Recensione New York 2140

15/01/2018 Le mie recensioni

“New York 2140” di Kim Stanley Robinson

Copertina flessibile: 662 pagine

Formato ebook: 7,99 euro

Copertina flessibile : 22,00 euro

Link d’acquisto qui

Editore: Fanucci

Sinossi

Il livello delle acque del mare si è alzato, sommergendo improvvisamente l’intera città di New York. Ogni strada si è trasformata in un canale, ogni grattacielo in un’isola a sé stante. Ma per i residenti di un edificio di Madison Square, la New York del 2140 è ben lontana dall’essere una metropoli isolata e perduta, e tutto sembra procedere esattamente come prima del disastro climatico. Il commerciante riesce a trovare occasioni dove tutti gli altri vedono solo problemi; per il detective il lavoro sembra non mancare mai; la star di internet continua ad ammaliare milioni di persone con le sue avventure su un dirigibile; e, infine, l’amministratrice di un grattacielo continua a essere rispettata per la sua frenesia di controllo e la cura maniacale dei dettagli. Ma la minaccia adesso sta giungendo dall’alto, dai programmatori, residenti temporanei sui tetti, la cui scomparsa darà avvio a una catena di eventi che influenzeranno per sempre l’esistenza dei newyorkesi e metteranno in pericolo le fondamenta della città stessa.

Kim Stanley Robinson è nato nel 1952 in Illinois e si è laureato in letteratura inglese con una tesi su Philip K. Dick. Appassionato di alpinismo, vive a Davis, in California. I suoi romanzi sono stati insigniti di prestigiosi riconoscimenti, tra cui il premio Nebula, il premio John Wood Campbell Memorial e il World Fantasy. Di questo autore Fanucci Editore ha pubblicato il romanzo New York 2140 e la serie della Trilogia di Marte, capolavoro della letteratura di fantascienza, composta dai romanzi Il rosso di Marte, Il verde di Marte e Il blu di Marte.


La mia recensione

E’ il primo libro che leggo di Kim Stanley Robinson, un autore di fantascienza molto conosciuto oltre oceano per i suoi romanzi insigniti di molti premi.  Di questa sua ultima opera mi aspettavo qualcosa di diverso: un libro più fantascientifico e distopico. Ho trovato comunque altro in queste pagine.

La storia inizia, come dice lo stesso titolo, nel 2140 a New York dopo che la città è sopravvissuta a due grandi ondate, come le definisce l’autore, che l’hanno sommersa  in parte. Il livello del mare si è infatti alzato di 15 metri a causa dello scioglimento dei ghiacciai.

Il romanzo si concentra in particolare sulla vita di alcuni personaggi che vivono in un palazzo , il  Met Life tower in  Madison Square, parzialmente sommerso dalle acque, che ogni giorno deve i fare i conti con le maree, con i problemi dei viveri che scarseggiano e della mancanza dei posti per dormire.  Una città dentro la città. Alcuni vivono sul tetto, dentro degli hotelli, simili a tende da campeggio ma con tutto il necessario. Sul tetto  è stata anche realizzata una fattoria, anche se è più un giardino che da solo fornisce  circa il  7% dell’effettivo bisogno dei abitanti del Met. Attorno al palazzo ci sono anche gli acquari, dove si allevano vongole, ostriche e altro. Il palazzo è collegato agli altri grattacieli  da ponti aerei e poi c’è una rimessa per la barche, perché adesso Lower Manhattan è più simile ad una Venezia con i suoi canali,  i suoi vaporetti e i suoi ponti.

Met Life tower

I personaggi sono tanti e di vari strati sociali. Permettono al lettore  di avere diversi  punti di vista. Inizialmente sembrano scollegati tra di loro, ma invece le loro storie si intrecciano, rendendo possibile il finale voluto dall’autore.

Vlade, che si occupa dei problemi tecnici del Met , una persona magnanima,  con un passato doloroso alle spalle e che mette a rischio la sua vita pur di salvare della gente.

Charlotte Armstrong responsabile del Met, una cinquantenne a cui  interessa il bene della collettività, un po’ sognatrice ma anche realista.

