soprattutto perchè il messaggio è privo di speranza, ma è comunque da leggere.
Per oggi è tutto, vi auguro una buona lettura,
la vostra blogger Lucia.
I commenti e le vostre opinioni sono sempre molto graditi.
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Ciao Lucia, ti ho nominata per un premio sul mio canale😘❤️
Grazie Diletta, per il pensiero!!!