Amelia Black, uno dei miei personaggi preferiti, la star del Cloud, che apparentemente sembra un’ochetta messa là solo per attirare spettatori , ma non lo è affatto, anzi  con la sua aeronave Migrazione assistita salva gli animali in via di estinzione, mettendosi nei guai molto spesso. Inoltre grazie alla sua notorietà riesce a dare l’input ad una rivoluzione.

Mutt e Jeff i due programmatori , che danno il via  a tutta la storia. Vorrebbero sovvertire il sistema  e  per questo si mettono nei guai. Alla  fine hanno un ruolo un po’ marginale nella storia e sembrano entrati così in simbiosi, da essere nauseanti, ma fanno anche ridere.  L’autore li paragona, in una certa situazione, ai personaggi di “Aspettando Godot”  (Waiting for Godot),  una delle più famose opere teatrali di Samuel Beckett. Vista e letta in inglese dalla sottoscritta.

C’è il genio della finanza, Franklin Garr, un giovane arrogante e un po’ montato che attraversa i canali di Manhattan con la sua barca (un jet dell’acqua) non ancora battezzata. Il suo personaggio un po’ antipatico, alla fine sarà fondamentale per lo svolgimento della trama.

Abbiamo l’ispettrice Gen, coraggiosa donna di colore, che ci mostrerà come vive la polizia di New York nel 2140. Non tanto diversa da quella di oggi.

I due ragazzini senza famiglia, Stefan e Roberto,  che ne combinano sempre una, ma che danno,  come Amelia,  un po’ di avventura alla storia.

I due ragazzini sono accompagnati da una figura anziana, che proteggono con le unghie e con i denti, Mr Hexter, che ha visto tanto nella sua vita e sembra essere un vecchio saggio, che sa tutto di storia , letteratura e colleziona mappe.  Diventa il loro mentore e maestro.

Non mancano le citazione di autori, filosofi, economisti, musicista,  drammaturghi, scrittori, etc all’inizio di ogni capitolo.

“Ho dovuto abituarmici, ma adesso che l’ho fatto non c’è posto dove mi senta più libero che in mezzo alla folla di New York. Là puoi avvertire l’angoscia della solitudine, ma non quella di essere schiacciato”. ( Jean Paol Sartre)

C’è anche una figura super partes, il cittadino, che racconta la vita di New York, la città dai mille volti, dove la gente continua ad arrivare nonostante i disagi . New York dai mille difetti, con i suoi grattacieli e la sua gente.

“La nuova Gerusalemme, tanto nella sua manifestazione inglese che in quella ebraica, la nuova Roma, la capitale del XX secolo, la capitale del mondo, la capitale della capitale, l’indiscusso centro del pianeta…” (Il cittadino).

La città sembra avere un’anima, e chi l’ha vista, l’ha vissuta e ci vive non può che essere d’accordo.

Da New York, l’autore, spazia a qualcosa di più grande, parlando di temi importanti: l’ambiente, lo scioglimento dei ghiacciai, conseguenza del riscaldamento globale che ha portato a sommergere le città costiere  cambiando la vita di milioni di abitanti della Terra; la quasi estinzione di alcune  specie animali come gli orsi polari, la politica e l’economia.

Temi che Kim Stanley Robinson descrive e spiega minuziosamente all’inizio con un atteggiamento pessimista, quasi di ammonimento verso un’umanità che non è riuscita a proteggere la Terra e gli esseri viventi che la popolano. Successivamente i suoi toni si placano e diventano più ottimisti. Come potrebbe  una situazione che vive e persiste da diecimila anni  cambiare? I ricchi che diventano più ricchi e i poveri che diventano più poveri? Invertiamo il sistema.  Si può?  Lui pensa che in parte sia possibile, ma con una rivoluzione che arriva dall’onda di tante persone. In  pochi non possono riuscire, ma possono dare l’input per il cambiamento. Un’ utopia naturalmente.

“Non siate ingenui! Non c’è lieto fine. Perchè non c’è una fine. Ed è possibile che non ci sia neppure la felicità. Tranne forse in qualche momento casuale, l’alba sulle strade lavate di fresco, la mezzanotte sul fiume, o più probabilmente nel contemplare qualche momento del passato….Chi lo sa…Intanto, superate il vostro infantile desiderio di lieto fine perchè non esiste. Perchè laggiù nell’Antartide, o in altri regni dell’essere molto pericolosi, il prossimo contrafforte dei contrafforti potrebbe sciogliersi in qualsiasi momento” (Il cittadino).

Un libro che può piacere e che può non piacere.  Personalmente, a parte alcuni capitoli noiosi dove si parla di economia e finanza come in un trattato, ed io ne capisco veramente poco,  le descrizioni lunghissime ma comunque accuratissime e l’eccessiva lunghezza del libro, mi è piaciuto. Ho trovato interessante la visione che ha l’autore dell’uomo, della città di New York considerata un po’ il centro del mondo, come lo era prima Roma, una città che sembra riassumere in sé tutte le cose positive e negative degli uomini.  Un città apparentemente ritornata forte dopo la grande seconda ondata, ma che dopo un nuovo evento catastrofico, un uragano, dovuto sempre ai cambiamenti climatici, mostra tutta la sua fragilità e deve ricominciare da capo.

Mi è piaciuto perché mi sono ritrovata ad essere d’accordo con lui su molti punti di vista.

Lo consiglio quindi solo a chi ha interesse verso i problemi dell’ambiente, a chi si interessa di economia, a chi è stato a New York o ci vive e se ne è innamorato, a chi ha a cuore i problemi delle specie in estinzioni e a chi crede che se l’umanità continuerà a non rispettare l’ambiente, l’uomo nella migliore dell’ipotesi avrà le coste sommerse  e nel peggiore non arriverà neanche al 2140.

Ci sono capitoli che sicuramente non piaceranno a tutti, ma altri che vi entusiasmeranno.  Sicuramente in futuro leggerò altro di quest’autore.

“Il posto dove tutte le aspirazioni del mondo si incontrano per formare una singola, vasta aspirazione dominante, potente quanto il risucchio di una draga a vapore.” (H.L Mencken)

Il mio voto per questo romanzo è

3,5 pinguini lettori.

Ringrazio la Fanucci Editore per questo libro.

A presto con le mie recensioni,

Lucia M.

I commenti sono sempre molto graditi.

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7 pensieri su “Recensione New York 2140

  1. Marika

    I romanzi con questi temi fantascientifici non sono il mio genere . Ma questo sembra molto interessante , magari potrei farci un pensierino ☺.

  2. Lucia Autore articolo

    Ciao Marika, l’unica pecca è la lunghezza. L’autore è molto prolisso, quindi ad alcuni potrebbe risultare noioso soprattutto per alcuni temi, ma è molto bravo e preparato. Grazie di avere lasciato un commento.

  3. Luce Di Stella

    Bella recensione, complimenti. Molto accurata e ben articolata.
    Come genere non mi attira tantissimo il libro, però sono molto sensibile ai problemi dell’ambiente (che l’uomo va sempre più distruggendo) e mi interessano anche molto i temi sull’estinzione di molte specie! Se ti è piaciuto vuol dire che è un bel libro ^_^ mi fido molto dei tuoi giudizi!

  4. Lucia Autore articolo

    Grazie Luce. Questo libro mi è piaciuto perchè i problemi che abbiamo oggi a causa del riscaldamento globale sono messi in evidenza e spiegati in maniera molto accurata. Ho capito molte cose grazie alle spiegazioni di questo libro.

  5. ale

    Condivido che sia un libre per yorkers, reali, aspiranti, o di passaggio. Pure: sono l’unico che ha notato le forti pecche di traduzione? “Facilitazione quantitativa” per “quantitative easing”, per esempio, e tante traduzioni letterali e improbabili.

  6. Maria Angela Fiorentini

    A proposito di K. S. Robinson (di cui ho letto anche Aurora) : scrive su argomenti interessanti ,ma è PROLISSO volendo approfondire e spiegare tutto fino a diventare insopportabile . Si arriva alla fine che non se ne può più , saltando pagine su pagine. Devo infine dire che i suoi finali sono noiosi .

  7. Lucia Autore articolo

    Hai ragione è molto prolisso e questo può stancare, ma parla di temi interessanti. Di questo autore ho letto solo questo romanzo.

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